Postato su 2010-07-12 In Schoenstattiani

“Tanto…interessante! Tanto meraviglioso” Tre volte meraviglioso!

Álbum de fotosP. Simon Donnelly. Un vecchio pioniere ha levato il suo accampamento questa settimana; ha appeso le sue scarpe e ha chiuso i suoi occhi per l’ultima volta per tutta la gente, cui era stato inviato in missione apostolica. Queste righe ricordano alcune ore trascorse con P. Weikamp nel luglio del 2008.

 

 

 

 


El P. Johannes Weikamp (izq) con el P.  Simon Donnelly (segundo de der.) con familiares

“Sono Padre Andreas Weikamp. Sono nato il 29 novembre 1926 a Bucholt, Germania, vicino alla frontiera con Olanda. I miei genitori mi hanno chiamato Johannes, ma come sono nato il 25 novembre, la vigilia della festa dell’apostolo Andreas (Andrea), mi hanno messo anche il nome di Andreas. Ho avuto 5 fratelli e 5 sorelle, ma due non li ho conosciuti, perché uno è morto al nascere e l’altro mia madre l’ha perso per un caduta, quando la sua gravidanza aveva già compiuto 7 mesi.

In marzo del 1939, mia madre, che soffriva di un cancro allo stomaco, ha saputo che io avrei potuto assistere alla scuola media (Mittelreife), frequentando una classe superiore. Il che era tanto…interessante”, cerca nella sua mente l’aggettivo adatto “…tanto meraviglioso!… Mia madre è morta il giorno seguente. Nonostante io avessi l’età per essere richiamato al servizio militare, il medico che mi ha visitato, mi aveva dichiarato non abile.

Circa alla fine della guerra, intorno al Natale del 1944, il nostro cappellano della pastorale giovanile a Bochoit, è morto. L’abbiamo seppellito e dopo alcuni mesi alla fine del 1945, ci hanno mandato un altro cappellano, un sacerdote della Federazione dei Sacerdoti di Schoenstatt chiamato P. Stroht. Lui mi ha domandato: “Che cosa pensa di fare lei dopo la MIttelreife?” “Io potrei diplomarmi con una borsa di studio di guerra (Kriegsabitur), ma non sarebbe sufficiente per studiare all’Università (Hochschule)”. “Le piacerebbe continuare a studiare?”, mi ha domandato P. Stroth. Ed alla mia risposta affermativa, ha aggiunto. “Vada a Bonhoff e parli con i Padri che lì vivono. Stanno iniziando un nuovo noviziato a Limburgo. Le darò una nota”. E così ho fatto, e dopo pochi giorni già studiavo a Limburgo! Tanto interessante, tanto meraviglioso!”.

P. Weikamp si ferma con un mezzo sorriso, come enfatizzando ciò che sta dicendo: “Interessante! Meraviglioso!”. Non trova le parole. A volte i ricordi escono fluidamente, l’uno dietro l’altro. Altri si confondono, ed è una lotta riuscire a separare gli eventi e le persone. “No, no!….”. Cerca la frase corretta, il nome corretto della persona, l’anno corretto, in cui qualcosa è successo. È completamente assorto nel ricordo delle grazie, che gli sono state concesse, lungo la sua vita. Pare che sia normale sentire il peso delle grazie, che Dio Onnipotente ha sparso nei nostri cuori, delle grazie che ci hanno offerto mediante l’intermediazione di Maria, la Madre di Dio, la nostra Regina e Madre.

Il giovane sacerdote appare in tutte le fotografie, raggiante, colmo di grazie della sua ordinazione

Mi chiede che apra un cassetto nel fondo del suo armadio: prendo gli album di fotografie, che lui mi indica. Sfoglio le pagine del primo album e vedo fotografie in bianco e nero di un giovane seminarista, uno splendente giovane, che irradia felicità in ogni immagine. Il 27 di luglio del 1952 questo giovane è stato ordinato nella Chiesa dei Pallottini a Schoenstatt, qui a Vallendar, con altri 8 giovani, e fra pochi giorni si commemorerà il suo 56º anniversario. Il più giovane del gruppo – sembra quasi uno studente – era Padre Johannes Weikamp. P. Weikamp ci racconta che quando il Vescovo è arrivato per imporre le mani su questo giovane di Bucholt ha sostato incerto, chiedendo al suo segretario: “Già ha compiuto 25 anni?” (l’età canonica minima per essere ordinato). Al gesto affermativo, l’ordinazione ha proseguito. Immediatamente dopo, il vescovo, ha domandato al fiammante giovane sacerdote: “Che età ha ?” Le fotografie mostrano ad un sorridente nuovo sacerdote che non pare avere più di 17 anni…A giudicare per l’espressione che ha Padre Weikamp in questo momento, mezzo secolo dopo, noto che è fresco come se l’ordinazione fosse stata ieri. Le fotografie mostrano il sacerdote nella sua prima Messa nella sua parrocchia locale e poi a Schoenstatt; seduto in un’automobile convertibile, accompagnato da un sacerdote che lo aveva seguito fin dall’inizio della sua vocazione; ad un pranzo familiare circondato dai parenti…..Splendido! Il giovane sacerdote è raggiante in tutte le fotografie, colmo della grazia della sua ordinazione.

