Postato su 2011-04-16 In Schoenstattiani

Il martire che camminava sulle sue mani

Fr. Alois AndritzkiPadre Marcelo Aravena/mkf. Il 10 dicembre 2010 un decreto papale riconosce il martirio del sacerdote tedesco Alois Andritzki, morto nel campo di concentramento nazista di Dachau nel 1943. La sua beatificazione si terrà il 13 di giugno 2011. Alois Andritzki (1914-1943) era un giovane cappellano serbo, morto a causa del modo crudele di trattare i sacerdoti nel campo di concentramento di Dachau. Probabilmente la sua morte è stata provocata da un’iniezione letale. Andritzki agonizzava in quel tempo vittima del tifo. Lui era per l’amministrazione del campo una molesta preoccupazione ed un peso inutile, perciò è stato eliminato. Alois Andretzki sarà il primo serbo e un altro sacerdote di Schoenstatt beatificato.

Ripubblicazione di un’intervista intorno ad uno sconosciuto martire di Dachau che sarà beatificato prossimamente

Fr. Alois AndritzkiAlois è stata un’altra vittima in più di Dachau, una figura sconosciuta che ciononostante si comincia a ricordare. È nato a Radibor Silesia, il quarto tra sei fratelli. Anche i suoi due fratelli maggiori erano sacerdoti. Era stato arrestato per le sue “attività sediziose” contro il regime nazista – la sua influenza “malefica” sui giovani – è stato arrestato e rinchiuso in campo di concentramento. Secondo i dati storici, Alois era un sacerdote molto vitale, lavoratore, pieno di vita e perfino acrobata. Rallegrava i suoi compagni di prigionia camminando sulle mani, sicuramente una figura eccentrica e divertente, per coloro che vivevano nell’inferno di Dachau, come lo si conosce comunemente (P. Sales Hess, “Dachau, eine Welt ohne Gott”, Un mondo senza Dio).

Era entrato al campo di concentramento il 2/10/1941, dopo essere stato arrestato dalla polizia nazista in due occasioni, essendosi convertito in una “persona pericolosa” per il regime di Hitler e i suoi seguaci. Nel campo di concentramento aveva aderito ad uno dei gruppi di Schoenstatt, di cui i leader erano due sacerdoti schoenstattiani: Josef Fischer ed Heinz Dresbach. Cinque mesi dopo entrava allo stesso campo di concentramento Padre Giuseppe Kentenich, accusato degli stessi delitti.

Il Vescovo di Dresda Monsignor Joachim Reinelt è attualmente il Postulatore del processo di canonizzazione di questo giovane sacerdote. Il Vescovo sperava che Papa Giovanni Paolo II potesse dichiararlo beato, come esempio e testimonianza di fede nella Giornata Mondiale della Gioventù del 2005. E perciò si era costituita l’Associazione Cyrill-Mthodius-Verein e.V. Ma dopo la morte di Giovanni Paolo II nel 2005 e la posteriore elezione di Benedetto XVI la cerimonia era stata rimandata. Oggi la beatificazione è prevista per il Lunedì di Pentecoste, che in Germania è giorno festivo.

P. Marcelo Aravena aveva riunito importanti informazioni nel 2003 intorno ad Alois Andritzki in un’intervista con Mons. Hermann Gerbert, membro dell’Istituto di Sacerdoti Diocesani di Schoenstatt, che ci avvicina di più alla figura del candidato agli onori degli altari. Mons. Gerber, allora un uomo maggiore ma attivo e pieno di vita, è ora prostrato in un letto ed ha bisogno di aiuto permanente dopo essere stato colpito da un ictus in settembre del 2010. Siamo orgogliosi di ritornare a pubblicare quest’intervista, che è tradotta anche in inglese, all’avvicinarsi della beatificazione di Padre Alois Andritzki.

Com’è stato il suo incontro con Padre Alois Andritzki?

