Postato su 2014-09-24 In Santuario Originale

Uno splendore che non si spegne: ricordi del pellegrinaggio catalano a Schoenstatt

SPAGNA, Mariona Cañisá. Già sono passate varie settimane, ma lo splendore non si spegne Un gruppo della Famiglia di Schoenstatt catalana è andata in pellegrinaggio alcune settimana fa, a metà agosto e a motivo del Giubileo, al luogo di origine ed accompagnata da due sacerdoti diocesani. Per alcuni era la prima volta. Per altri, nonostante fosse già un’esperienza vissuta, indubbiamente questa volta aveva una sfumatura diversa.

L’illusione poteva leggersi chiaramente nello sguardo di tutti, nei sorrisi, nei gesti, nei silenzi…. Il giorno dell’arrivo, nonostante la maggioranza fosse stanca per il lungo viaggio in omnibus, la stanchezza non ha tolto né un’ombra all’entusiasmo. Nel Santuario Originale le mani della Madre sembravano accarezzare ciascuno, più da vicino che mai.

“Nulla nel nostro interiore continuerà essendo uguale a prima”

Sono stati giorni impeccabilmente organizzati, con molte attività, scoperte e nuovi incontri.

Sono stati giorni intensi di esperienze vissute: il giubilo dell’arrivo, lo svago dei giochi condivisi, la profonda gioia nella prima visita al Santuario Originale, la pace ritrovata durante la preghiera sulla tomba del Padre Kentenich, il raccoglimento e forte rispetto al seguire i racconti di tutti e ad ognuna delle testimonianza, la tenerezza al scoprire le mani strette della Madonna e S, Giuseppe nell’immagine del Santuario delle famiglie, la bellezza dell’Alleanza d’Amore di quattro pellegrini, la fiducia nell’incontro di valorizzazione, la nostalgia anticipata al momento del commiato, il calore e l’amicizia condivisa tra tutti: anziani, giovani e piccoli, l’emozione al scoprire, già al ritorno, “che nulla nel nostro interiore continuerà essendo uguale a prima”.

L’Alleanza d’Amore

Ma Schoenstatt è così. È quest’amore che si può sentire in silenzio nel più profondo dell’anima, ma che si può condividere; è questa capacità di trasformarlo tutto in pace e in gioia; è questo rispetto per gli altri, l’accettazione dell’altro, amandolo con tutte le sue virtù e le sue mancanze, senza giudicare tendendo semplicemente la mano; è questo sentirsi amato ed accettato.

Grazie, Signore, per la luce che hai donato a Padre Kentenich cento anni fa, per la forza e il coraggio che gli hai dato, per tutta la sua opera, per lasciare che lo splendore, il calore e la vita di questa luce irradi su tutti coloro che facciamo parte della gran Famiglia di Schoenstatt. Uno splendore che non passa, che perdura, che cresce, che si intensifica, che ci accompagna, c’illumina nei momenti di oscurità, ci culla, ci fa più robusti, ci dà la forza per seguire ogni giorno lottando per essere persone migliori e migliori cristiani.

Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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