Postato su 2010-08-27 In Santuario Originale

Se Dio dice ad uno: “Lo sé…..”

Hinhören: Torsten Hartung bei der Nacht des Heiligtums, 21. Augustmkf. È giunto il venerdì sera con sua moglie durante l’apertura della “Notte del Santuario” e si è unito ai giovani: era Torsten Hartung, ex capo della banda di trafficanti di auto, condannato per omicidio, ex detenuto, cui Dio ha toccato molto personalmente e lo ha condotto alla fede…. L’anno scorso, nella “Festa della fede” a Dietershausen, ha raccontato la sua storia. In questi giorni era a Schoenstatt e durante la “Notte del Santuario” ha parlato a centinaia di giovani per dire loro che nessuna vita è totalmente perduta e distrutta, che Dio non possa sempre convertirla in qualcosa di grande, che non possa chiamarla, che non possa renderla felice.

Zuhörer

Si sentiva che c’era molta riflessione, molta fede nella divina Provvidenza in quello che raccontava Torsten Hartung – a prima vista un uomo simpatico, semplice, intelligente, sui 40 anni, come qualsiasi persona che s’incontri per la strada – intorno al suo cammino da vittima a delinquente, alla sua conversione ad offrirsi come collaboratore di Dio, convinto ed invitando a confidare in quel Dio che prende sul serio a ciascuno di noi e vuole dedicarsi radicalmente per fargli sperimentare il suo infinito amore. Ha affermato che lui può parlare, al massimo, cinque minuti del tempo e della politica, dopo ritorna a parlare di Dio. Gli si crede, la sua testimonianza ha qualcosa di qualcosa della freschezza e della serenità missionaria del cristianesimo primitivo.

Da vittima a delinquente

Torsten HartungLa sua vita è cominciata, ha affermato, Torsten Hartung, come la carriera di tanti giovani delinquenti: come vittima di genitori violenti, che erano stati a loro volta vittime di maltrattamenti. I suoi genitori erano atei, lui non aveva mai sentito parlare di Dio. Ha narrato drasticamente le sue esperienze cruciali, che hanno annullato la sua fiducia originale – quel gran dono di Dio ad ogni bambino che nasce – e il senso della giustizia: botte, e minacce di suicidio da parte di sua madre, bugie e accuse dai suoi genitori. Ad un determinato momento il bambino cerca disperatamente di attrarre l’attenzione: passa da farsi il pagliaccio, ad essere un prepotente, e solamente si sentiva vivo, quando picchiava o era picchiato. La relazione con la sua fidanzata si era interrotta per la sua incapacità di vivere rapporti sinceri. Dopo il primo contatto con la mafia russa, era stato arrestato, e ha passato un periodo in prigione. È cominciata così la sua carriera come capo di una banda di trafficanti di automobili. Ha fatto coscientemente il passo alla delinquenza e gli si sono aperte le porte del mondo. In Russia ha ammazzato a colpi di pistola un complice, che gli contendeva il posto di capo. Si chiamava come suo padre.

Un bigliettino con un desiderio: una vita felice

Beim Vortrag - Torsten Hartung“Vorrei una vita felice”, ha scritto su un biglietto nel monastero di San Salvatore, in Spagna, dove si era recato con la sua fidanzata, perché interessato all’arte storica. Lì ha trovato le vetrine con delle preghiere ascoltate, e nel modo di “Desideri qualcosa” (uno show molto popolare in quell’epoca), ha scritto un desiderio, uno solo. Dopo poco tempo è stato arrestato. In carcere ha cominciato a scrivere un diario, descrivendo il suo cammino da vittima a delinquente, e ha concluso dicendo: “Nella mia vita non ho mai incontrato un uomo tanto cattivo come me”. A Pasqua un video intorno a Gesù lo ha colpito…..Una silenziosa esperienza con la croce, dopo alcune settimane, lo ha condotto a chiedere perdono a Dio.

