Citazione della settimana. Tutto questo è il nucleo centrale: il Profeta si sente toccato dal dito di Dio, dall’azione di Dio, e lui vuole infiammare tutti per quell’azione di Dio. Per il Padre ha un’importanza straordinaria, perché significa la conferma del carattere soprannaturale dell’Opera. Dio gli ha dimostrato di nuovo che Schoenstatt è un’iniziativa divina.
Dio gli ha dimostrato di nuovo, il 20 gennaio, anzitutto a lui, che Schoenstatt non è un frutto della genialità umana, né è frutto di molta gente che lavora, bensì che è frutto della sua volontà d’Alleanza. Il che dà al Padre una forte coscienza di vittoria: Se Dio è con noi, niente può essere contro di noi, e quello che dobbiamo fare ora è portare quest’iniziativa alla Chiesa. E questo è la prima cosa che il Padre trasmette nella sua profezia.
Il 31 maggio 1949; il Padre si è reso conto, nella fede, che tutto quanto abbiamo vissuto noi: significa essere figlio, essere Padre, farci Famiglia, non è qualcosa che dobbiamo custodire per noi stessi, non è una realtà intima o privata di Schoenstatt esclusivamente che noi dobbiamo conservare in segreto e non raccontarlo a nessuno, perché questo è come un fiore molto bello che se lo lasciamo all’aria aperta si marcisce, o nessuno lo comprende perché è troppo misterioso.
Padre Kentenich sostiene anzi, che tutto questo è opera di Dio nella nostra Famiglia, ma ha un carattere di messaggio per la Chiesa e contiene soluzioni per i problemi di oggi. E che cosa dobbiamo fare? Trasmettere questo quanto prima.
P. Angel Strada
Insieme scopriamo
i frutti che Schoenstatt ha generato
in questi primi 100 anni nelle diverse realtà
in cui è presente.
Al contempo riconosciamo con umiltà
le nostre limitazioni,
-tanto di carattere personale quanto comunitario-
in questa tappa della nostra storia.
Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina
