Postato su 2011-10-16 In Colonna - P. José María García Sepúlveda

Immagine della nuova Evangelizzazione

Imagen de la nueva evangelizaciónorg. Ci sono momenti che qualche volta durano solo un minuto o meno, e che si convertono in messaggio per anni, per secoli. Il 24 settembre scorso, il fotografo dell’Agenzia KNA ha captato durante la Vigilia della Gioventù con il Santo Padre a Friburgo, uno di quei momenti: La luce di Cristo. La luce di Cristo offerta da una Chiesa che dà testimonianza rappresentata dalla Madonna Pellegrina e Missionaria, da un giovane che è sollevato sulle spalle degli altri. “Immagine della Nuova Evangelizzazione”, l’ha chiamata spontaneamente Padre José Maria García, capo del Team 2014, responsabile della preparazione del Giubileo 2014. Schoenstatt. org ha parlato con Padre José Maria di questa fotografia vista nel contesto del 2014 e della Nuova Evangelizzazione.

In questa immagine piena di fede, piena di movimento: un brillare speciale negli occhi, un mare di luci sotto un cielo oscuro, giovani con le loro magliette gialle con la parola scritta: “missioni”, sostenendo uno di loro, che sulle spalle dell’altro, alza l’Immagine della Madonna Pellegrina: “Questo giovane incarna quello che esprime la Madonna Pellegrina”, dice P. Josè Maria García, “La Madonna Pellegrina Missionaria!”. È la nuova evangelizzazione incarnata……in un’Immagine di un Santuario vivo.

Si può fare una lettura di questa Immagine nel contesto del triennio di preparazione al Giubileo 2014?

Imagen de la nueva evangelizaciónL’Immagine è come un simbolo della Nuova Evangelizzazione dall’esperienza di fede in Schoenstatt. Questo è il contesto per il quale sembrerebbe che la Madonna prepari con il Giubileo 2014 e il suo triennio anteriore, la sua Famiglia. Comprendiamo la Nuova Evangelizzazione, un’iniziativa del Santo Padre come risposta alle grandi sfide ed opportunità che il momento attuale, ci progetta come Chiesa, specialmente negli antichi paesi cristiani.

In questo contesto l’immagine del giovane missionario sulle spalle della Famiglia, con la Madonna in alto, è come un anticipo della Famiglia rinnovata nelle sue forze vitali, una Famiglia di Schoenstatt, che vive della coscienza missionaria di quanto l’Alleanza d’Amore sia capace di generare una cultura, che può rispondere alle necessità e sfide dei nostri tempi in tutti gli ambiti della vita. Una Famiglia di Schoenstatt solidale, in cui si alzano gli uni agli altri, non tanto per mostrare se stessi, bensì per mostrare la luce di Cristo e l’Immagine di Maria Educatrice, Pellegrina e Missionaria, con la forza di un movimento della Chiesa, giovane in anni – appena 100 anni – e in vitalità. È una Famiglia che fa parte di una Chiesa, che con l’audacia della gioventù e la fiducia in Dio e nei fratelli, ci dà impulso ad offrire alle donne e agli uomini moderni la Speranza della Luce di Cristo. È come una promessa fatta alla Chiesa e al mondo: la veccia Cultura cristiana sperimenterà, come speriamo e chiediamo per Schoenstatt nelle grazie del suo Giubileo 2014, e con la forza dei cuori giovani, radicati in Cristo, solidali e missionari, come Gesù ci porta a guardare il mondo con lo stesso amore e con la stessa speranza con cui il Padre guarda noi.

Si sta progettando allora, per il Schoenstatt del post-giubileo o il Schoenstatt nel suo secondo secolo di esistenza, un impegno più efficiente con la “Nuova Evangelizzazione”?

Fin dalla sua origine Schoenstatt lavora per l’Evangelizzazione. È il Dilexit Ecclesiam del nostro Fondatore dimostrato con fatti, un amore impegnato con la Chiesa e la sua missione. Ritornando al giovane missionario che alza in alto la Madonna Pellegrina, io lo considero come un’offerta alla Chiesa del proprio Schoenstatt, fulcro di tutto quanto P. Kentenich ha voluto dedicarle: l’Alleanza d’Amore con Maria nel Santuario.

Uno Schoenstatt missionario che alza la Madonna Pellegrina, non perché appaia in TV e tanti la vedano, bensì per offrirla agli altri, nell’atteggiamento dei primi congregati: Caritas Christi urget nos….l’amore di Cristo ci sprona e l’amore di Gesù per gli uomini e per il Padre ci stimola.

