Postato su 2011-03-24 In Schoenstattiani

Incontro con il Padre Fondatore quando ero bambino

Frank Manson-Kullin with his wife HelenAFRICA DEL SUD, mev. P. Kentenich aveva visitato l’Africa del Sud per la prima volta nel 1948. Frank Manson-Kullin, che allora era un bambino, racconta la sua esperienza e quello che ha significato per lui conoscere il Padre. P. Kentenich è arrivato, nonostante le molte difficoltà, all’aeroporto di Johannesburg in Africa del Sud sessanta tre anni fa ed è stato accolto da tre leader delle Sorelle di Maria di Schoenstatt e da Padre P. Peron, OMI.

 

Se consideriamo che aveva sopravissuto quasi 4 anni come prigioniero della Gestapo in uno dei campi di concentramento a Dachau, non ci sorprende che all’arrivare avesse detto: “In realtà non dovrei essere qui, se Nostra Signora non fosse intervenuta, non sarei qui. Si è occupata molto di me”

The young Manson-Kullin family moved to Queenstown La famiglia del giovane Manson-Kullinsi si era trasferita da Città del Capo a Queenstown nel 1926 con una figlia, ed era stata accolta nella comunità cattolica da Mons. Vogel, responsabile della conversione del padre della famiglia al cattolicesimo nel 1929. La madre di Frank e Suor Editha – la prima Sorella di Maria della Parrocchia – erano diventate grandi amiche.

Mater habebit curam

Cathcart Pioneer SistersNel 1947 Frank ha avuto una grand’esperienza che aveva marcato la sua giovane esistenza: “Mio padre era stato trasferito a Witbank e i miei genitori avevano deciso che la famiglia rimanesse nella casa paterna con nostra madre. Sebbene per loro fosse molto difficile vivere separati, avevano preso questa decisione per non complicare troppo la vita dei figli. Suor Editha, che svolgeva un ruolo di assistenza come religiosa nella parrocchia, è stata un grand’appoggio per noi. Aveva regalato un’immagine della MTA a mia madre che l’aveva collocata in camera da letto, affinché al mattino al risvegliarsi aiutasse a cominciare un nuovo giorno e fosse presente fino all’ultima ora della notte. Suor Editha aveva trasmesso alla mamma un messaggio del Fondatore di Schoenstatt: “Figlia non dimenticare tua Madre”. E lei rispondeva così “Mater habebit curam”, come espressione di una fiducia incondizionata nell’Alleanza d’Amore. Questo l’aveva portata ad una profonda fede nella Divina Provvidenza ed io avevo imparato col tempo a recitare la Piccola Consacrazione ascoltandola pregare ogni giorno davanti alla nostra Immagine speciale della MTA.

Dopo aver salutato mio padre, guardando il treno scomparire alla nostra vista, eravamo ritornati a casa in silenzio camminando, e ci eravamo subito inginocchiati davanti alla Madre. In quel momento erano sorte improvvisamente le domande: e ora che non c’è il padre in casa come ci arrangeremo?, e questo bambino tanto piccolo!?! Mia madre veramente afflitta, rivolgendosi alla MTA mi aveva messo nelle sue mani. ripetendomi: “Non perdere mai la fede, confida in Dio e nel suo Figlio Gesù, Loro con Nostra Signora, saranno sempre accanto a te”. Questo gesto è stato l’inizio di qualcosa che, nonostante in quel momento non fosse stato ben compreso, ha acquistato in me un gran significato con il trascorrere degli anni.

L’arrivo di Padre Kentenich

The parish church where Fr K said mass and where the Fr Symbol visit Mass of thanksgiving was celebtratedP. Kentenich è arrivato finalmente a Johannesburg in dicembre di quell’anno e il 5 gennaio a Queenstown, I giorni seguenti si erano trascorsi nel campo dei missionari con Mons. Rosenthal, (che sarebbe stato consacrato vescovo il 23 maggio 1948). Dopo aver presieduto la Santa Messa, Mons Rosenthal mi aveva invitato ad accompagnarlo con P. Kentenich a Cathacart il giorno seguente, l’8 gennaio 1948.”

Frank ricorda quanto lo aveva colpito osservare la reazione di P. Kentenich all’accoglienza ricevuta dagli abitanti del luogo: “Il Fondatore era rimasto commosso dalla generosità di questa povera comunità e aveva ringraziato il benvenuto insperato e i preziosi regali”.

Aveva sorpreso molto Frank, quanto P. Kentenich si accorgeva delle necessità della gente. Ricorda come in un’occasione P. Kentenich aveva parlato brevemente considerando il gran calore nell’estate di Cathcart. E alla fine si era rivolto alla gente dicendo che aveva un gran regalo per loro…una pioggia! “Ed era una pioggia di dolciumi che aveva lanciato per aria, affinché i bambini li prendessero. Immediatamente si era scatenata una pazza corsa e i piccoli si erano avvicinati al Padre per ricevere una caramella direttamente, perché troppi piccoli per riuscire a prenderne qualcuna tra la confusione dei più grandi. Mi domando quanti di quei bambini vivranno ancora oggi e che cosa ricorderanno di quel giorno!”

