Postato su 2019-06-10 In Dilexit ecclesiam, La Chiesa - il Papa

Avere un concetto alto di Dio per avere un concetto alto dell’uomo.

ITALIA, Pamela Fabiano •

A poco più di una settimana dalla nomina papale a Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, abbiamo raggiunto S. Ecc. Mons. Ignazio Sanna ad Oristano, dove si trova in attesa di lasciare l’Arcidiocesi al suo successore, prima della sua partenza per Roma. L’insegnamento di P. Kentenich, la fedeltà a Dio e all’uomo – per difenderne la sua dignità e libertà – sono la ricchezza schoenstattiana che Mons. Sanna porta con sé nel nuovo incarico che si appresta a svolgere. —

 

  1. Qual è il suo sentimento davanti a questo importante compito, come membro dell’Istituto dei Sacerdoti diocesani di Schoenstatt? A livello pratico, nella sua vita quotidiana, quali novità comporterà?

Anzitutto provo un sentimento di gratitudine al Santo Padre per darmi la possibilità, con questa nomina, di servire la Chiesa e il Magistero nel particolare settore del dialogo della teologia con le scienze umane e naturali. Il compito dell’Accademia, infatti, è quello di costituire centri di ricerca per dialogare con ogni forma di pensiero che promuove il bene della persona. Quando rientrerò a Roma, dopo l’ingresso in Diocesi del mio Successore, riceverò il testimone dal P. Real Tremblay, che ha presieduto l‘Accademia nel passato quinquennio con intelligenza e passione. Come  sacerdote schoenstattiano  mi accingo a svolgere questo incarico sotto la guida dello Spirito e la protezione della MTA.

 

  1. La Teologia deve parlare alle esigenze dell’uomo e della società.  Come può (se può), in modo generale, entrare in questo dialogo l’insegnamento di P. Kentenich? 

Secondo il nuovo paradigma voluto da Papa Francesco, la teologia deve portare la luce del mistero di Cristo su tutte le vicende della vita umana, in fedeltà al principio conciliare secondo cui “nel mistero del Verbo Incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”. Penso che mai come in questo momento sia attuale il metodo teologico-pastorale di P. Kentenich di “tenere l’orecchio sul cuore di Dio e la mano sul polso del tempo”. Questo metodo di pensiero ed azione garantisce la fedeltà a Dio, Uno e Trino, e, allo stesso tempo, la fedeltà all’uomo, creato a immagine di Dio. Aiuta ad avere un concetto alto di Dio per avere un concetto alto dell’uomo.

 

  1. Noi, in quanto cristiani, portiamo un’istanza che è la Verità,  rivelata da Dio stesso con suo Figlio Gesù. A partire da questo fondamento, quali sono le sfide da affrontare per la Pontificia Accademia di Teologia? E come vede il suo mandato per i prossimi anni?

 

L’istanza veritativa è oggi particolarmente attuale, perché la società nella quale noi viviamo è pluralista e coniuga al plurale gli assoluti metafisici della verità, della natura, dell’umanità. Il sociologo Baumann ha scritto che oggi volere parlare di verità al singolare è come voler applaudire con una sola mano. Il cristiano ha il compito di dimostrare che esiste una verità e che questa verità è Cristo, il Figlio di Dio. Benedetto XVI ha condannato la dittatura del relativismo, che usa come criterio della verità non la virtù ma il piacere. Con dolcezza e rispetto, secondo le indicazioni della Prima lettera di San Pietro, bisogna rendere ragione della nostra speranza e della nostra fede in Dio. La principale sfida da affrontare è la questione antropologica, che mette in pericolo l’umanità dell’uomo. La Chiesa è stata sempre dalla parte dell’uomo e ne ha difeso la sua dignità e libertà.

 

  1. Schoenstatt Italia è orgogliosa di avere un Vescovo italiano nella sua Famiglia, per di più, uno dei più importanti teologi del nostro tempo oggi a capo di un Ufficio della Curia Romana. Lei, Eccellenza, cosa vuole dirci per spingerci a continuare sulla strada segnata da P. Kentenich, nell’Alleanza d’Amore con Maria? 

Ritengo che oggi la pedagogia di P. Kentenich sia essenziale nella formazione delle nuove generazioni ad essere protagonisti di libertà e profezia. L’ideale personale e il perseguimento della santità quotidiana trova una chiara eco in Papa Francesco, il quale ripete che è possibile vivere la santità quotidiana, quella della porta accanto, e in San Giovanni Paolo II, che esorta a ad adottare la misura alta della vita cristiana ordinaria. L’Alleanza d’Amore ci rende operatori di pace e di solidarietà ed artigiani della civiltà dell’uomo nuovo. La nostra santità è contagiosa, perché trasmettiamo la fede non per proselitismo ma per attrazione.

Tags: , , , , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *