Postato su 2010-07-13 In Riflessioni e opinioni

Maestro di vita e padre

P. José Kentenich - Foto: Archiv Frauen von SxhönstattFrancisco Nuño. È stato il venerdì 20 settembre 1985. Mia moglie ed io eravamo arrivati da qualche giorno a Roma e ci trovavamo con tante altre persone nella Sala Paolo VI, all’ombra della Basilica di San Pietro, ascoltando le parole di Giovanni Paolo II, rivolte all’udienza presente. Eravamo tutti membri e amici del Movimento Internazionale di Schoenstatt, riuniti con il Papa per commemorare il centenario della nascita del Padre Fondatore.

 


Ricordo ancora una volta con commozione le parole di Giovanni Paolo II: “L’esperienza secolare della Chiesa c’insegna, che l’intima adesione spirituale alla persona del fondatore e la fedeltà alla sua missione sono fonte di vita per la propria fondazione e per tutto il popolo di Dio…il carisma dei fondatori si rivela come un’esperienza dello Spirito, che è trasmessa ai propri discepoli, affinché la vivano, la custodiscano, l’approfondiscano e sviluppino costantemente in comunione e per il bene di tutta la Chiesa”.

Il Papa si riferiva a Padre Giuseppe Kentenich, un sacerdote tedesco fondatore del Movimento di Schoenstatt. Ieri, 8 luglio 2010, si sono compiuti 100 anni dalla sua ordinazione sacerdotale nella città di Limburgo, Germania. Questo avvenimento si è celebrato in tutto il mondo con diversi atti e liturgie. Io lo celebro a modo mio: voglio raccontare ai miei amici il mio primo incontro con questo “capo profetico”, sacerdote e direttore spirituale, fondatore, e soprattutto, profeta ed interprete del tempo, in cui mi tocca vivere. Erano trascorsi alcuni anni dalla sua morte, quando ho udito parlare di lui per la prima volta. È morto il 15 settembre 1968, perciò non sono riuscito a conoscerlo, ma dopo un tempo, ho avuto un “incontro” personale con lui, incontro profondo e definitivo che ha cambiato la mia vita.

Un cambiamento di epoca importante

La mia famiglia, nonni e genitori erano cattolici praticanti e mi hanno insegnato a vivere la vita quotidiana secondo la fede in Gesù Cristo e sotto la protezione amorosa di Dio Provvidente. Ho conosciuto fin da bambino, anche la protezione e l’aiuto di Maria, la Madre di Dio e nostra Madre. I primi educatori della mia infanzia e gioventù, i Padri Scolopi, le cui scuole e collegi ho frequentato, hanno saputo trasmettermi l’amore per la Madonna. Al conoscere la mia futura moglie, già quasi adulto, ho constatato che anche lei partecipava dei miei stessi amori, perciò il “salto” all’età matura è stato in quest’ambiente abbastanza semplice.

Ho affrontato e continuo affrontando, protetto da questi regali del mio passato, con tutti coloro della mia generazione, un cambiamento di epoca importante. Un nuovo ordine mondiale va facendosi strada, ed io sono al contempo testimone e protagonista di questo cambiamento tanto profondo, che ancora oggi sperimentiamo e “costruiamo” ogni giorno. Senza entrare in un’analisi dettagliata del cambiamento, voglio far notare qualcosa abbastanza importante: le tormente degli ultimi anni stanno portando con loro tempi totalmente sradicati, in cui abbiamo perduto “il focolare domestico”, andando per la vita soli, senza vincoli che ci proteggono. Ovunque è presente un’angustiante orfanità, e tutti noi viviamo immersi in una società e cultura meccanicistica, dove si separa l’idea dalla vita, la fede dalla vita, la natura e la grazia, Dio e le creature. E il più triste di tutto questo è che non si ha già più capacità d’amare, d’amare veramente, con fedeltà eterna e senza mettere condizioni. Il meccanicismo regnante ha danneggiato seriamente la “maniera d’amare” dell’uomo moderno. E perché sono figlio del mio tempo, il bacillo meccanicistico si era fatto presente nella mia vita, e la mia capacità d’amare “veramente ed organicamente” aveva corso un grave pericolo fino il giorno del mio “incontro” con lui, con il profeta.

Santi e fondatori

In tutti i cambiamenti di epoca secolari, Dio ha fatto sorgere uomini e donne eccezionali. Anticamente li chiamavano profeti, poi li abbiamo conosciuti come santi e “fondatori”. Ricordo alcuni dei più conosciuti: Giovanni Battista, Benito da Nursia, Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Ignazio di Loyola, Teresa di Gesù e tanti altri. Tutti hanno avuto la stessa sorte: vivere nelle proprie vite, sperimentare nella propria carne le sfide della loro epoca. E ancora qualcosa di più: tutti loro hanno ascoltato in qualche momento della loro esistenza quella parola che Dio aveva rivolto al profeta Isaia: “Prima di essere stato formato nel seno materno ti ho eletto e ti ho chiamato per nome, tu sei mio”.

Anche Padre Kentenich ha ascoltato queste parole. È avvenuto durante la sua lotta personale per superare il suo profondo scetticismo, il suo individualismo e il suo soprannaturalismo unilaterale. La sua ordinazione, cento anni fa, e la pratica pastorale dei suoi primi anni di sacerdote lo hanno portato, con lo sguardo e il cuore rivolti a Maria, e Signora, a superare la crisi menzionata e con questo ad essere Padre e maestro di tanti, di comunità e generazioni diverse, Fondatore di un vasto Movimento per la Chiesa del terzo millennio.

L’incontro

E l'”incontro”? È stata una conferenza tenuta da una donna delicata, amabile e sorridente, che ha parlato di Padre Kentenich. Ci ha descritto alcuni passi della sua vita e ha tentato di spiegare la forma e la maniera con cui il Fondatore e i suoi figli spirituali possedevano per riuscire a superare il dramma della vita moderna. Le sue parole e i suoi gesti mi hanno fatto capire quale fosse il modo di pensare semplice, che vede sempre la natura e la grazia come un tutto, che solo conosce una forma di amare. Lo chiamano”amore organico”. La sera l’ho raccontato a mia moglie, ed entrambi abbiamo conosciuto nella pienezza del nostro amore, il vero AMORE di Dio, l’essenza dell’amore Trinitario.

Grazie, MAESTRO Kentenich, d’allora sei anche mio PADRE Giuseppe.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *