Postato su 2014-01-13 In Santuario Originale

“Il suo rapporto verso la Madonna è molto profondo e molto personale”

Claudia und Heinrich Brehm. Papa Francesco irradia molta umanità e paternità. È un uomo che si dedica agli uomini e cerca la vicinanza degli uomini. È un uomo di grande umiltà e carità, ma è anche un uomo con molto senso d’umorismo. Ed è un uomo, il cui rapporto verso la Madonna è molto profondo e molto personale. Queste le parole pronunziate da Padre Alexandre Awi, durante una serata d’informazione  per la Famiglia di Schoenstatt,  alla quale aveva invitato la Sede Centrale dei Pellegrini di Schoenstatt il 5 gennaio, dopo la Benedizione serale al Santuario Originale, nella Casa del Pellegrino di Vallendar-Schoenstatt. Hanno aderito all’invito più di 100 persone.

Padre Alexandre Awi, Direttore del Movimento di Schoenstatt in Brasile, Direttore della Gioventù Maschile di Schoenstatt del Brasile, e tra l’altro Docente di Teologia in due Istituti Superiori brasiliani, ha fatto parte del corteo papale durante la Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Padre Alexandre aveva già collaborato strettamente con l’allora Cardinal Bergoglio, durante il Sinodo dei Vescovi latinoamericani nel maggio 2007 ad Aparecida, nella redazione del Documento di Chiusura di Aparecida. Appena ritornato da Roma, dove il 26 dicembre 2013 si è incontrato di nuovo con Papa Francesco per diverse ore, ha raccontato le sue impressioni in questi incontri con il Santo Padre.

Una persona di tantissima umanità e paternità

Prima di dare inizio alla sua testimonianza, che Padre Antonio Bracht traduce dal Portoghese in Tedesco, Padre Alexandre si scusa, dicendo che in fondo sentirebbe un senso d’imbarazzo nel dover raccontare sempre tanto di sé,  quando vuole raccontare di Papa Francesco. “Lo faccio solo e proprio perché voglio raccontare del Papa.”

Il Santo Padre Papa Francesco sarebbe rimasto, dal punto di vista umano, quello che era già stato come Jorge Mario Cardinal Bergoglio. Padre Alexandre ha detto di poter testimoniare questo, dopo averlo incontrato ed aver vissuto con lui nel 2007 ad Aparecida, come Arcivescovo di Buenos Aires, Argentina, e nel 2013 come Papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, ed ora nuovamente a Roma. Nella collaborazione per la redazione del Documento di Chiusura di Aparecida, lo avrebbe colpito già a quel tempo l’interesse personale dell’Arcivescovo di allora verso i suoi collaboratori. “Spesso mi chiedeva: ‘Hai dormito bene? Hai mangiato abbastanza?’ ” Questo fatto gli avrebbe richiamato fortemente alla memoria  – così P. Awi –   Padre Kentenich, il Fondatore di Schoenstatt, del quale si racconterebbe in egual modo, quanto paternamente egli si sia preso cura dei suoi seguaci. “E anche durante la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, ho vissuto Papa Francesco come persona profondamente umana, come un vero padre.” Così, avrebbe  chiesto al Papa di voler partecipare volentieri ad un incontro già stabilito da tempo con la sua Famiglia e con studenti dei Padri di Schoenstatt durante una delle serate della Giornata Mondiale della Gioventù. Padre Alexandre racconta, che quel mercoledì avrebbero portato a buon fine, durante la GMG, un maxi-programma negli ospedali. Visto che l’orologio continuava a correre, il Papa gli avrebbe detto: “Ho timore che tu non arrivi in tempo al tuo appuntamento. Ora devi andare!”

Un uomo con il senso dell’umorismo

Si sarebbero scritti costantemente – da come racconta Padre Awi – dopo il loro primo incontro ad Aparecida. E soggiunge,  che in fondo non avrebbe più avuto il coraggio di mantenere la corrispondenza: “Ho sempre pensato che l’Arcivescovo di Buenos Aires ha davvero ben altro da fare che rispondere alle mie lettere.” Perciò, sulla sua scrivania c’era ancora una lettera inevasa quando venne a sapere che il suo “Amico” era stato eletto Papa. “Gli ho mandato immediatamente una Lettera di Felicitazioni e poiché non sapevo l’indirizzo di Roma ho mandato la lettera all’indirizzo di Buenos Aires che conoscevo.” E avrebbe pensato – come dice Padre Awi sorridendo – che probabilmente la lettera non sarebbe comunque arrivata. Invece, dopo due mesi egli  stringe la risposta nelle mani, che fa capire al contempo il senso dell’umorismo del Papa: “Molte grazie per le tue Felicitazioni. La tua lettera ha richiesto più tempo della lettera di Colombo a sua zia, dopo che ha scoperto il nuovo mondo!”

