Postato su 2014-05-18 In Riflessioni e opinioni

Un mese per andare in pellegrinaggio per mano di Maria al Santuario

SPAGNA, org. Il Direttore del Movimento di Schoenstatt in Spagna, Padre Carlos Padilla, offre in una sua proiezione pastorale per il mese di maggio 2014, alla Famiglia di Schoenstatt e ai lettori della nostra pagina schoenstatt.org, un incentivo importante ed attuale al servizio della vita e al pellegrinaggio giubilare. All’inizio si comunica il regalo giubilare della Famiglia di Schoenstatt spagnola di formare una rete di Santuari vivi, una rete di vita, una rete missionaria. Questo mese lo hanno dedicato in cammino al 2014 al pellegrinaggio, a quello che significa andare in pellegrinaggio.

Viviamo un anno di grazie, un anno di vita in abbondanza

Siamo Pellegrini. Portiamo in pellegrinaggio al Santuario da quando è cominciato questo anno di grazie. Lì Maria ci aspetta, ci educa, cambia il nostro cuore. In realtà andiamo in pellegrinaggio da quando riceviamo la fede, da quando il Signore ci ha mostrato il senso della nostra vita. Dio ci ha fatti pellegrini. Il pellegrino comincia il suo cammino sapendo verso dove si dirigono i suoi passi. Conosce la meta. La sogna. I pellegrini di Emaus ritornavano alla loro casa. Ma i loro sogni erano infranti. In realtà i pellegrini di Emaus si convertono solamente in pellegrini, quando lasciano la loro terra e ritornano a Gerusalemme. Prima erano soltanto camminanti senza speranza. Non è lo stesso camminare o andare in pellegrinaggio. Chi cammina non sa bene qual è la meta, vanno senza meta. Andare in pellegrinaggio è camminare verso l’eternità. Ha molto da lasciare e molto da sognare. Consiste in lasciare la propria sicurezza la propria terra e cominciare un lungo cammino. Ci esige lasciare indietro i timori, il peso della vita, tutto quello che ci lega. Si tratta di essere capaci di abbandonare i piani, le possessioni, le tristezze ed aver fiducia pienamente nel potere del Dio della vita. Abbandonare le chiamate “zone di comodità” nelle quali vorremmo istallarci per sempre. Sì, il pellegrino lascia tutto e si mette in cammino. Sogna, aspetta, desidera, anela, cerca. Il desiderio si trasforma nel motore dei suoi passi. Ha qualcosa da consegnare, ha molto da ricevere. Perciò aspetta quello che ancora non possiede. Il pellegrino sa chiaramente dove va e sa che la sua vita comincia con un primo passo. Non importa quanto dura il cammino. Ciò che importa è avere la forza per dare il primo passo. E questo primo passo, spesso è il più difficile.

Siamo pellegrini. La Chiesa è pellegrina. Schoenstatt è un Movimento apostolico di pellegrini

La Spagna è una terra di santi pellegrini. Il camminare fa parte della nostra vita. Non vogliamo abituarci ad una comodità statica. Andare in pellegrinaggio ci permette essere attenti, disposti a cercare dove e come seguire il cammino. Il pellegrino vive il momento, mette radici ad ogni passo, assorbe con occhi di bambini la bellezza del cammino. Ogni fermata, ogni paese, ogni istante, ogni uomo sono importanti, perché tutto è di Dio. Tutto appartiene a Lui. E perciò appartiene al pellegrino. Tutto gli importa, nulla gli è indifferente. Pertanto è capace di lasciare i suoi, coloro che ama. Nonostante al contempo non li lascia, perché li porta nel suo cuore, li carica nella sua anima. Il pellegrino sa che ogni giorno ha molti momenti inaspettati, molte sorprese. Sa dove cammina, ma non si preoccupa pensando a quello che verrà, a tutto quanto gli manca. Il che non è importante. Quello che conta è la tappa del giorno, il momento, la casa, in cui trascorrerà la notte. Il pellegrino vive il cammino in tutta la sua pienezza, sa che è il passo necessario fino alla meta. Il cammino è lungo e perciò il pellegrino va con poco bagaglio. Sa che il cammino è duro. Lascia quello di cui non ha bisogno e camminando sa quello che non gli manca. Spesso carichiamo nella vita troppe cose. Viviamo ansiosi per quanto abbiamo davanti a noi. Soffriamo. Il cuore si attacca. Non vuole perdere nulla di quanto gli appartiene. Custodiamo, conserviamo, possediamo, ci ossessioniamo per il timore di perdere qualcosa.

Il pellegrino guarda sempre il cielo e perciò non vive preoccupato per tutto quello che non controlla

Dio cammina nella sua anima. Maria è la sua costante compagnia. Non teme. Ha fiducia. Il pellegrino cammina a piedi scalzi, perché non si attacca a nessuna norma, né assicurazione, perché non pretende imporre a nessuno le sue norme, la sua forma di vivere. Le forme sono importanti, ma ci possono legare e possono uccidere lo spirito: “Lo spirito crea la propria forma. La forma protegge lo spirito, ma anche porta con sé il pericolo di consumare, con il tempo, lo spirito” (P. Kentenich, “Il segreto della vitalità di Schoenstatt” I 1952). Il formalismo può stancarci e toglierci le forze, ci può trasformare in rigidi e portarci a perdere la misericordia. Camminare scalzi ha i suoi rischi. Possiamo soffrire nel cammino. Ci sentiamo insicuri e vulnerabili. Ma ci dà molta libertà e ci fa rispettosi. Un pellegrino scalzo non impone nulla, solo accompagna, mostra l’orizzonte ampio, dà gioia, condivide sogni. Il pellegrino non va mai solo, va con altri pellegrini, costruisce una famiglia. Sempre cerca i punti che uniscono, lascia da una parte le differenze. Cerca accogliere chi arriva. Sostiene il debole ed accompagna il bisognoso. Il pellegrino conosce la meta ma non ha fretta. Non deve arrivare ad una determinata meta. Confida che quando arriva, quello sarà il suo momento. È un pellegrino del cielo e fa che il suo passaggio per la terra sia un pezzettino di cielo Il pellegrino vive nelle altezze e mette radici nella terra. Ama, si radica, vola, Dio è artefice dei suoi passi. È un scalatore di altezze, perciò in quest’anno di grazie vogliamo fare della nostra vita un continuo pellegrinaggio. Lo faremo recandoci al Santuario ogni giorno E in questo mese andremo da Santuario in Santuario di Madrid. È un piccolo segno. Vogliamo chiedere a Maria, che ci faccia vivere ogni giorno come pellegrini. E così convertici in pellegrini del cielo.

Originale: spagnolo – Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata. Argentina

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