Postato su 2020-09-02 In La Chiesa - il Papa

Enrique Shaw: capire il significato sociale delle aziende

ARGENTINA, con materiale AICA •

Il vescovo ordinario militare argentino e delegato episcopale per le Cause dei Santi, monsignor Santiago Olivera, ha celebrato giovedì 27 agosto una messa nella chiesa di Nostra Signora del Pilar, nel quartiere Recoleta, a Buenos Aires, per ricordare e onorare il Servo di Dio Enrique Shaw, nell’occasione dell’anniversario della sua morte. —

Enrique Shaw, figura contemporanea, era un imprenditore argentino scomparso 58 anni fa, riconosciuto per il suo pensiero e la sua opera sociale. È stato un punto di riferimento per diverse conferenze e articoli legati al CIEES, la Comunità Internazionale degli Imprenditori e Dirigenti di Schoenstatt, e, oltre i confini dell’America Latina, è apparso anche nel libro di Carlos Barrio e Lipperheide: Vivere la gioia nel lavoro, recentemente tradotto in tedesco. Mentre i dirigenti d’impresa paraguaiani del CIEES si mobilitano per sollevare un’intera regione colpita dalle conseguenze della pandemia, e gli schoenstattiani in Cile e in Spagna lavorano intensamente sul pensiero sociale di P. Kentenich, è un bene per Schoenstatt e per gli schoenstattiani conoscere una persona come Enrique Shaw, un uomo che non ha fatto nulla di spettacolare, se non vivere il Vangelo nel suo ambiente di lavoro. Coerentemente e con frutti abbondanti.

 

In questo momento di prova, possiamo vivere nel mondo e nel nostro paese nel miglior modo possibile.

All’inizio della celebrazione, monsignor Olivera ha condiviso un’intenzione particolare: “Chiediamo la grazia del servo di Dio, Enrique, per la fine della pandemia, e anche perché possiamo vivere nel mondo e nel nostro Paese nel miglior modo possibile in questo tempo di prova, tirando fuori il meglio di ciascuno e rinnovando la certezza della vicinanza di Dio, di un Dio che è Padre e che non si lascia distrarre”.

“Aggiungiamo anche la richiesta di un “cessate il fuoco” nella nostra Nazione, come nella nostra provincia di Cordoba e in altre regioni che soffrono per l’inclemenza degli incendi. Ci affidiamo anche a tutte le donne che si chiamano Monica e a tutte le madri”, ha aggiunto, nel giorno di Santa Monica.

Nell’omelia ha aggiunto: “Ci siamo riuniti nel nome del Signore per chiedere la rapida beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, con la certezza di chiedere qualcosa di molto importante per la nostra Chiesa e per il nostro Paese: avere un modello, un faro, un riferimento nell’oggi permanente della nostra storia. Il Servo di Dio Enrique era un membro della Marina argentina, un laico, un uomo d’affari, padre di famiglia, un cristiano serio, un cattolico impegnato”, ha detto.

Un cittadino modello

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Ricordando il suo ministero di vescovo di Cruz del Eje e la sua opera nella causa di canonizzazione del Santo p. Brochero, ha detto: “Quando mi sono impegnato nella causa di Brochero, ho scoperto che oltre ad essere un grande pastore, totalmente dedicato e quindi un modello di sacerdozio, era anche un modello di cittadino, un grande uomo, un professionista. Faccio la stessa esperienza quando approfondisco la vita del nostro servo di Dio Enrique Shaw. Scopro che è un modello di laico, un marito e padre di famiglia, un cristiano impegnato nella vita della Chiesa e nella società, un cittadino, un imprenditore con chiari valori, un uomo d’affari, un gigante evangelizzatore, un genio, un grande. E in verità, non sto esagerando”, ha ammesso.

“Sapere di più su di lui ci farà molto bene, e sarà un ottimo riferimento per il nostro Paese, necessario in questo tempo di pandemia che ci pone di fronte alla necessità di guardare gli altri con giustizia e verità. Sono tempi in cui l’immaginazione della carità esige che tutti i cristiani aguzzino lo sguardo e mobilitino maggiormente il cuore”, ha affermato.

Incarnare la Dottrina sociale della Chiesa

“In questi tempi in cui viviamo, senza dubbio, molti dirigenti d’impresa cristiani sono chiamati a guadagnare meno soldi, ma a guadagnare più cielo”, ha ricordato. Sappiamo che Enrique “ha vissuto la sua vita terrena, preparandosi alla vita eterna, lasciando che Dio agisca in lui”, ha detto.

“Enrique lo capì e si preoccupò di incarnare la dottrina sociale della Chiesa nel mondo del lavoro, visse veramente la comunione in azienda, e poté fare di ciò che il Santo Padre San Paolo VI espresse allora, una realtà, e cioè che ‘l’Eucaristia ci muove all’amore sociale’ “.

“Enrique aveva ben chiaro che l’Eucaristia aiutava gli altri. L’Eucaristia ha permeato tutta la sua vita e si è espressa in alcune linee formative per i dirigenti della sua società. Viveva e insegnava che l’uomo d’affari aveva il suo dovere di migliorare sé stesso dandosi agli altri. Un dovere di servizio aperto alle esigenze degli altri a somiglianza di Gesù nell’Eucaristia.

Imprese solidali

“Molti di noi, senza dubbio, condividono l’idea di quanto sia provvidenziale questa causa nel nostro tempo. Enrique ha la forza dei santi per illuminare con la sua parola e senza dubbio con il suo esempio il significato sociale di una impresa, che è un’intera squadra che dovrebbe servire al progresso di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Tutti sono fratelli e sorelle e nella responsabilità di ciascuno non dobbiamo dimenticare la vita dell’altro perché siamo tutti un dono per gli altri”, ha detto monsignor Olivera.

“Molti di noi sanno, grazie a Dio, che il servo di Dio come imprenditore si prendeva cura degli operai; in realtà lo viveva come una vicinanza che esprimeva affetto ed empatia, ‘verso i suoi operai e le loro famiglie’. Enrique era solidale con i suoi colleghi. Questa solidarietà si basa sulla certezza di un destino comune e di lavorare insieme affinché la vita sia “più umana” per tutti. La sua vita è un messaggio per gli imprenditori di oggi. Dio vuole che lo ascoltiamo e che lo conosciamo sempre di più”.

 

Originale: Spagnolo. Traduzione: Pamela Fabiano, Roma, Italia

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