Un uomo umile che ci tiene al parere degli altri

Poco prima della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), Padre Awi ha ricevuto una telefonata dal Nunzio del Brasile per incarico del Papa, chiedendo se potesse stare a disposizione di Papa Francesco come interprete durante la GMG. Come si è constatato dopo, egli avrebbe espletato soprattutto il lavoro di un segretario. Il Papa voleva che Padre Awi leggesse i suoi discorsi, chiedendogli dove dovrebbe ancora trasporre o modificare qualcosa. Sarebbe stato così già ad Aparecida, ed ora di nuovo da Papa, che egli s’interessi davvero del parere degli altri: “In alcuni passaggi gli proponevo: ‘forse potremmo trasporre qui ed esprimerlo così’ e il Papa diceva: ‘Sì, lo facciamo, lo facciamo!’ E in questo modo abbiamo riguardato i suoi discorsi in modo del tutto collegiale!” A Rio, una mattina, il Papa avrebbe detto ridendo: “Ora lavoriamo di nuovo insieme come al tempo di Aparecida. Ma non preoccuparti, questa volta non lavoriamo fino alle due e mezzo di notte!”

Un uomo dalle attenzioni e vicinanza agli uomini

Papa Francesco sarebbe un uomo molto sensibile e pietoso, ha detto Padre Awi, ricordando uno scalo durante la GMG con un tempo freddo-umido. All’arrivo in elicottero, egli  avrebbe visto la numerosa folla che aspettava dietro le transenne e invece di trasbordare subito all’aereo che attendeva, sarebbe andato a piedi sul prato bagnato verso le persone che attendevano, per salutarle e conversare un po’ con loro, ed esprimere la sua stima per averlo aspettato nonostante la pioggia e il freddo. Per esempio, in questa situazione, ma soprattutto anche nei viaggi in sua compagnia nella Papamobile –  (“In fondo, se fosse stato per me, non volevo proprio viaggiare insieme! L’ho fatto solo perché il Santo Padre mi ha esortato più volte: “’Invece sì, invece sì, per favore, vieni!’ “) – avrebbe capito bene quanto gli uomini siano  attratti da questo Papa, ma anche quanto Papa Francesco venga attratto dalle folle.

“Momenti di Schoenstatt”

Il prossimo tema, di cui gli piacerebbe parlare, lo intitolerà “Momenti di Schoenstatt”, come ha detto Padre Awi. La Gioventù di Schoenstatt aveva piazzato in uno dei luoghi di accesso a Copacabana – come sua partecipazione alla Missione di Rio – un gigantesco “Santuario di Schoenstatt” mobile. Durante il passaggio davanti a quel luogo, e dopo aver benedetto questo Santuario, il Papa si è girato verso Padre Awi e gli ha detto: “E’ proprio come l’originale!” (vedi art. di www.schoenstatt.org)

Fin dal primo giorno di servizio alla GMG, il Papa avrebbe fatto a Padre Awi un piccolo regalo. Il quale si sarebbe lambiccato il cervello per capire che cosa potesse regalare al Papa – così racconta Padre Alexandre – e alla fine gli avrebbe regalato una piccola immagine della MTA, che qualcuno gli aveva lanciato dentro la Papamobile durante il passaggio del Papa. Il Papa se ne sarebbe rallegrato e gli avrebbe detto: “Sarai sicuramente al corrente che io regalo di nuovo quello che mi regalano, ma LEI me la tengo per me.” E a Rio ha L’ha messa sulla sua scrivania e ha pregato anche Padre Awi di benedire l’immagine. Padre Awi si è un po’ rifiutato: “Ma perché proprio io?” La semplice risposta di Papa Francesco: “La tua benedizione vale tanto quanto la mia”. Quando, più in là, ha scritto a Padre Awi, il Papa ha accennato brevemente: “Ho davanti a me l’immagine della Madonna che mi hai regalato e benedetto.” E quando Padre Awi gli ha fatto visita alcuni giorni fa, Papa Francesco ha aperto la porta della sua stanza da letto, dove sul comodino stava per l’appunto quell’immagine. Padre Awi ha detto soltanto: “Penso che la Madonna dia attenzione al nostro Papa!”

