Postato su 2014-10-17 In Giubileo 2014

E la Fiaccola arde – attraversando pioggia e temporale

FIACCOLA CON SFAFFETTA 2014, mda. Fino ad ora c’è stata una sola serata piovosa, prima del vero e proprio pellegrinaggio giubilare a Schoenstatt, e a parte tutto, anche contro ogni previsione del tempo: Raggi splendenti di sole sul cielo di Schoenstatt e temperature quasi come in estate, mentre i pellegrini – in parte imbacuccati fino ai denti per precauzione – arrivano a Schoenstatt e si dirigono in pellegrinaggio al Santuario Originale. Mentre accade tutto questo, la Fiaccola ardente – Simbolo del Fuoco dell’Alleanza d’Amore – si affretta, attraverso pioggia e temporale, ad arrivare a Schoenstatt per la Veglia del Giubileo del Centenario. Dal 15 Ottobre i Tedofori si trovano sulla dirittura d’arrivo, sostenuti dagli incontri con la Famiglia di Schoenstatt di Brunnen e del Movimento di Schoenstatt di Friburgo/Brisgovia, con l’Arcivescovo emerito Dr. Robert Zollitsch, e con il Vescovo Ausiliare Dr. Michael Gerber che ha partecipato alla staffetta facendo una tappa.

La barriera linguistica è spezzata prima ancora di aver varcato il Gottardo. Su blog e face book della  Staffetta si librano – accanto al tedesco –  spagnolo, inglese, italiano e polacco; schoenstatt.org traduce il resto e c’è anche tutto il mondo. La Staffetta, iniziata l’8 Ottobre con la Benedizione della Fiaccola per mano di Papa Francesco, diventa sempre più internazionale. Accanto al Logo della Staffetta c’è il Logo di Ignis e di Generazione Missionaria. Le condizioni atmosferiche dell’Italia del nord e della Svizzera sono  pessime, ma la Fiaccola non deve fermarsi, deve continuare ad ardere, deve continuare ad essere portata fin lassù, sul Gottardo, e poi di nuovo giù, in direzione di Schoenstatt. “Noi vogliamo la sfida”, dicono gli 85 giovani. Vogliamo correre con la Fiaccola ardente attraverso la pioggia, immortalare ogni istante con infinite fotografie e video. E la Famiglia di Schoenstatt corre insieme…

Vogliamo la sfida!”

“La vita ti prepara le sfide più impreviste”, scrive uno dei giovani. “E noi uomini cerchiamo di giostrarci attraverso questi momenti, cercando la miglior strada con il minor sforzo e il minor rischio possibili.

Ma con il nostro progetto tentiamo qualcosa di nuovo!

Vogliamo non sottoporci più a lungo a situazioni imposte dall’esterno!

Vogliamo non cercare più a lungo una strada che è a NOSTRO vantaggio!

Vogliamo non percorrere più a lungo la strada più facile!

Abbiamo ardito sottoporci ad una sfida – volontariamente e disinvoltamente, e ciononostante con la gioia nel cuore.

Sarebbe stato molto semplice trasportare la fiaccola in macchina. Ma noi non volevamo proprio quella soluzione facile –volevamo una forma “moderna” del pellegrinare: Correre!

Vogliamo sudare!

Vogliamo estenuazione fisica!

Vogliamo che provochi dolore!

Vogliamo correre – per ALTRI

VOGLIAMO la sfida!

Per le vittime di Ebola e per i Volontari

E portano sorridendo e spensierati la Fiaccola valicando le Alpi, mentre il numero dei deceduti di Ebola balza rapidamente insieme alla paura di infezione, mentre metà Germania viene bloccata dallo sciopero dei macchinisti, le borse crollano, il Sinodo dei Vescovi provoca un “terremoto” e le studentesse nigeriane sono scomparse già da sei mesi. La “Sindrome-Tabor” di Schoenstatt, come la chiama Dr. Carlos Ferré di Buenos Aires? Non… affatto, non…assolutamente.

Il Tedoforo che corre sotto la pioggia porta con sé un’Intenzione. “Per le vittime di Ebola e per i Volontari.” A questo scopopersevera nella corsa fino al limite dell’estenuazione.

