Postato su 2019-10-24 In Casa Madre de Tuparenda

“Preghiamo ogni giorno con mia moglie per lui, e oggi vediamo i frutti…”

PARAGUAY, Ricardo Acosta •

È stata una giornata piena di emozioni, quella in cui Cristian, adolescente che ha concluso il programma della Casa Madre di Tuparenda (CMT), ha ottenuto il diploma. Era presente per l’occasione anche la signora Emma, che lo aveva già assunto per lavorare al supermercato Morel, dove ha svolto il suo tirocinio, e dove è rimasto a lavorare come panettiere. —

 

Cristian con la sua ragazza e la sua datrice di lavoro

In compagnia dei suoi cari e del suo “padrino”, don Pepi (José) Cosp, Cristian ha ringraziato per il sostegno ricevuto dal programma e dal patrocinatore della sua borsa di studio, il quale si era preso l’impegno di pregare per lui quotidianamente e di contribuire alla borsa di studio per tutta la sua permanenza nel programma. Pepi Cosp ha offerto poi qualche parola al suo “figlioccio”, che non conosceva di persona, ma per il quale pregava ogni giorno da quando, pochi mesi fa, è stata lanciata la campagna “SOS Casa Madre de Tuparenda”, dopo che il centro era rimasto privo di sostegno economico da parte dello Stato (in particolare, dal Ministero della Giustizia).

Così come diverse altre persone e gruppi in Bolivia, Spagna, Spagna, Svizzera e Germania, Pepi Cosp si è lasciato toccare dalle necessità dei più bisognosi. Il signor Cosp, molto commosso, ha dichiarato che “ogni sforzo o progetto di vita, senza preghiera non avrà l’efficacia che ci si aspetta. Pertanto, poiché abbiamo deciso, io e mia moglie, di accompagnare Cristian, abbiamo pregato quotidianamente e oggi sono profondamente commosso nel vedere il suo successo, grazie al sostegno di questo programma”.

Cristian con P. Kühlcke e la Direttrice della CMT, Ani Souberlich

Possiamo fare qualcosa di concreto

Prima di entrare nel programma CMT….

Il presidente di Fundaprova, Dr. José Marín, ci ha rivolto un invito speciale a continuare a sostenere questa meravigliosa opera, che da diversi mesi continua ad essere sovvenzionata dalla generosità di molte persone impegnate in questa nobile causa: “Ci lamentiamo dell’insicurezza. Allora dobbiamo cogliere l’occasione di aiutare la Casa Madre di Tuparenda, che in tre anni è riuscita a restituire alla società 30 ragazzi minorenni privati della libertà. Gli hanno insegnato dei mestieri, ma soprattutto a guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte. Ciò dimostra che il reinserimento sociale è possibile. Andiamo a cercali, è un gran successo che non arrivino al carcere per maggiorenni: li salviamo dalle dipendenze e dalla delinquenza, ma soprattutto dai condizionamenti sociali che li hanno portati a sprofondare in una spirale infinita”.

“La prigione è un luogo di pena nel doppio senso di punizione e di sofferenza, e c’è grande bisogno di attenzione e umanità”, ha detto Papa Francesco qualche settimana fa. Il Santo Padre ci invita a non dimenticare che molti detenuti sono soli, non hanno famiglia o mezzi per far rispettare i propri diritti: “Sono emarginati e abbandonati al loro destino. Per la società sono individui scomodi, uno scarto, un peso”. Ma il Papa ci ricorda che “l’esperienza dimostra che la prigione, con l’aiuto degli agenti penitenziari, può trasformarsi davvero in un luogo di redenzione, risurrezione e cambiamento di vita”, possibile attraverso “percorsi di fede, di lavoro e di formazione professionale, ma soprattutto di vicinanza spirituale e di compassione, sull’esempio del buon samaritano, che si chinò per guarire il fratello ferito”. Un “atteggiamento di vicinanza” che trova la sua radice nell’amore di Cristo, dice Papa Francesco, e che può favorire nei detenuti “la fiducia, la coscienza e la certezza di essere amati”.

Tutto questo è una realtà nel carcere minorile di Itaugua, grazie alla pastorale carceraria di Schoenstatt, ed è una realtà veramente pasquale in quello che segue dopo che i giovani lasciano il carcere – il programma della Casa Madre di Tuparenda, che oltre a dare loro una formazione professionale, gli offre l’affetto e le cure che prima non avevano mai incontrato…

 

Con i formatori

Un regalo enorme per la società

Ogni persona è un’opera generosa della creazione di Dio, e un persona che riesce a dare un nuovo orientamento alla sua vita, a proporsi un obiettivo e a lottare per esso, è un regalo enorme per la società, che non si realizzerebbe se dipendesse solo dall’uomo; ma poiché la Madre non si lascia mai vincere in generosità e ogni giorno aggiunge altre persone come don Pepi Cosp, ecco allora che diventa possibile sviluppare questo programma a favore di 20 adolescenti, attualmente presenti nella Casa Madre di Tuparenda: adolescenti che erano in carcere e che oggi compiono passi molto importanti verso il cambiamento della loro vita e di quella delle loro famiglie.

“Nell’altra diocesi (Buenos Aires) andavo spesso in prigione; e ora ogni due settimane chiamo un gruppo di detenuti di una prigione che visitavo frequentemente”, dice papa Francesco. “Gli sono vicino. E ho sempre avuto una sensazione quando sono entrato in prigione: ‘Perché loro e non io?’ Avrei potuto esserci io lì, eppure non è così; il Signore mi ha dato la grazia che i miei peccati e le mie mancanze sono stati perdonati o non visti, non lo so. Ma quella domanda aiuta molto: ‘Perché loro e non io?’”

Donazioni (online momentaneamente possibile solo tramite PayPal)

Per bonifici bancari

Nome: Schönstatt-Patres International e. V.
IBAN: DE91 4006 0265 0003 1616 26
BIC/SWIFT: GENODEM1DKM
Uso previsto: P. Pedro Kühlcke,
Casa Madre de Tupãrenda

Originale: Spagnole. Traduzione: Gian Francesco Romano, Roma, Italia

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