Africa del Sud

Il seguente anno il giovane sacerdote si è imbarcato per l’Africa del Sud (La Unione sudafricana, (com’era allora ancora la fragilmente unita colonia anglo-olandese). Le Sorelle di Schoenstatt risiedevano già da venti anni in quelle terre. Loro avevano seminato i primi semi con i Padri Pallottini, per tutto quanto poi sarebbe avvenuto. In seguito c’era un piccolo mucchio di fotografie disordinate e senza data di P. Weikamp di trenta e tanti, e quaranta e tanti anni, in bianco e nero con giovani Sorelle negre e bianche in Africa del Sud, con gente africana nelle missioni e fattorie, dove sarebbe rimasto per i seguenti 19 anni della sua vita. Queste due decade hanno vissuto l’apogeo della segregazione razziale (apartheid) che era legale per questioni politiche. Mentre lo stato voleva che la gente bianca fosse totalmente separata dalla negra, Padre Weikamp, che era bianco, e molti altri, seminavano i semi del futuro della Chiesa tra i cittadini negri, e la nuova società politica e religiosa, che avrebbe preso il potere molto tempo dopo che P. Weikamp lasciasse l’Africa del Sud. I Padri di Schoenstatt e tante altre persone sanno perfettamente che l’Africa del Sud è il paese, dove era il suo cuore e forse vi è rimasto per sempre. Sicuramente, quando Gesù si è seduto a tavola con i suoi Apostoli – “Li ho chiamati amici” – ha pensato a chi amava nel mondo: i farisei e i saducei, il centurione romano e i bambini, la donna samaritana, Lazzaro, Maria, Marta e tutti coloro che sarebbero stati allontanati dal suo fianco per la sua morte terrestre. Ha sofferto per lasciarli. Era stato mandato da loro, ma doveva lasciarli. Quelle fanno parte delle grazie custodite da un vecchio sacerdote e anche parte della sua croce.

Sono stato tanto felice lì

“Sono stato tanto felice lì”, dice Weikamp, con il viso raggiante di felicità ricordando il suo passato. Non avevo molto, pero ero felice con la mia gente. Avevo tutto quanto di cui avevo bisogno”. La frase lo scopre: ‘la mia gente’. Vi nomino i nomi di alcune Sorelle di Schoenstatt che ho conosciuto, quando già erano molte anziane nella decade del ’70, ed io giovanissimo. Ad esempio Suor Edwina, la ‘Suora del giardino’, prima a Cabo del este, poi a Villa Maria a Cape Town.” “L’ha conosciuta?”, gli domando “Naturalmente…!”

Ci sono poche fotografie nei suoi album riferenti a questi tempi in Africa del Sud, che sono tanti, ma P. Weikamp non ne parla molto. Ed io non gli faccio tante domande, perché è chiaro che i suoi ricordi sono preziosi e spesso i ricordi sono tanto preziosi, e così legati con la gente che si è conosciuta ed amata – e forse perduta – che è difficile, doloroso, ricordarli. Sono ricordi propri. Si cerca di descriverli, ma nessuno c’era, molto meno io, che ancora non ero nato a quel tempo. Tutti i visi, i profumi e i sapori, le sofferenze e le gioie del gregge, di cui lui è stato il pastore per due decade, tutto è custodito nel suo cuore. Sicuramente quei ricordi fanno parte dell’offerta, che ciascun sacerdote fa al Padre tutti i giorni nella santa Messa, nella patena e con l’offerta del sacrificio di tutta la sua vita sacerdotale.

C’era tanto da fare nelle fattorie e nelle missioni, che realmente non c’era tempo per catalogare le migliaia di Messe, le decine di migliaia di ore dedicate a celebrare i sacramenti della Chiesa: tante ore nel confessionale, tante volte battezzando i giovani, i convertiti, tante volte benedicendo un uomo e una donna in matrimonio, tante visite ai malati e ai gravemente ammalati, per prepararsi a morire.

Tanti altri Padri di Schoenstatt e Pallottini hanno fatto lo stesso in altri paesi in America del Sud e in diverse parti del mondo. Chi racconterà la vita pastorale di ogni uomo, del suo ministero sacerdotale e della vita di ciascuno dei fedeli, in tutti gli angoli della Chiesa? Solo l’Autore della Vita sa tutto di ciascuna vita umana. Questi sacerdoti morti o i vecchi missionari che ancora vivono, sono l’incenso vivo della Chiesa. Così come le nostre preghiere sono salite al cielo mediante il loro sacerdozio, le vite di questi uomini si sono consumate lentamente, offrendosi al Padre nel santuario celestiale, uniti al sacrificio del crocifisso e risuscitato Figlio di Dio.

