Postato su 2014-09-13 In Giubileo 2014

Il regalo Giubilare della Famiglia di Schoenstatt spagnola: una rete di Santuari di vita, una rete missionaria

SPAGNA, org. Il Direttore del Movimento di Schoenstatt in Spagna, P. Carlos Padilla, offre nella proiezione pastorale per il mese di luglio 2014 alla Famiglia di Schoenstatt spagnola e a tutti di i lettori della nostra pagina schoenstatt org, un incentivo importante e attuale al servizio della vita e del pellegrinaggio giubilare, a esattamente 100 giorni dal 18 ottobre del 2014. Il suo punto di partenza è il regalo giubilare della Famiglia spagnola di formare una rete di Santuari vivi, una rete di vita, una rete missionaria. “In questo mese vogliamo prepararci come Famiglia di Schoenstatt in Spagna per la consacrazione come Santuari vivi il 18 di settembre. È il regalo che vogliamo fare a Maria in ottobre in nome della Famiglia spagnola” L’atto di consacrazione sarà il 18 di settembre nei santuari di Pozuelo e Serrano, dopo la Messa alla ora di sempre. A Valdoreix (Barcellona) sarà il sabato 20 di settembre alle ore 19.

Il 18 settembre consacriamo la rete di Santuari vivi, che vogliamo regalare a Maria nel suo anno giubilare.

In questo mese vogliamo preparare il cuore per questa consacrazione. Arrivare ad essere un Santuario vivo è il desiderio ardente del cuore consacrato a Maria. Essere Santuari vivi significa appartenere interamente a Maria, essere proprietà di Dio. È terra sacra al nostro cuore. Consacrare il nostro cuore come un santuario è riconoscere, che nella nostra piccolezza, Dio ci prende e ci trasforma in sua proprietà. Siamo sacri, il cuore degli altri è anche terra sacra. Siamo un Santuario di Maria sacro, vivo. Dio e Maria abitano in me, lo riempiono tutto, fino agli angoli più nascosti. Posso ritirarmi a pregare con Dio nella mia anima. Significa aprire le porte, affinché Egli invada tutto. Così Dio esce ad incontrare l’altro in me.

Siamo chiamati a consegnare agli altri le grazie che riceviamo nel Santuario.

La prima grazia che abbiamo vissuto è l’accoglienza. Nel Santuario riposiamo, perché Maria ci accetta come siamo, e lì abbiamo la nostra dimora. Ella ci conosce non ci chiede spiegazioni, non domanda, non accusa, tace ed aspetta, ama in silenzio, rispetta i nostri spazi liberi. P. Kentenich ci ricorda l’ideale che deve muovere la nostra vita: “Il Signore ci ha regalato il cuore di Maria come focolare. È un focolare sicuro, una terra protetta, che Dio stesso ha costruito così per noi. Chi vive lì è sicuro” (1). In Maria nel Santuario siamo sicuri. Riposiamo. Quante volte abbiamo riposato nel Santuario! Con quanta gioia abbiamo lasciato nelle sue mani le nostre paure e preoccupazioni! Così ci piacerebbe che molti potessero riposare in noi. Che la nostra vita fosse per tanti un luogo di riposo. Che potessimo accogliere come ci accoglie Maria. E guardare gli uomini come Ella li guarda, con purezza del cuore.

Poi vogliamo regalare la grazia della trasformazione con la nostra vita.

Solo l’amore trasforma il cuore dell’uomo. Siamo stati trasformati dall’amore di persone concrete. Abbiamo sperimentato l’amore di Maria nelle nostre vite e così le cose hanno cominciato a cambiare. È un amore che converte l’anima. Un amore che ci toglie dalla nostra mediocrità. L’amore conforta, eleva, dà pienezza alla vita. L’amore ci rende degni, eleva il meglio della nostra anima, ci fa migliori. Quando ci sentiamo amati e accettati siamo capaci di dare di più. Non ci conformiamo con l’essere mediocri. La trasformazione non succede attraverso momenti di volontà. Altrimenti i successi sono scarsi. La vera trasformazione la realizza Dio in noi. Con il suo amore infinito. L’amore di Cristo ha trasformato i discepoli. Quell’amore di Cristo e di Maria nel Santuario ci trasformano. Vogliamo regalare il nostro amore trasformato nelle mani di Dio. Il nostro amore trasformerà altri cuori.

E in seguito vogliamo regalare la grazia dell’invio, della fecondità.

Maria ci manda dal Santuario. Molte volte abbiamo avuto quella necessità di condividere quello che viviamo. Non ci siamo avvicinati al Santuario per sentirci a nostro agio, in pace, per essere cristiani da salotto ed ottenere così che nessuno ci dia fastidio. Gesù vuole che il mondo s’infiammi. Vuole che diamo tutto e non ci tratteniamo nulla. P. Kentenich: “Quando noi nel dare trattengo qualcosa per me, corro il rischio di restare per sempre una caricatura di quello che dovrei arrivare ad essere, di non realizzare mai l’ideale, che Dio voleva si realizzasse in me.” (2) Se non diamo tutto corriamo il rischio di non lasciare agire Dio. Disperdiamo l’opera d’arte, che Dio vuole realizzare nella nostra vita. Maria vuole che usciamo. Non vuole che riposiamo comodamente. Il Santuario Filiale non si può muovere. Noi ci dobbiamo muovere ed arrivare fino lì. Noi dobbiamo avvicinarci ad altri fino lì. Un Santuario vivo è sempre in movimento. Non si stanca. Agisce, si avvicina agli uomini perduti e senza speranza. Siamo quel Santuario vivo che giunge al mondo.

Al contempo tutti, come famiglia di Schoenstatt, formiamo un gran Santuario vivo.

Ognuno apporta qualcosa differente, Il nostro carisma personale, quel talento che Dio ci ha affidato, il seme che vuole che seminiamo. Quando benediciamo il nostro Santuario Domestico in famiglia soliamo suggerire che si pensi ad un simbolo del Santuario con cui ci identifichiamo. Quale parte del Santuario vogliamo essere? Qual è il nostro apporto, il nostro ideale personale? Tutti formiamo un Santuario vivo. Senza di noi il Santuario è incompleto, manca qualcosa, la nostra forma originale di amare, di consegnare la nostra vita. In questa rete di Santuari vivi vogliamo lasciare la nostra impronta personale, originale, unica. Attraverso una foto o un simbolo affidiamo in quella rete, quanto di più valore regaliamo a Maria. Che cosa apporto io? Do tutta la mia originalità? Tutti formiamo parte di questa rete dal rispetto e dall’accettazione di tutti.

[1] P. Kentenich: Il mio Santuario del cuore

[2] P. Kentenich: Conferenza 1966

Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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