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Postato su 2021-11-18 In Vivere l’Alleanza

E tutto per un pranzo…

SPAGNA, Lena Castro Valente •

Verso la fine della nostra visita alla Cattedrale di Oviedo – da dove iniziò l’originale Cammino di Santiago – ci siamo chiesti: Dove andiamo a mangiare? Io volevo mangiare proprio lì a Oviedo in un locale semplice, ma mio marito aveva un’altra idea… —

E’ veramente sorprendente come la Madre utilizzi anche le cose ordinarie della nostra vita quotidiana per manifestarsi e per condurci in qualsiasi posto che Lei giudichi necessario. Per quale motivo? Lo sa solo Lei… e chissà, forse lo sapremo anche noi prima o poi.

Mio marito voleva ritornare a Gijon per pranzare in un ristorante dove era stato nove anni prima, durante il IV Incontro Iberico del Rosario degli Uomini di Schoenstatt. Sembrava così importante per lui che decisi di assecondarlo. Quindi siamo andati alla ricerca di quel ristorante. Abbiamo parcheggiato la macchina in una strada dove si trovava un cortile recintato; all’interno c’era una torre con una immagine di San Giovanni XXIII, alla sinistra una casa bassa e in fondo un edificio poco più alto del “Colegio Virgen Mediadora” (Scuola di Maria Mediatrice). “Ecco, io sono già stato qui”, mi dice, “abbiamo avuto un incontro qui, me lo ricordo.” E proseguiamo per il ristorante.

Ritorno alla macchina…

Dopo pranzo, per ritornare alla macchina passiamo di nuovo davanti allo stesso posto. “Credo che questa sia una chiesa – però, non si riesce a vedere nessun dettaglio che indichi l’idea di una chiesa”, commenta Helder, che cercava disperatamente di ravvivare i ricordi di questo posto. “E c’era anche un’Edicola di Maria che era un po’ abbandonata, o così almeno mi sembra che raccontasse Jesus Cedeira.” Facciamo un tratto di quella strada in cerca dell’Edicola. In fondo, finisce un piccolo parco che esce su una strada dal cortile con la torre; mio marito inizia a salire alcuni gradini irregolari, poi oltrepassiamo alcuni cespugli quando, all’ improvviso, eccola… l’Edicola per la Madonna.

Molto ben curata e con segni di vita. Le candele accese e il Rosario parlano di autentiche storie d’amore, di fiducia, e di affidamento. Davanti ci sono due panchine di ferro che ti invitano a non passare oltre, ma a fermarti e pregare.

Proviamo sempre un’emozione fortissima quando ci troviamo di fronte alla nostra Madre. Inoltre, poiché non siamo andati lì di proposito, l’incontro viene visto come un suo dono nei nostri confronti.

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Breve storia dell’Edicola di Viesques

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Detrás de los arbustos

Ho scoperto che questa Edicola viene chiamata di Viesques perchè si trova a Viesques-Gijon.

Nel 1990 la Campagna del Rosario di Schoenstatt è arrivata in alcune parrocchie di Gijon. Nel 1997, grazie ad alcune coppie di Madrid che viaggiavano verso le Asturie, si è formato un gruppo di coppie e, più tardi, un gruppo di giovani, seguito da uno di professionisti. Nel 2008 la Gioventù di Schoenstatt della Spagna è andata nelle Asturie – Aviles, Colunga e a Viesques-Gijon in missione. Quello è l’anno in cui è stata costruita e consacrata l’Edicola.

Juan Barbudo, che ha accompagnato la missione, ci dice che c’era stato anche un miracolo. “Quando c’erano andati i missionari per preparare le attività, il parroco, Padre Juan Jose Deniz, invitò loro a sistemare un angolo del terreno della parrocchia per la Mater… (Ricordiamo che siamo nelle terre della Patrona della Spagna, La Santina, venerata a Covadonga e intronizzata qui fuori, a destra della porta della chiesa).

Presto, quei ragazzi cominciano a sognare un’Edicola, e quindi si mettono al lavoro, bussando alle porte, chiedendo aiuti dentro la parrocchia. Cominciano con nulla per arrivare ad avere tutto ciò che occorreva, ma non prima di essere costretti ad aumentare i loro contributi al Capitale di Grazie. Veglie di adorazione, pellegrinaggi notturni conquistando il terreno dormendo all’aperto. Un costruttore offre tutto il materiale e, come altro segno della Provvidenza, il capo della missione che studiava architettura elabora l’intero progetto. Iniziano a sgomberare il terreno il 23 luglio; il 28 luglio è pronto per la benedizione.

Una parentesi

ermidaQui vorrei aprire una parentesi per parlare dell’allora giovane Jesus Cedeira (ha collaborato nel 2012 con alcuni articoli per schoenstatt.org) che era al capo della piccola Famiglia di Schoenstatt della parrocchia, il quale ha avuto un ruolo decisivo in tutto questo processo e nello sviluppo di Schoenstatt.

La vita di Jesus è un esempio, sia come persona che come uomo di fede. E’ nato affetto da una malattia congenita (la malattia Werning Hoffmann) che gli blocca ogni movimento dal collo in giù. E’ per lui un ostacolo questo? No! Ha un dottorato in psicologia, è un esperto di computer, un lettore in Chiesa, responsabile per la Pastorale della Salute… Ha partecipato al III Incontro Iberico del Rosario degli Uomini il 10 e l’11 Aprile, 2010, a Pozuelo, ha poi offerto di ospitare l’Incontro successivo a Gijon e Covadonga, e dopo il IV Incontro Iberico del ramo degli Uomini che ha avuto luogo nelle Asturias il 21 e 22 Aprile del 2012. Ha pensato lui a tutta l’organizzazione, incluso un testo di 38 pagine. Era presente a Aveiro per il primo Incontro Mondiale degli Uomini di Schoenstatt.

Così ricca è la sua vita che qualche anno fa, in una testimonianza mandata in Cile, ha detto: “Amo vivere. Non sono mai amareggiato né annoiato. Nella mia vita d’amore la fede ha giocato un ruolo fondamentale, accompagnandomi in modo profondo in tutti i momenti più importanti della mia vita. La mia malattia non è riuscita a diminuire minimamente la mia passione per la vita, e sono sempre riuscito a superare le innumerevoli difficoltà che ho incontrato con la forza morale che viene dalla Madre del Cielo (…). Come cattolico praticante rifiuto l’eutanasia…”.

Conosco lui e i suoi meravigliosi genitori che lo devono accompagnare dovunque. Il Padre di Schoenstatt Michael Lencastre li ha definiti “una famiglia santa”.

Originale: Portoghese, 2021-07-11. Traduzione: Patricia Turchetti, Roma, Italia

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