È qualcosa proprio del 31 maggio. Padre Kentenich, con la sua missione e la sua testimonianza di vita, un altro segno d’identità della nostra Famiglia, ci porta a vedere l’ora attuale: il Giubileo 2014 ci chiama oltre alle nostre particolarità e ai pericoli di un certo “provincialismo”, a lasciarci “educare e inviare da Maria a vivere l’Alleanza d’Amore” per essere i suoi strumenti nel mondo attuale.

C’è un filo conduttore in cui il Santo Padre ci ha detto durante il suo viaggio in Germania: che la Chiesa lasci di guardare se stessa e di occuparsi anzitutto delle proprie cose – siano delle istituzioni, diritti e ruoli interni – ed esca all’incontro e al servizio degli altri compiendo la sua missione evangelizzatrice.

Qui è dove s’inquadra la forte corrente missionaria, che si può percepire nella nostra gioventù maschile tanto in America, quanto in altre parti e la si definisce come “Generazione Missionaria”. I giovani non vogliono solo orientarsi verso se stessi, né consumare la propria forza giovane esclusivamente alla sola ricerca di accettare se stessi, Dio e la loro fede. Cercano uno Schoenstatt che, essendo scuola di auto-realizzazione e di amore intimo e personale per il Dio vivo, li porti ad un dialogo di Alleanza con la sua creazione, e con i suoi fratelli, e i suoi uomini. Vogliono uscire ad evangelizzare il mondo. E questo mondo composto da persone. Vogliono vivere per e al servizio degli altri. È a loro e alle missioni, alla Campagna della Madonna Pellegrina, a coloro che dobbiamo in Schoenstatt, in gran parte, questa Corrente Missionaria che abbiamo scoperta – con sorpresa di tanti – nella Conferenza 2014, come corrente che incoraggia e incita la nostra Famiglia internazionale Si potrebbe dire che la Corrente Missionaria è la corrente internazionale della nostra Gioventù -e fedele alla nostra origine come un movimento fondato con giovani – vi dobbiamo leggere una voce di Dio, il desiderio di P. Kentenich per questa’ora della nostra storia. Costruiamo con Maria e con il Padre Fondatore, insieme, ad uno Schoenstatt più missionario.

Così possiamo con Padre Kentenich leggere provvidenzialmente ed intendere la profondità del contenuto e della vitalità del Messaggio 2014, frutto di un incontro di Cenecalo dei dirigenti della Famiglia Internazionale. La Vergine Maria ci sta preparando come suoi strumenti e come Famiglia internazionale per questa ora decisiva della Chiesa. Siamo, perciò, stati fondati, e così sembra che dobbiamo celebrare il nostro Giubileo.

Pare che gli ultimi due grandi avvenimenti ecclesiali, la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid e ora la visita del Santo Padre in Germania, hanno confermato o rinforzato questa lettura del Messaggio 2014 . È così?

Il nucleo della celebrazione del centenario dell’Alleanza d’Amore nell’Anno 2014 è il suo rinnovamento nella sua Forza forgiatrice, missionaria, legata da un vincolo ed interconnessa internazionalmente. Come frutto di questo rinnovamento dell”Alleanza d’Amore, aspettiamo il rinnovamento di tutta la Famiglia di Schoenstatt per generare una cultura d’Alleanza. “Percepiamo che l’Alleanza d’Amore è capace di generare una cultura che può rispondere alle necessità del tempo in tutti gli ambiti della vita”, dice il Messaggio 2014. E lo percepiamo sempre più forte. Le esperienze vissute concrete della Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid e della visita del Papa in Germania ci confermano su questo cammino. La gente, sia giovane che anziana cerca una Chiesa, una comunità di fede, che dimostri con fatti come il bollo del Vangelo impregna il suo mondo, la sua cultura.

Il nostro Triennio di preparazione – incoraggiato da reali correnti di vita della nostra Famiglia di Schoenstatt Internazionale – ha una proiezione che va oltre un semplice apporto per acquisire consapevolezza della nostra fede oggigiorno. In queste correnti viviamo e ci incontriamo e ci rafforziamo: il vincolo con Padre Kentenich e il suo carisma, il vincolo con i nostri luoghi d’incontro con Dio, con la Madonna e come Famiglia, con i nostri Santuari in tutta la loro rete, con la corrente missionaria in azione e concretizzata in una passione per l’Apostolato ed una creatività ammirabile nella gestione di progetti concreti, e con il contenuto d’Alleanza d’Amore in tutte le sue dimensioni dello scambio rispettoso di doni, di compiti, d’impotenza, di interessi. Ricordo in questo contesto l’esperienza vissuta nella Conferenza 2014 , quando abbiamo raccolto insieme i frutti dell’Alleanza d’Amore di questi primi 100 anni e abbiamo intravisto quanto ci rimane ancora da compiere. L’abbiamo fatto con l’atteggiamento mariano, l’atteggiamento del Magnificat: “Ha fatto in me e per me cose grandi l’Onnipotente”…È stato un momento che ha risvegliato il desiderio di uscire e portare l’Alleanza d’Amore fino ai confini del mondo, portare il “torrente di grazie dell’Alleanza a diversi campi della nostra strategia apostolica”, come dice il Messaggio 2014. E così che si possono intendere i simboli della nostra celebrazione giubilare: Il simbolo del Padre, il Santuario, la croce missionaria dell’Unità, l’Immagine della Madonna Pellegrina.