Nella gigantesca tenda si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo, tanto era profondo il silenzio, quando Torsten Hartung raccontava della sua immediata esperienza di Dio, di percepire una voce colma di misericordia, di perdono, d’amore, d’accoglienza: “Io so”. Ha detto: qui è crollata la mia visione del mondo. D’allora si è inserito nella mia vita l’elemento sconosciuto: Dio. Gli altri detenuti si meravigliavano di come risplendeva interiormente . così come lo fa ora- – quando raccontava del suo stato d’animo.

Il suo nome di battesimo è Pietro

ZuhörerDue anni dopo, e dopo molto contatto con Dio, di un intenso studio della Bibbia e della catechesi, è stato battezzato con il nome Pietro. Si era deciso per la Chiesa cattolica, perché nella storia della Chiesa aveva scoperto una chiara linea conduttrice da San Pietro fino a Giovanni Paolo II. Nello stesso anno si è consacrato alla Madonna, chiedendole che Lei fosse sua Madre, qualcosa che non aveva mai avuto. Un fragoroso applauso ha accompagnato le sue parole: “e ora posso dirvi che Ella è ammirabile”. Dopo la sua liberazione – tre anni fa – lavora nella pastorale delle carceri: “posso vedere miracoli”. Sta costruendo con sua moglie, che provvidenzialmente ha conosciuto in Corea, una casa di riabilitazione per i delinquenti giovani che escono dalle carceri.

Il bigliettino, seconda parte

Fragen aus dem PublikumE il bigliettino che ha lasciato nel monastero di San Salvador? “La richiesta si compie ogni giorno. Sono felice. Credetemi, Dio ci prende sul serio”. Si sono uniti gli applausi alle domande del pubblico, che dimostravano, quanto la testimonianza avesse colpito e ottenuto. Qual è la linea di condotta della sua vita”?. Torsten Hartung ha raccontato come ha conosciuto sua moglie. Il primo incontro con Dio è stato qualcosa di eccezionale, durante il cammino era un continuo domandarsi per il seguente passo, per quello che doveva fare, per quello che Dio voleva dirgli di alcuna esperienza concreta o per un incontro, e tutto questo s’assomiglia fortemente al camminare di Padre Kentenich e alla sua attiva Fede Pratica nella Divina Provvidenza. Si può restare 20 anni in un carcere e elaborare quell’infanzia e gioventù totalmente solo, si possono curare tali ferite? Sì, dice lui. Ha avuto un primo aiuto in una terapia, dove ha imparato la forma di presentare a se stesso le questioni intorno al punto chiave della vita. Ma la guarigione l’ha avuta da Colui che è venuto al mondo per redimerlo. “Gesù è il migliore terapeuta. Egli è il Redentore, è venuto a guarire le anime malate”. Il nocciolo della questione: come posso confidare radicalmente in Lui? “Se credo che Dio è onnipotente, non devo preoccuparmi”, ha risposto Torsten Hartung, ed ha aggiunto: “lo dice Padre Kentenich”.

L’inizio di una giornata piena di contenuto

Bürgermeister Hahn begrüßt die JugendlichenSabato 21 agosto. Dopo la possibilità di assistere alla Santa Messa nei diversi Santuari e nelle Cappelle delle Case di Schoenstatt, la conferenza di Toesten Hartung è stata l’inizio mattutino di una giornata piena di contenuto. Il programma è stato brevemente presentato all’inizio: workshop – quello di Torsten Hartung era affollatissimo – offerte di attività creative sportive, come anche un tempo nel Santuario Originale e la possibilità di confessarsi. Il punto culminante è la vigilia notturna nel Santuario Originale, con cui si è conclusa la “Notte del Santuario”.

Il sindaco di Vallendar, Sig Gunther Hahn, ha salutato i giovani all’inizio del giorno e ha augurato loro un ottimo soggiorno. Da parte loro i giovani hanno ringraziato il suo appoggio nella preparazione ed organizzazione di questa “Notte del Santuario”.

Vortrag von Torsten Hartung, 21. August

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Album di foto

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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