Visita a Roma il 26 Dicembre

Che abbia potuto incontrare il Papa a Roma il 26 dicembre, è da collegare con un libro che egli dovrebbe scrivere su incarico di una casa editrice dei Gesuiti,  sul rapporto del Papa verso la Madonna. Egli avrebbe accettato quest’invito solo a condizione che il Papa stesso ne fosse d’accordo e che potesse parlare con il Papa di questo libro. “Il Papa era d’accordo con questo, ed anche con il fatto di parlarne con me. Egli mi ha scritto: ‘Possiamo incontrarci il 26.12.alle 10h:30, se hai tempo, altrimenti cerchiamo un’altra data.’”  Chiaro che quel giorno avrebbe avuto tempo, dice sorridendo Padre Awi, e il Papa lo avrebbe ricevuto nel suo piccolo Studio della Casa di Santa Marta. “Quanto tempo abbiamo, Santo Padre?” ha domandato Padre Awi. “Fino all’Angelus, ma tu potrai venire con me anche là.” Fino all’Angelus parlarono delle sue domande, e poiché il Papa dopo l’Angelus –  che Padre Alexandre ha potuto condividere stando dietro il Papa  – aveva comunque ancora due ore di tempo, gli avrebbe mostrato anche il Palazzo Apostolico, “come una madre mostra la Casa della Famiglia ad una persona in visita”, racconta Padre Awi.

Nel contesto, egli avrebbe chiesto al Papa una breve risposta – come la darebbe eventualmente a  giornalisti – alla domanda: “Chi è la Madonna per Lei?”  Si sarebbe aspettato una risposta teologica, dice Padre Alexandre, ma Papa Francesco gli avrebbe dato una risposta del tutto personale: “Lei è la mia Mamma, l’unica persona presso la quale qualche volta posso anche piangere!” – “Il suo rapporto verso la Madonna è molto profondo e molto personale; è una caratteristica che a Schoenstatt capiamo bene.” Con questo commento, Padre Awi ha riassunto questa parte della sua testimonianza.

Cultura d’Alleanza e Cultura dell’incontro

Dal pubblico fu fatta la domanda, se ci fosse una relazione tra ciò che Schoenstatt chiama “Cultura d’Alleanza” e ciò che intende il Santo Padre per “Cultura dell’Incontro”. Padre Awi ha descritto, accanto all’accento mariano della spiritualità del Papa e di Schoenstatt,  altri due momenti, che mettono in relazione la “Cultura dell’Incontro” con la “Cultura d’Alleanza”.  Prima di tutto, l’accento Missionario, l’accento  Apostolico, caratterizzerebbe entrambi: “Andate per le strade, andate dagli uomini, andate verso gli uomini e portate Cristo agli uomini.”  Questo desiderio del Santo Padre “tormenterebbe” anche il Movimento di Schoenstatt e si concretizzerebbe  p. es. nelle “Misiones” e nella Campagna della Madonna Pellegrina. In secondo luogo, per il Papa sarebbe importante che il rapporto verso Dio si estendesse ad un rapporto verso gli uomini, ad un rapporto da cuore a cuore. Questo sarebbe l’intento dell’Alleanza d’Amore schoenstattiana con Dio e la Madonna, che vuole portare ad un’Alleanza d’Amore con i propri consimili, ad un’Alleanza di solidarietà.

Padre Awi ha concluso la serata – riuscita bene con un pubblico internazionale molto attento –  con la semplice frase: “Non mi son sentito davvero a mio agio nella Papamobile durante la GMG, ma quando ho ricevuto i tanti messaggini SMS, con la segnalazione: ‘Mi sento rappresentato/a da te presso il Papa!’ ho pensato che allora andasse bene, se posso rappresentare presso il Papa tutta la Famiglia di “Schoenstatt.”

Originale: Tedesco.  Traduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

Video

Fonte: www.schoenstatt.de

Vedi anche la relazione sulla Giornata Mondiale della Gioventù su schoenstatt.org nell’archivio.

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