Che cosa può guadagnare la Chiesa nella sua situazione attuale con il nostro Giubileo?

La cultura dell’Alleanza, non come concetto teorico o “noi vogliamo bene a tutti e mai non c’è discordia tra noi”, bensì come uno stile di vita, d’incontro e di lavoro – il vincolo “con l’Alleanza, con l’amore” per Dio, per le persone, per la natura, per la cultura in generale, per la Chiesa e per il mondo, basato sull’Alleanza d’Amore e creando alleanze. La “Cultura d’Alleanza” è l’offerta che dal Santuario facciamo alla Chiesa e al mondo politico, economico, pedagogico, comunicazionale, sociale, culturale. Un’offerta che si mostra in progetti concreti al servizio degli uomini. M’impressiona ad esempio che giovani brasiliani organizzeranno un primo congresso di comunicatori di Schoenstatt, e non con le intenzioni di come imparare a presentare Schoenstatt nei mezzi di comunicazione, bensì per imparare come, dalle loro professioni di giornalisti, servire ancora meglio la Chiesa nello spirito e nella pedagogia dell’Alleanza.

La Cultura d’Alleanza, ciononostante, abbraccia tutto quello che facciamo nei campi strategici dell’apostolato che abbiamo definito nella Conferenza 2014, ma non termina qui. La Cultura d’Alleanza. ad esempio, è una cultura di dialogo, d’incontro e scambio rispettoso – un tema tanto importante e difficile per la società e la Chiesa attuale -, pensando già solo nell’incontro interculturale.

Il Santuario Originale nella rete di Santuari è il simbolo preclaro per la cultura dell’incontro e dello scambio, di un vincolo basato sull’Alleanza. Non è che – come in un concetto centralinista o gerarchico – tutta la vita, tutte le ispirazioni, le idee e progetti sorgono solo dal Santuario Originale, affinché gli altri siano semplici ricettori. Né è nemmeno, che tutto viene dalla rete dei Santuari come un tipo d’invasione. No, è quello che Padre Kentenich chiama “corrente di ritorno”, è un circuito d’alleanza, dove tutti danno il meglio di se stessi e tutti ricevono con apertura ed interesse. Vivere ed agire in alleanza non si tratta mai di una via di direzione unica – già fin dal principio di Schoenstatt Padre Kentenich ha lottato per un dialogo sincero tra i suoi. Non è per casualità, che la rivista MTA, il primo mezzo di comunicazione di Schoenstatt, avesse come titolo e programma: ispirazioni mutue. Sebbene Padre Kentenich avesse parlato della corrente di ritorno nel Santuario di Bellavista, Cile, già aveva cominciato nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Il Cammino al Giubileo del 2014 è così un dono che diventa compito.

Parlando di compiti: che compiti abbiamo in sospeso per riuscire a realizzare che quest’immagine rappresenti – la Madonna Pellegrina missionaria sulle spalle di una Famiglia missionaria – sia un contributo alla Nuova Evangelizzazione?

Nessuno regala quello che non possiede. Il nostro compito è e sarà dare tutto di noi per essere una Famiglia, dove il Cantico della mia terra, la “utopia schoenstattiana”, vada trasformandosi in realtà, che da sperimentabile diventi credibile…dove Padre Kentenich possa essere riconosciuto non solo nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni pedagogiche, bensì nella sua realizzazione pedagogica. Dove c’è, così come il Cantico si esprime, libertà, generosità, magnanimità per uscire incontro all’altro, per l’altro e con l’altro. Nei fatti, nei “progetti”, in una cultura d’Alleanza visibile, tangibile, concreta e rafforzando quanto fin dal principio di Schoenstatt è stata consegna e criterio. Passione per l’apostolato, per il fuoco della missione, per l’ambizione di uscire all’incontro e al servizio degli altri e per la pazzia di volere portare la Mater fino ai confini del mondo, dove Ella vuole arrivare, affinché si dedichino a suo Figlio.

Imagen de la nueva evangelización

 

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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