Postato su 2014-11-13 In Giubileo 2014

Vogliamo condividere la nostra esperienza d’Alleanza con Dio con la Madonna…

GIUBILEO ROMA 2014, mda. “Vogliamo condividere con spirito missionario, la nostra esperienza vivificante e gaudiosa di alleanza con Dio, con la Madonna e con Pietro, affinché nella Chiesa si risvegli una primavera missionaria, e insieme configuriamo una cultura nuova, frutto dell’Alleanza”. La fine della omelia del Cardinale Errázuriz, membro del circolo di cardinali del santo Padre Francesco, suona come una risposta, o più, come un impegno con il nucleo del messaggio di Francesco a Schoenstatt il giorno anteriore: “La Cultura dell’incontro, è la Cultura dell’Alleanza. Questo crea solidarietà. Solidarietà ecclesiale. Voi sapete che è una delle parole in rischio. Così come tutti gli anni o ogni tre anni la Reale Accademia Spagnola si riunisce per conoscere le nuove parole che si creano, perché siamo una lingua viva – accade con tutte le lingue vive – così anche alcune vanno scomparendo, perché sono lingua morta, cioè, muoiono e già non si usano. Ed essendo una lingua viva, ha parole morte. Quella che è sul punto di morire, o perché la vogliano uccidere, la vogliano cancellare dal vocabolario, è la parola: “solidarietà”. E alleanza significa solidarietà. Significa creazione di vincoli, non distruzione di vincoli. E oggigiorno viviamo in questa cultura, in questa cultura del provvisorio, che è una cultura di distruzione di vincoli.” Schoenstatt cammina verso il suo secondo secolo, mandata come missionaria, in Alleanza con Dio, con la Madonna e con il Santo Padre Francesco.

“È una cosa importante, importantissima!”. Una cilena tenta con la sua Madonna Pellegrina in mano entrare dalla parte della Basilica di S. Pietro, dove il Cardinale Errázuris, insieme a centinaia di sacerdoti, celebra la Messa d’invio con il Movimento di Schoenstatt, finalizzato definativamente il Giubileo e giunto il momento di costruire la Cultura d’Alleanza nei paesi, nelle situazioni di vita, che ad ognuno tocca vivere. I doni sono compiti. I doni del Giubileo, i doni del messaggio di Francesco, adesso sono compiti. Sono i compiti da tradurre in vita reale, scendendo dal Tabor e calpestando il terreno della sofferenza, del desiderio, delle speranze, delle risposte concrete, dall’alleanza, alle domande di tanti uomini: Schoenstatt, che cosa fai per noi?

In “solidarietà ecclesiale”

È impressionante vedere come da tutti i lati i pellegrini di Schoenstatt si dirigono a S. Pietro in quella mattina di sole del 26 ottobre. Formano lunghe file per potere entrare in San Pietro, centro della Chiesa. Vanno con le loro bandiere, le loro Madonne Pellegrine, con le croci missionarie che hanno ricevuto nell’invio dal Santo Padre.

Centinaia di sacerdoti vanno in processione verso l’altare; al lato del quale hanno collocato la grande Immagine della Madre Tre Volte Ammirabile di Schoenstatt. Poi entrano la Croce dell’Unitâ originale e la Madonna Pellegrina Originale, segni di uno Schoenstatt missionario, uno Schoenstatt in uscita

“Impressiona costatare la conduzione dello Spirito Santo in questa tappa della storia”, rileva il Cardinale Errázuris nella sua omelia pronunciata in spagnolo, tedesco e italiano. Ha incitato i Vescovi riuniti a Aparecida ad iniziare una nuova epoca della vita della Chiesa, togliendola dal suo letargo missionario per trasformarla in una Chiesa’ in funzione di missione’. Poco dopo ha ispirato il Conclave, affinché scegliesse Sommo Pontefice il Papa Francesco, che ci ha scritto nella sua prima esortazione apostolica, che vuole invitare tutta la Chiesa ad ‘una nuova tappa evangelizzatrice’, ad una nuova tappa marcata dalla gioia del Vangelo, e a partecipare al dinamismo di una Chiesa missionaria, di una Chiesa in uscita missionaria’. E anche noi al celebrare il primo centenario della fondazione, abbiamo riconosciuto l’azione dello Spirito di Cristo, che ci invita ad entrare ‘in una nuova tappa del nostro Movimento’, con la croce della missione nel nostro interiore e nelle nostre iniziative. Ella ci incita a fondare nuovamente la Famiglia con fedeltà creativa, avendo piena coscienza del nostro impegno missionario, e di essere un carisma per il bene di tutta la Chiesa; un carisma unito a tutti i carisma apostolici che lo Spirito Santo regala alla Famiglia di Dio, e in collaborazione con tutti coloro, conforme allo Spirito e alla missione di S. Vincenzo Pallotti”.

L’Alleanza d’amore che il nostro fondatore ha vissuto con la Chiesa e con i suoi pastori

L’uscita dalla Basilica di S. Pietro, dopo i ringraziamenti, le parole finali e la benedizione è stata un po’ affrettata, tanta affrettata che le coppie della Federazione di Famiglie della Spagna si trovavano fuori, nella strada, prima di potere suggellare l’Alleanza d’Amore con Francesco, alla quale si erano preparati durante mesi…….I custodi avevano dovuto chiudere prima della preghiera dell’Angelus. Un segno prezioso. Come la Madonna affrettata, anche Schoenstatt si affretta per mettersi in cammino, per creare Cultura d’Alleanza. Papa Francesco saluta il Movimento di Schoenstatt ancora una volta indicando l’Immagine gigante della Madre Tre volte Ammirabile, che brilla in Piazza S. Pietro.

“Ci impegna”, commentano due collaboratori di Schoenstatt.org, all’avere il privilegio di rinnovare poco dopo la loro Alleanza solidale con Francesco nella “sua” cappella di Santa Marta. Riascoltiamo quello che il Cardinale Errázuris ha pronunciato nella sua omelia:

“Come espressione e cammino della nostra collaborazione con l’incarico di Papa Francesco, non possiamo dimenticare l’Alleanza d’Amore che il nostro fondatore ha vissuto con la Chiesa e i suoi pastori. Qui a Roma ha benedetto il luogo, in cui si è eretto un Santuario. Che il Santuario di Belmonte, in unione con il Santuario di Cor Ecclesiae, sia una fonte di grazie, affinché quella Alleanza porti abbondanti frutti nel secondo secolo della nostra storia sacra”.

Omelia del Cardinale Francisco Javier Errázuriz (tedesco, spagnolo, italiano)

Omelia del Cardinale Francisco Javier Errázuriz (spagnolo, versione autorizzata)


Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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