Memorial plaque in Dachau - placed right beneath the MTA picture and the picture of Fr KentenichAnzitutto sono riuscito a conoscere la persona di questo cappellano mediante i sacerdoti José Fischer ed Heinz Dresbach, entrambi schoenstattiani, che avevano convissuto con lui nel campo di concentramento. Inoltre mi ero proposto il compito di realizzare brevi biografie (60) su i sacerdoti che erano stati in contatto con Schoenstatt nel campo di concentramento di Dachau.

Che cosa possiamo far notare particolarmente della biografia di questo sacerdote?

Alois Andritzki ha fatto parte di un circolo di riflessione schoenstattiana, come simpatizzante. A questo circolo avevano partecipato anche il beato Karl Leisner, Ricardo Henkes (sacerdote pallottino, il cui processo di beatificazione è stato già iniziato) e Gerardo Hirschfelder (un parroco tedesco beatificato l’anno scorso). Padre José Fischer mi ha raccontato personalmente che Andritzki si stava preparando ad essere schoenstattiano suggellando l’Alleanza d’Amore. Ci sono due aspetti che ci rivelano di più la sua persona. Il primo che oltre ad essere boy scout, era anche uno sportivo, perciò per divertire i suoi compagni di prigionia, camminava sulle sue mani. Prova di acrobazia che al perdere le forze aveva dovuto abbandonare. È bene ricordare che gli anni 1941 e 1942 erano stati anni di gran fame nel campo di concentramento. Il secondo è che il Natale del 1941, aveva dipinto una scena della Sacra Famiglia a Betlemme, con mezzi molto rudimentali. Questa pittura era stata, nonostante non fosse un’opera d’arte, una gran gioia per coloro che visitavano la cappella del blocco 26, dove si trovavano alloggiati i sacerdoti prigionieri. Sicuramente l’esempio di Andritzki avrà dato molto coraggio a tanti suoi compagni.

Com’è stata la fine dell’esistenza di Andritzki?

Walking on his handsQui possiamo solo citare quello che Lenz afferma sulla sua morte (P. Lenz, “Christus in Dachau”). P. Andritzki si era ammalato di tifo nel Natale del 1942, un’informazione che solo a metà di gennaio si era data in infermeria. Quando era agonizzante, aveva chiesto di ricevere la comunione. La guardia con sarcasmo aveva risposto: Vuole Cristo gli applichiamo un’iniezione. Il 3 febbraio 1943 muore a causa di avvelenamento o di una dose eccessiva di qualche elemento chimico, poco prima di ricevere l’assoluzione. Il suo corpo è stato cremato nel crematorio, come tanti altri cadaveri. Il suo funerale si è celebrato il 15 aprile 1943 a Dresda, diocesi di Meissen.

Quale potremmo dire che è il significato della sua morte e che messaggio ci lascia?

Dovremmo considerarlo tra i motivi del suo arresto (in gennaio e in agosto del 1941). I registri dichiarano che era stato arrestato per le sue attività perfide e maliziose contro la gioventù e lo Stato. In conclusione lui aveva dato la sua vita per il regno di Dio ed è morto come martire a causa delle sofferenze procurategli in prigionia. È il modello e l’esempio di santità sacerdotale.

Perché Andritzki è importante per Lei?

È importante non solo per me, bensì per tutta la comunità. È un dovere di fedeltà e di gratitudine da parte della comunità di sacerdoti di Schoenstatt, che tutti i sacerdoti che hanno offerto la loro vita nel campo di concentramento, siano incorporati alla lista dei martiri santi della Chiesa.

Come si può appoggiare il processo di beatificazione che Mons. Joachim Reinelt sta stimolando dal 1998?

Facendo conoscere la figura di Andritzki, specialmente ai sacerdoti, e anche alla Famiglia di Schoenstatt internazionale, soprattutto nell’Europa dell’Est. Un altro aspetto primordiale è chiedere la sua intercessione, pregare per il suo processo di beatificazione e – ciò che non è meno importante – offrire qualche appoggio economico, poiché tutti i processi di beatificazione richiedono finanziamento.

Infinite grazie, Monsignor Gerber, per la sua disponibilità verso di noi in quest’intervista.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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