Postato su 2014-11-24 In Giubileo 2014

Due motivi per approfondire l’incontro con Francesco

RIFLESSIONI GIUBILARI, Suor M. Elizabet Parodi. L’incontro della Famiglia di Schoenstatt con il Santo Padre ci ha regalato di più, molto di più, con una sequenza di domande e risposte. Credo che tutti possiamo affermare che abbiamo vissuto un’ora di alleanza. Non solo perché il Giubileo è stato l’ambito che ha inquadrato quel momento, bensì perché tutto l’incontro è stato concepito dalla dinamica interiore del nulla senza di Te, nulla senza di me.

Noi ci avviciniamo al pastore per consegnargli il nostro regalo, quello che abbiamo ricevuto 100 fa e che costituisce il centro della nostra spiritualità: l’Alleanza d’Amore nel Santuario. E il Papa ha accettato quel regalo rinnovando, insieme a noi, l’Alleanza d’Amore. Al contempo ci ha dato un messaggio per illuminare il nostro cammino nel futuro: essere testimoni e dare testimonianza dell’Alleanza fino alla radicalità della santità. Questi due motivi Santuario e testimonianza possono essere un aiuto per avvicinarsi alla profondità dell’incontro.

Un incontro nel Santuario

Durante la concezione di quell’avvenimento, maturando l’idea che fosse un incontro con il Santo Padre nel Santuario, un momento di rinnovamento dell’alleanza, in cui le sue parole avrebbero illuminato nuovi orizzonti. Volevamo essere inviati da lui dal Santuario verso la nuova epoca che stavamo per cominciare

Avere dato all’aula l’aspetto di un Santuario, con semplicità e sobriamente, è stata la cornice esteriore per il rinnovamento dell’Alleanza. Anche il momento previo all’arrivo del Papa, che ci ha avvicinato alla fecondità dei carismi nella Chiesa e l’originalità del nostro, così come l’azione di Maria dal Santuario, è stato pensato come un aiuto per risaltare la cornice interiore di quel momento: rinnovare l’Alleanza nel Santuario ed essere inviati dal Santo Padre a sviluppare Cultura d’Alleanza.

In dialogo

Papa Francesco ha captato quella dinamica e per così dire si è inserito nell’atmosfera del Santuario per dialogare con noi. Prima gli era stato domandato, se preferiva dare un messaggio o procedere in base a domande e risposte. Ha preferito l’ultima idea; il dialogo gli è sembrato la forma più appropriata per regalarci la sua testimonianza. E soprattutto per regalarci la categoria dell’essere e del dare testimonianza come messaggio centrale. Un orizzonte che ha definito fino ad invitarci al grado più sublime della testimonianza cristiana: la santità. Coloro che conducono avanti la Chiesa sono i santi. Non avere paura della vita di santità. È rinnovare la Chiesa. Rinnovare il cuore di ciascuno.

Testimonianza

La categoria della testimonianza è stata la risposta di Francesco al dono del Santuario. “Ossia io testimonio, perché quella è la conseguenza di un’opzione della vita”, ci ha insistito. Un chiaro messaggio che evoca l’assioma, tanto radicato in Schoenstatt, l’ordine di essere determina l’ordine di agire, l’apostolato dell’essere è la base di qualsiasi impresa, di tutto fare con Maria dal Santuario. La stessa risposta con la quale la Mater ci sorprende, quando le dedichiamo i nostri sforzi di auto educazione.

Il Santo Padre ci ha parlato nell’ambito della testimonianza, di atteggiamenti per non ridurci al ruolo di parrucchieri spirituali della Cultura d’Alleanza, invece di percorrere le periferie, come Maria, per preparare il nostro tempo per Gesù Cristo.

Francesco ha giustamente eletto nella sua scelta la parola: abbandono. “Ho visto miracoli che il Signore ha fatto attraverso la gente che va per questi cammini di abbandonarsi nelle sue mani”, non considerarsi il centro: “c’è un solo centro, Gesù Cristo” e l’audacia: “il coraggio e la sopportazione e uscire alla periferia”. Tre sono gli atteggiamenti che ci portano direttamente alla culla della nostra santità: nel Santuario Maria ci offre la grazia dell’accoglienza, la cui espressione massima si dà nell’abbandono, che nasce dalla fiducia; di trasformazione interiore, il cui significato più profondo è vivere nel centro di Dio e non considerarci il centro; ci dà la grazia della fecondità nell’apostolato aumentando la nostra audacia e rafforzandoci nella perseveranza.

Inviati a dare testimonianza di quello che ci muove nel nostro interiore

Possiamo dire che con Francesco abbiamo vissuto un incontro, in cui abbiamo sperimentato il Santuario come luogo di alleanza e culla di santità, fonte di una nuova cultura. Al contempo, abbiamo vissuto l’esperienza di essere accettati nel nostro carisma e di essere mandati a dare testimonianza di quanto ci muove nel nostro intimo.

Il suo messaggio: “vivere in tale maniera che altri abbiano voglia di vivere come noi. Il cammino dell’esempio. Che non c’è nulla che lo sostituisca.”

Il suo desiderio: “portate voi in questo mondo del disaccordo, delle diffamazioni, delle calunnie, delle critiche distruttive, tutto questo, portate voi avanti questa cultura dell’incontro rinnovando l’alleanza”.

La sua convinzione: nessuno può educarsi da solo. Ha bisogno che la Madre lo educhi”.

La sua preghiera per noi: “Raccomando tutti voi alla Madre, affinché vi faccia camminare sempre avanti in questo rinnovamento dell’Alleanza”.

L’orientamento per questa nuova epoca

Nessuna delle parole che ci è stata suggerita durante l’incontro ci può lasciare indifferenti. Sarà lo sforzo di ciascuno di noi, dei nostri gruppi e delle nostre comunità a farle agire con il nostro carisma e ad assumerle nella nostra vita, da una ad una. Quelle parole sono il suo legato per noi, figli e missionari del Santuario, e la sua forma di concepire la irradiazione dell’Alleanza. Sono l’orientamento concreto che desideravamo che ci desse l’inizio di questa nuova epoca.

Originale: spagnolo. Traduzione Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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