Postato su 2016-09-29 In Vivere l’Alleanza

Apertura in molte direzioni- un Carisma al Servizio della Chiesa

Un’intervista con P. Marcelo Cervi, futuro Rettore del Santuario di Schoenstatt e del Centro Internazionale di Roma Belmonte •

Che cosa significa Belmonte a Roma?

Il Santuario Belmonte di Schoenstatt e il Centro Internazionale di Roma sono stati un dono della Famiglia Internazionale di Schoenstatt al loro fondatore, Padre Giuseppe Kentenich, in occasione del suo 80 ° compleanno a Roma, nel 1965. Padre Kentenich ha visto questo posto come un simbolo concreto del completo inserimento del Lavoro Internazionale di Schoenstatt nella Chiesa. Schoenstatt, come Movimento cattolico, mancava di visibilità concreta nella città di Roma, sede della Chiesa Cattolica. Simbolicamente il Santuario di Belmonte e il Centro Internazionale di Roma ci ricordano l’immagine del “delta” di un fiume.  Proprio come un vasto fiume che scorre e percorre una lunga strada per raggiungere il mare, Schoenstatt ha fatto un lungo viaggio attraverso culture e popoli diversi. E in misura maggiore nelle sue diverse comunità che ospitano tutti gli stati di vita cristiana e con una sempre, profonda comprensione del ruolo di Maria e del Santuario nella formazione dell’uomo nuovo, esso si presenta ora alla società e in comunione con la Chiesa con un’apertura a forma di delta. Belmonte Roma vuole essere un luogo in cui la fecondità di un carisma al servizio della Chiesa e in comunione profonda con essa apre in molte direzioni e può essere conosciuto, approfondito o provato.

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Belmonte Roma è per chi?

E’ per tutti! Sopratutto è un posto dove vivere la maturità dell’idea originale del nostro Padre e Fondatore di una “Confederazione Apostolica Universale.” E’ il luogo privilegiato per le diverse comunità di Schoenstatt per vivere insieme e lavorare in comune. E’ il luogo per la verifica del nostro “essere una famiglia internazionale,” nello studio e nella comprensione dell’intero messaggio di Belmonte. Dopo tutto Belmonte, come pulpito di Padre Kentenich a Roma, aspira ad essere un luogo di incontro con la sua persona e il suo carisma, con il suo essere, le sue idee, il suo messaggio e la sua comprensione della Chiesa, profeticamente annunciato nelle sue conferenze a Belmonte alla fine del Concilio Vaticano II, e ora molto visibile nel presente Pontificato.

Ci sono 200 Santuari di Schoenstatt. Perché uno a Belmonte?

Ciascuno dei Santuari di Schoenstatt ha una missione precisa. Sono emersi, in generale, da una corrente di vita e dal desiderio di essere una risposta a determinate situazioni di ogni persona in ogni tempo. Il Santuario Belmonte a Roma è emerso da una corrente di vita che esperimenta  la “famiglia internazionale” in piena comunione con la Chiesa e come un luogo dove sperimentare un provato carisma al suo servizio. Inoltre, questo Santuario, insieme con il Centro Internazionale, vuole essere una “casa” per tutti gli Schoenstattiani di passaggio a Roma. Questa dovrebbe essere la loro “casa Romana”, il loro luogo di sostegno e luogo di riposo “come famiglia”, con la casa (Santuario), la Madonna (la nostra Madre e Regina) e con il Padre (Padre Kentenich, il nostro Fondatore) . Tutti dovrebbero sentirsi a casa qui.

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Padre Kentenich parla spesso di una Chiesa rinnovata, una nuova Chiesa. In questo senso, questo Santuario ha una missione speciale, e, se è così, come sarà portato avanti questo suo nuovo compito?

A Roma Belmonte, il nostro Padre e Fondatore ha parlato concretamente di una visione della Chiesa. Cinquanta anni sono passati da quando quel messaggio è stato proclamato, e possiamo vedere ora come è ancora in vigore. Ha parlato della “Chiesa sulle nuove sponde”, una Chiesa in stile familiare che è una “roccia del pellegrino”: inamovibile nei suoi principi e missione, e, allo stesso tempo, accompagnando l’uomo di oggi, partecipando alla sua vita, è anche anima della cultura e del mondo. Questo Centro Internazionale dovrebbe rendere questo messaggio conosciuto e collaborare in modo efficace con il rinnovamento della Chiesa, a partire dal carisma dato da Dio a Padre Kentenich e, attraverso di lui, a tutta la sua famiglia spirituale. Il Rettore è, in un certo modo, un garante che Belmonte compia la sua missione.

Padre Kentenich parla di “sentire con la Chiesa”. E’sentito, vissuto, quello che Belmonte celebra con la Chiesa? Come? Come è espresso l’amore per la Chiesa a Belmonte?

Amore per la Chiesa e fedeltà al Santo Padre sono visibili in questo Santuario; per esempio, nella celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, offrendo l’Eucaristia per le intenzioni della Chiesa, che ricorda grandi eventi come sinodi, canonizzazioni, i messaggi del Santo Padre a tutta la Chiesa universale … Il Centro Internazionale dovrebbe anche essere, nel tempo, il luogo in cui i molteplici Movimenti della Chiesa possono incontrarsi per riflettere e pregare per la loro missione comune e per essere il “dono” dello Spirito Santo per il tempo presente.

Parliamo del Centro Internazionale di Roma. Come vede la sua internazionalità?

L’internazionalità è un tratto caratteristico di tutta la Famiglia di Schoenstatt. Il Centro Internazionale dovrebbe essere il luogo di incontro con questa caratteristica, non solo nelle persone che lo visitano, ma anche nella sua presentazione: le informazioni disponibili in varie lingue, materiale di formazione e informazioni su Schoenstatt (libri e oggetti di pietà stampati) provenienti da diversi paesi, la possibilità per la consultazione in varie lingue sul pensiero di Padre Kentenich, in una libreria “internazionale”, etc. Qualcosa di molto originale sulla presentazione internazionale di questo Centro nella Domus Pater Kentenich è l’idea originale di dare a ogni stanza il nome di un paese dove c’è un Santuario, e quel Paese è incaricato di mettere nella stanza un crocifisso e un’ immagine della Madre Benedetta che siano tipici della loro cultura, come una chiara manifestazione del radicamento di Schoenstatt in quella cultura.

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Belmonte: quattro nazionalità in una foto – Uruguay, Brasile, Argentina, Italia. Presente anche, anche se non nella foto: Cuba, Germania, Ecuador

Qual è la sua più grande preoccupazione con il suo nuovo compito?

Naturalmente la mia più grande preoccupazione è quella di aiutare Belmonte a compiere la sua missione in ciò che il nostro caro Padre e Fondatore ha voluto e che possa fedelmente prendere piede qui; che oggi davvero sia quello di cui, i suoi figli, hanno bisogno per essere con lui a Roma. Il mio sogno è anche che Belmonte diventi un luogo di sostegno per tutti, ma soprattutto per gli schoenstattiani che passano per Roma, che si sentano a casa e possano approfondire il carisma che condividono.

Prenderà il suo incarico il 22 gennaio 2017. Qual è il suo sogno per Belmonte Roma il 22 gennaio 2018?

Solo un sogno: che possa rispondere alle numerose esigenze e aspettative della Famiglia Internazionale di Schoenstatt, ma soprattutto, che possa vedere il Centro Internazionale pienamente funzionante.img_0106

Intervistatrice: Maria Fischer

Originale in spagnolo. Traduzione: Carla Friehlingsdorf, Roma, Italia

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