L’ideale dell’Immacolata

Pioneer sisters working in the Queenstown Mission fieldsOgni incontro con P. Kentenich è stato più che fecondo per l’anima. Frank ricorda due episodi durante la celebrazione della Santa Messa. Il Padre aveva spiegato, che proprio nel momento in cui il Signore si offre al Padre Celeste dalla croce, si offre anche ai fedeli nella Santa Comunione, come alimento sacramentale. Il Padre aveva invitato ciascuno, affinché preparasse nel suo cuore un piccolo sacrificio personale per il Signore ogni volta che riceveva la Santa Comunione, dicendo: Per favore, ricordate non venite mai a comunicarvi con le mani vuote. Frank aggiunge “Allora il sacerdote voltava le spalle ai fedeli e la maggioranza nella congregazione non poteva ascoltare, né comprendere il latino. Ma Padre Kentenich aveva sorpreso tutti, perfino le Sorelle, quando guardandoci, aveva letto le Letture e il Vangelo in perfetto inglese con voce chiara, ferma e ad alta voce, affinché tutti nella cappella potessero sentire. Il Padre predicava in tedesco con un traduttore in inglese, e naturalmente richiedeva più tempo. Poi il Padre aveva chiesto scusa che non aveva potuto rivolgersi ai presenti nella loro lingua”

Ricorda come diretti da Sr. Editha avevano organizzato una celebrazione in onore della visita di P. Kentenich e il motto era “L’uomo nuovo”. “Avevo ammirato molto P. Kentenich, quando all’accettare amabilmente e con gratitudine la nostra accoglienza come un’offerta a Nostra Signora chiedeva alla Madre Tre Volte Ammirabile e Regina di Schoenstatt che benedicesse tutti coloro che avevano collaborato con la celebrazione. Inoltre chiedeva alla Madre di Dio che ci benedicesse e che ci aiutasse a rafforzare il nostro carattere per poterci conservare fermi in qualsiasi momento!”.

Frank esprime come il Padre soleva parlare intorno all’ideale dell’Immacolata, che Ella ci presenta come l’ideale della pienezza naturale e soprannaturale di vita; e la descriveva perfetta sotto tutti gli aspetti. Indubbiamente una persona così deve possedere una mente chiara, una volontà ferrea ed una vita profondamente emozionale. Frank racconta: “Avevo potuto appena percepire l’effetto che quegli incontri con P. Kentenich in St. Dominic’s, la Missione a Queentown di Santa Teresa e la Parrocchia a Cathcart, avrebbero esercitato in futuro sulla mia vita matrimoniale”.

Che cosa ha significato conoscere P. Kentenich?

Cathcart Shrine“Conoscere ed ascoltare P. Kentenich, da bambino può essere difficile, ma la fiducia innocente ispirata dalla graduale introduzione alla Spiritualità di Schoenstatt per opera delle Sorelle di Maria, ha eliminato la maggioranza di quegli ostacoli. L’unica eccezione sono stati quei momenti in cui vinceva la stanchezza. Nel cammino a Cathcart con P. Kentenich, mi ero tranquillizzato, quando lui ci aveva detto che tutti avevano bisogno di dormire; alcuni più di altri e che dipendeva molto dal ritmo della nostra vita quotidiana. Il livello d’interesse che dimostriamo compiendo un’attività qualsiasi, il piacere che si prova al riuscire a liberarsi di fare le cose che ci piacciono, danno la sensazione che tutto è meno logorante. Al contempo la nostra buona disposizione per offrire tutta la nostra vita a nostra Signora richiede valore, ma al riuscirci, riceviamo una gioia indescrivibile, che ci aiuta a comportarci sempre meglio. E si potrebbe confrontare con la nostra speranza che il Dio Trinitario non si stanchi di spargere una grazia dopo l’altra, e che tutto quello che facciamo sarà riconosciuto in cielo.

Sono ritornato a percorrere quel cammino spesso, lo stesso che ho percorso con Padre Kentenich, sia personalmente per visitare il Santuario, sia spiritualmente in cerca del significato completo di quello che lui aveva detto a Cahcart. Così come in tutte le sue conferenze e le cose che lui ha detto alla gente che l’accompagnava, c’erano parole o pensieri che richiedono tempo per ricordare o riflettere.

Frank Manson-KullinQuello che ricordo benissimo è che conoscere Padre Kentenich in quel momento mi ha permesso avere una meravigliosa percezione e visione delle sfide che ti prepara la vita: autodidattico e disciplinato con l’equilibrio adeguato e la libertà per una formazione religiosa nella propria vita. Qui c’era un sacerdote cattolico che mi aveva fatto capire quanto la presenza di Maria in una famiglia è il miglior maestro, e che all’essere attento e servizievole con mia madre, soprattutto in assenza di mio padre, l’avrei aiutata. La MTA mi ha aiutato a riconoscere, alla mia giovane età, che la mia formazione nella nostra famiglia sarebbe riuscita a maturare come persona e che ad accettare la responsabilità, avrei assistito mia madre in molte occasioni. Ed inoltre all’essere responsabile da molto piccolo e a compiere il mio dovere straordinariamente bene, qualsiasi fosse la sfida, avrei regalato a mia madre tanta gioia e felicità, e io anche avrei ricevuto una soddisfazione personale. Le azioni, le espressioni di P. Kentenich, tutta la sua vita e quello che lui ha fatto al servizio e in onore alla nostra Madre Tre Volte Ammirabile e Regina di Schoenstatt.

Conoscere il Fondatore, quando io ero un bambino, ha creato in me la necessità di affrontare le sfide della vita in maniera responsabile, il che mi ha dato un risultato positivo al sviluppare un rapporto gioioso, tranquillo e amoroso con i miei genitori, fratelli e sorelle, amici e con tutti, e soprattutto al costruire con il mio sforzo quotidiano una relazione con Dio”.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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