Famiglia concreta

La Famiglia di Schoenstatt della Svizzera prepara ai Tedofori un’accoglienza calorosa; il giorno dopo, Melanie ed Ulli Grauert, mentre sono in viaggio per Schoenstatt, mandano i primi video. Una donna del Movimento, strada facendo, scopre un Tedoforo e inserisce le fotografie su face book. E mentre i primi gruppi di pellegrini arrivano a Francoforte, la Fiaccola raggiunge la Germania, trovando la sua strada verso il “Santuario della Chiamata” di Friburgo-Merzhausen. “Che accoglienza cordiale!” scrive l’Equipe della Stampa, e soggiunge: “Gli altri Tedofori sono stati riforniti di torte tutto il pomeriggio dalla Famiglia di Schoenstatt.Ora siamo tutti insieme e attendiamo con gioia un’altra bella serata!” E così sarà – con una santa Messa celebrata dall’Arcivescovo emerito Robert Zollitsch e dal Vescovo Ausiliare Michael Gerber e: Incredibile – “La rappresentanzadella Gioventù Femminile ha portato a velocità mozzafiato la Fiaccola nel Seminario,dove i Tedofori hanno disteso i loro giacigli.” Lara risponde: “Grazie, per averci dato la possibilità di esserci anche noi! E ancora buona corsa – ci vediamo a Schoenstatt!” E il Vescovo Michael Gerber fa una tappa“a velocità discreta”, secondo il commento dell’esperto.

A Bühl hanno preso in consegna la Fiaccola 15 soldati di Bruchsal. Traguardo, dopo quattro ore e 50 km complessivi:Karlsruhe, dove c’è di nuovo passaggio di Fiaccola…”. Molte grazie alla Gioventù Maschile di Schoenstatt per l’ospitalità e la cordiale accoglienza!” hanno scritto i soldati.

E mentre i soldati sono in cammino perla Staffetta, una Sorella, passando lì con la macchina, vede l’automobile dei Tedofori. Fa manovra, per girare quasi sul posto stesso, e si dirige verso di loro. “Molte grazie per questo fantastico incontro e per una parte della sua spesa in natura, che ci ha offerto come ristoro a mezzogiorno, spontaneamente. È proprio incredibile, quale cordialità ci viene offerta”, dice il commento.

Siamo fieri di essere Tedofori

Prima o poi è arrivato questo momento. Il momento in cui abbiamo cominciato ad essere fieri di ciò che facciamo. Ci siamo sentiti fieri di poterci chiamare “Tedofori”.

Ciò che all’inizio era per noi solo un concetto che cercavamo di definire, si è ora sviluppato ad un’idea chiara.

E ad un tratto ci è apparso chiaro chi siamo noi, che cosa facciamo e per quale motivo lo facciamo.

I primi giorni del nostro viaggio ci era sembrata solo una sensazione, ma ora ci è caduta la benda dagli occhi.

Siamo Tedofori! E siamo fieri di poter portare questa Fiaccola – questa Luce – a Schoenstatt!

Siamo fieri di correre per le Intenzioni delle persone e di lasciar bruciare i nostri piedi.

Ogni bolla ai nostri piedi diventa segno distintivo che portiamo con fierezza!

Tutto questo ci era stato detto già da prima, ma ora l’avevamo anche capito!

Ci vogliamo inserire a modo nostro in una “Hall of Fame” (Sala delle Celebrità).

Vogliamo essere studenti- ed imparare da Padre Kentenich.

Vogliamo essere insegnanti – e trasmettere ciò che abbiamo imparato.

Vogliamo essere politici – e configurare il mondo.

Vogliamo essere predicatori – e parlare della nostra fede.

Vogliamo essere credenti e confidare in Dio.

Vogliamo essere guide – e mostrare il cammino verso Dio.

Vogliamo essere astronauti – e volere la luna.

Vogliamo essere vincitori – e mostrare impegno.

Vogliamo essere cercatori della verità!

Vogliamo dimostrare che siamo in grado di fare qualcosa di straordinario, qualcosa di speciale. Lo facciamo per noi, ma tenendo il nostro sguardo rivolto verso gli altri.

Noi corriamo, ma portiamo con noi, attraverso le Intenzioni, tante persone sul nostro cammino.

Siamo fieri di essere Tedofori.

Schoenstatt in Uscita

Schoenstatt è fiero di avere Tedofori. E di essere Tedoforo: nella Grazia 2014, forse… speriamo… no… anzi con certezza! Schoenstatt in Uscita. Tedofori per i prossimi 100 anni e forse anche oltre.

Con le Intenzioni delle tante persone nel cuore e nella mano.

Schoenstatt è un Movimento ecclesiale, in cui tutti – secondo la loro scelta di vocazione personale e coordinati in Alleanza – servono la Chiesa e la sua Missione ed il Mondo che Dio ci ha affidato.

Schoenstatt è stato fondato nel 1914, nel bel mezzo della prima guerra mondiale. Una guerra che è diventata la culla di uno Schoenstatt “in uscita” – come dice Papa Francesco – che oggi può e deve dare risposta all’esortazione di “andare per la strada”. Uscire dalla piccola valle, dalla propria comunità, per portare una speranza che non è utopia, ma che si esprime nell’azione concreta, in progetti di evangelizzazione che restituiscono all’uomo la sua dignità, indifferentemente da come egli è e dove si trovi. E se è in periferia, tanto meglio, con tutti i rischi e i pericoli ad essa congiunti.

 

18.10.2014. Noi vogliamo la sfida.

Originale: TedescoTraduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

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