Postato su 2014-09-09 In Alleanza solidale

Non dimentichiamo il grido dei cristiani e di quanti soffrono persecuzioni in Irak

mda. “Saluto cordialmente i pellegrini di lingua araba, in particolare coloro di Irak”. Ha salutato Padre Francesco mediante il traduttore in arabo, nell’udienza generale del 3 di settembre. “La Chiesa è Madre, e come tutte le madri, sa accompagnare il figlio bisognoso, alzare il figlio caduto, aver cura dell’infermo, cercare il perduto e scuotere l’addormentato, così come difendere i figli indifesi e perseguitati. Oggi vorrei assicurare loro specialmente questi ultimi, la sua vicinanza: sono nel cuore della Chiesa, la Chiesa soffre con voi; ed è onorata con voi; voi con la sua forza e con la sua testimonianza concreta ed autentica del suo messaggio di salvezza, di perdono e d’amore. Il Signore vi protegga e vi benedica!”. Il Papa segue molto da vicino quello che succede con i cristiani e altre minoranze perseguitate in Irak e in Siria. Ha mandato a motivo di mostrare loro il suo affetto dal 12 al 20 agosto il Cardinale Fernando Filoni, affinché visiti Erbil, capitale del Kurdistan, dove sono rifugiati 70.000 cristiani. Cristiani che hanno dovuto abbandonare le loro case, le loro Chiese, i loro posti di lavoro, cristiani che soffrono la morte di familiari e amici, che soffrono la fame e che hanno paura. Il Cardinale ha consegnato, durante la sua visita, da parte del Santo Padre un milione di dollari in aiuto per i cristiani ed altre minoranze che fuggono dall’ ISIS. I 70.000, ognuno con la sua storia, con il suo dolore, con la sua vita in rovina. “Per favore, aiutateli, caricateli sulle vostre spalle, come fratelli, come sorelle, come figli”, chiede il Cardinale Filoni. “Sono i vostri figli, i loro anziani sono i vostri anziani”.

L’inviato speciale di Papa Francesco in Irak, il Cardinale Fernando Filone, ha esortato la comunità internazionale a considerare i rifugiati dell’Irak non come una moltitudine, bensì come persone individuali, con le proprie storie e necessità. “Dobbiamo fissare il nostro sguardo su ogni bambino, su ogni persona. Quando li vediamo seduti per terra non pensiamo ad una moltitudine, bensì a persone con una storia propria”, ha detto in un’intervista alla ACI Stampa, il 22 agosto.

“Secondo i dati che mi hanno dato, in questo momento ci sono 1,2 milioni di spaesati interni in Irak”, ha commentato il Cardinale, e il che comprende cristiani, yazidi, mussulmani e caldei. “Ho informato Papa Francesco della situazione di precarietà di queste persone, la cui maggioranza è fuggita senza niente”, ha commentato il Cardinale Filoni. Inoltre il Cardinale ha spiegato che era profondamente commosso per la difficile situazione delle persone che soffrono, ciascuno con la propria storia. Lo ha colpito particolarmente la situazione dei bambini, degli anziani e le minoranze yazidi. Il Cardinale ha confessato di avere visto donne rannicchiate in un angolo, senza i propri mariti”, e uomini adulti “piangendo come bambini, perché non vedono nessun futuro per il loro popolo”.

Insegnano loro canzoni

Inoltre il Cardinale Filoni si è sorpreso di “vedere anziani intorpiditi seduti senza fare niente in un clima molto caldo”. “Quando una persona è lontano dal suo paese, dove ha la sua vita, le sue amicizie ed è seduto lì che cosa aspetta? Solo la morte. Senza dubbio è drammatico” Inoltre il Cardinale era preoccupatissimo per la situazione dei bambini, che sono stati allontanati dalle loro case. Ha ringraziato coloro che si stanno sacrificando per trasformare queste circostanze orribili in un po’ più sopportabili. “Ci sono volontari, gruppi di giovani che si occupano dei bambini, inventano giochi, insegnano loro canzoni…sono piccoli e grati particolari”, ha ringraziato il Cardinale. Tra i rifugiati ci sono anche appena nati. “Un bambino è nato due giorni prima del mio arrivo”, ha ricordato il Cardinale. “I genitori con l’altro figlio facevano l’impossibile per avere il loro piccolo angolino. Hanno perso tutto. Il loro unico tesoro è questo bambino che è nato e grazie a Dio è lì”.

Sono nostri fratelli

“L’atteggiamento del Papa, ha segnalato il Cardinale, è che noi, come pastori, portiamo alle nostre pecore sulle spalle e camminiamo con loro. Dobbiamo camminare davanti a loro per guidarli, camminare tra loro per incitarli e camminare dietro a loro per incoraggiarli”.

Si calcolano tra i 120 ai 130 mila cristiani tolti dalle loro case nel nord di Irak a causa della persecuzione dell’ISIS, che dalla metà di luglio ha decretato che se non abbandonano il territorio del suo “califato” i cristiani saranno assassinati.

“Mi piacerebbe incoraggiare tutto il mondo ad usare l’espressione del Papa Francesco, quando ha detto che ciascuno di noi deve caricare sulle sue spalle gli altri….E questo darebbe loro l’opportunità di non sentirsi abbandonati, e a noi di non pensare a loro come estranei e in questa maniera non allontanarci dal Vangelo da Dio, dall’umanità”, ha concluso.

Con materiale del VIS e dell’ACI


Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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