Postato su 2013-12-28 In Francesco - Iniziative e gesti

I pastori sono stati i primi, perché erano tra gli ultimi, tra i marginati

org. Papa Francesco ha invitato a camminare “nella luce” ed ha chiesto che non prevalgano “l’orgoglio, la menzogna e la ricerca del proprio interesse”, dalla omelia della sua prima Messa del Gallo, come Pontefice, che si è celebrata il 24 di dicembre nella Basilica Vaticana. I pastori sono stati “i primi” che hanno ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù, proprio “perché erano tra gli ultimi, tra i marginati”, ed anche “perché stavano vegliando in quella notte, custodendo il loro gregge”. Con loro il Papa ha invitato a restare in silenzio davanti al Bambino.

Lasciamo invitarci a vivere come i pastori:

  1. “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una luce grande (Is. 9,1)

Questa profezia di Isaia ci commuove, specialmente quando l’ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. Non si tratta solamente di qualcosa di emotivo, sentimentale, ci commuove, perché dice la realtà di quello che siamo: siamo un popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono le tenebre e le luci. E in questa notte, quando lo spirito delle tenebre copre il mondo, si rinnova l’avvenimento, che sempre ci sorprende e ci meraviglia: il popolo in cammino vede una gran luce. Una luce che ci invita a riflettere su questo mistero di camminare di vedere.

Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, nel lungo cammino della storia della salvezza, cominciando da Abramo, nostro Padre nella fede, a chi il Signore ha chiamato un giorno ad abbandonare il suo popolo per recarsi alla terra che Egli gli indicava. D’allora la nostra identità come credenti è quella di pellegrini verso la terra promessa. Il Signore accompagna sempre questa storia. Egli rimane sempre fedele alla sua Alleanza e alle sue promesse. Perché è fedele, “Dio è luce senza tenebre alcuna” (1Gv 1,5). Da parte del popolo, invece, si alternano momenti di luce e di tenebre, di fedeltà e d’infedeltà, di obbedienza e di ribellione, momenti di popolo errante.

Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi ed oscuri, luci ed ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma il nostro cuore si chiude, prevalgono l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora le tenebre ci circondano di dentro e di fuori. “Chi odia suo fratello – scrive l’apostolo Giovanni – è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi” (1Gv, 2,11). Popolo in cammino, soprattutto popolo pellegrino, che non vuole essere un popolo errante.

2. In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona l’annuncio dell’Apostolo: “È apparsa, infatti, la grazia di Dio, salvatrice di tutti gli uomini” (Tito2,11)

La grazia che è apparsa nel mondo di Gesù, nato da Maria Vergine, Dio e uomo vero. È venuto alla nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e darci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’amore fatto carne. Non è solamente un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale ci sentiamo distanti per forza, è il significato della vita e della storia che ha posto la sua tenda tra noi.

3. I pastori sono stati i primi che hanno visto questa “tenda”, che hanno ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi, perché erano tra gli ultimi, tra i marginati. E sono stati i primi, perché stavano vegliando in quella notte, custodendo il loro gregge. È una condizione del pellegrino vegliare, e loro stavano vegliando. Con loro siamo rimasti davanti al Bambino Gesù, in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore per averci dato Gesù e con loro dal di dentro del nostro cuore, lodiamo la sua fedeltà. Ti benediciamo Signore, Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo; sei ricco e ti sei fatto povero; sei onnipotente e ti sei fatto debole.

Che questa notte condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ci ha dato suo Figlio come nostro fratello, come luce per le nostre tenebre. Il Signore ci dice ancora una volta: “Non temete” (Lc.2,10). Come hanno detto gli angeli ai pastori. “Non temete”. Ed anch’io lo ripeto a tutti. “Non temete” Nostro Padre ha pazienza con noi, ci ama, ci dà Gesù come guida nel cammino alla terra promessa. Egli è la luce, che disperde le tenebre. Egli è la misericordia. Nostro Padre ci perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen

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Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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