L’ultimo album di fotografie

Ci sono altre fotografie di tempi posteriori, gli anni in cui P. Weikamp è ritornato in Germania. Nel sfogliare le pagine si nota invecchiato, ed invecchiato molto. Alcune delle fotografie mostrano i suoi amici e fedeli amici, che sono morti prima di lui: tante fotografie di P. Monnerjahn e di P. Plein, quando il primo si è ammalato e dopo improvvisamente si è ammalato l’altro. Ho visto Padre Plein dimagrito, a letto e poi giacendo sul suo ultimo letto terreno con accanto a lui l’Immagine della MTA, e i ceri accesi, vestito con i suoi abiti talari, aspettando il Giorno Finale. Al guardare questa fotografia Padre Weikamp è restato silenzioso senza parole davanti al ricordo del suo amico e padre che si era anticipato. Abbiamo passato lentamente le pagine.

L’ultimo album è piccolo. È il libro del corso di P. Weikamp e i suoi compagni di corso, che contiene un’agenda delle sue riunioni e decisioni a cominciare dal 1945. Al principio ci sono quasi 20 firme. Lui le ripassa pensando a voce alta: “No, questo è morto…Anche lui è morto…Questo è vivo ancora. Ancora ci riuniamo, quando possiamo”. Solo cinque sono vivi ancora. Dio aveva chiamato ciascun fratello di corso di ritorno a casa, quando era stato il suo momento. Noi anche abbiamo un giorno ed un’ora che non conosciamo. In quel giorno, tutte le preghiere che abbiamo pregato, tutte le preghiere che altri hanno pregato per noi qualche volta, tutte contano. Tutto conta. “Allen, alles sein”, ha affermato Padre Kentenich: “Essere tutto per tutti” – questa è la nostra missione cristiana.

Quelle grazie meravigliose nella vita di P. Weikamp

Tutte queste interessanti…..interessanti, più ancora queste meravigliose grazie nella vita di P. Weikamp. Nostra Madre e Regina è ammirevole, più ancora, è tre volte ammirabile, tre volte meravigliosa. Dio l’ha scelta nel suo momento per portare la Parola. Tanto….meravigliosa! Egli ha mandato il suo Spirito a Lei…un’altra volta, meraviglioso! E nella pienezza del tempo, ha dato alla luce il Suo unico Figlio, monogenico….Non c’è un’altra parola per questo: solo Meraviglioso! La Madre tre volte coperta di grazie è veramente kexaritoméne – piena di grazia – e da suo Figlio sacerdote, ciascun sacerdote nella Chiesa – ogni alter Christus – riceve il suo sacerdozio.

Quando vedo gli occhi di un vecchio sacerdote al tramonto della sua vita meravigliarsi di tutto quanto ha sperimentato e ricevuto, vedo una vita sacerdotale offerta totalmente al Theotokos. Ogni giorno rinnovato nell’offerta completa di se stesso alla Madre di Dio, custodendo un’alleanza fatta con Lei più di 50 estate e inverni fa. Questa è la vita che sorge dal “Io mi offro del tutto a te…”. Che ciascun seminarista abbia la grazia di giungere all’altare di Dio, di prostrarsi un giorno con il viso in terra per essere unto nel sacerdozio di Melquisedec, la regalità di Davide, la vocazione profetica di Isaia, Geremia, e Ezechiele, e condividere in maniera più completa il sacerdozio di Cristo, l’Unto del Signore. Che ciascun sacerdote sia fedele alla sua vocazione, il che sarebbe impossibile se non fosse per le grazie di sanazione e trasformazione di Dio versate in tutto il nostro essere mediante lo strumento perfetto, la nostra Regina, che è mediatrice di tutte le grazie. Ella ci guiderà e ci mostrerà a suo Figlio. Mater Ter Admirabilis, glorificati!

Riposa in pace

Il sabato 26 giugno 2010, pochi giorni fa, Padre Weikamp si è allontanato dalla Casa Provinciale di Schoenstatt per l’ultima volta, e si è incamminato per il cammino oltre il Monte Moriah, oltre Limburgo, per il cammino che dalla terra porta alle porte del cielo e al giorno del Giudice Giusto. Tutto si restituisce al Padre, da Chi tutto è venuto. Vita speranza, timori, persone per le quali si è pregato, persone per le quali si è sofferto, per le quali si è ringraziato, ma soprattutto per i 58 anni di sacerdozio di Padre Weikamp.

L’ultima parola che ricordo mi ha detto P. Weikamp in luglio del 2008, è stata: “Per favore saluti specialmente Suor Mary Hastings, a Constantia, Cape Town”. Anche lei è morta in febbraio di quest’anno. Ora questi vecchi amici – crediamo nella fede – possono salutarsi personalmente, nella sala d’attesa del cielo. Riposa in pace, sacerdote di Dio.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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