Postato su 2014-05-17 In Francesco - messaggio

Non si può evangelizzare senza il dialogo

org. Tutte le classi della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo colme di motivazione, per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito e per il sentiero di Cristo. I Cardinali e i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e le istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che è ammalata per essere chiusa in sé stessa, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana i testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa (P. José Maria Garcia)

SETTIMANA 20/2014

Leggiamo il Vangelo, un poco tutti i giorni. Così impareremo a vivele ciò che è essenziale: l’amore e la misericordia.

Tweet 13/05/2014

Nel momento in cui lo accogliamo e lo ospitiamo nel nostro cuore, lo Spirito Santo comincia subito a renderci sensibili alla sua voce e a orientare i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni secondo il cuore di Dio. Nello stesso tempo, ci porta sempre più a rivolgere lo sguardo interiore su Gesù, come modello del nostro modo di agire e di relazionarci con Dio Padre e con i fratelli. Il consiglio, allora, è il dono con cui lo Spirito Santo rende capace la nostra coscienza di fare una scelta concreta in comunione con Dio, secondo la logica di Gesù e del suo Vangelo. In questo modo, lo Spirito ci fa crescere interiormente, ci fa crescere positivamente, ci fa crescere nella comunità e ci aiuta a non cadere in balia dell’egoismo e del proprio modo di vedere le cose. Così lo Spirito ci aiuta a crescere e anche a vivere in comunità. La condizione essenziale per conservare questo dono è la preghiera. Sempre torniamo sullo stesso tema: la preghiera! Ma è tanto importante la preghiera. Pregare con le preghiere che tutti noi sappiamo da bambini, ma anche pregare con le nostre parole. Pregare il Signore: “Signore, aiutami, consigliami, cosa devo fare adesso?”. E con la preghiera facciamo spazio, affinché lo Spirito venga e ci aiuti in quel momento, ci consigli su quello che tutti noi dobbiamo fare. La preghiera! Mai dimenticare la preghiera. Mai! Nessuno, nessuno, se ne accorge quando noi preghiamo nel bus, nella strada: preghiamo in silenzio col cuore. Approfittiamo di questi momenti per pregare, pregare perché lo Spirito ci dia il dono del consiglio.

Udienza Generale, 7.5.2014

Nell’attuale sistema economico – e nella mentalità che esso genera – la parola “solidarietà” è diventata scomoda, persino fastidiosa. L’anno scorso vi ho detto che sembrava una parolaccia per questo mondo! La crisi di questi anni, che ha cause profonde di ordine etico, ha aumentato questa “allergia” a parole come solidarietà, equa distribuzione dei beni, priorità del lavoro… E la ragione è che non si riesce – o non si vuole – studiare veramente in che modo questi valori etici possono diventare in concreto valori economici, cioè provocare dinamiche virtuose nella produzione, nel lavoro, nel commercio, nella stessa finanza. Proprio questo invece è ciò che voi cercate di fare, tenendo insieme l’aspetto teorico e quello pratico, il pensiero e le esperienze sul campo. La coscienza dell’imprenditore è il luogo esistenziale in cui avviene tale ricerca. In particolare, l’imprenditore cristiano è sollecitato a confrontare sempre il Vangelo con la realtà in cui opera; e il Vangelo gli chiede di mettere al primo posto la persona umana e il bene comune, di fare la sua parte affinché ci siano opportunità di lavoro, di lavoro dignitoso. Naturalmente questa “impresa” non si può compiere isolatamente, ma collaborando con altri che condividono la base etica e cercando di allargare il più possibile la rete.

Ai membri della Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice, 10.5.2014

Nell’intimità con Dio e nell’ascolto della sua Parola, pian piano mettiamo da parte la nostra logica personale, dettata il più delle volte dalle nostre chiusure, dai nostri pregiudizi e dalle nostre ambizioni, e impariamo invece a chiedere al Signore: qual è il tuo desiderio?, qual è la tua volontà?, che cosa piace a te? In questo modo matura in noi una sintonia profonda, quasi connaturale nello Spirito e si sperimenta quanto siano vere le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo: «Non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,19-20). È lo Spirito che ci consiglia, ma noi dobbiamo dare spazio allo Spirito, perché ci possa consigliare. E dare spazio è pregare, pregare perché Lui venga e ci aiuti sempre. Come tutti gli altri doni dello Spirito, poi, anche il consiglio costituisce un tesoro per tutta la comunità cristiana. Il Signore non ci parla soltanto nell’intimità del cuore, ci parla sì, ma non soltanto lì, ma ci parla anche attraverso la voce e la testimonianza dei fratelli. È davvero un dono grande poter incontrare degli uomini e delle donne di fede che, soprattutto nei passaggi più complicati e importanti della nostra vita, ci aiutano a fare luce nel nostro cuore a riconoscere la volontà del Signore!

Udienza Generale, 7.5.2014

La comunità cristiana – la parrocchia, la diocesi, le associazioni – è il luogo in cui l’imprenditore, ma anche il politico, il professionista, il sindacalista, attingono la linfa per alimentare il loro impegno e confrontarsi con i fratelli. Questo è indispensabile, perché l’ambiente lavorativo diventa a volte arido, ostile, disumano. La crisi mette a dura prova la speranza degli imprenditori; non bisogna lasciare soli quelli che sono più in difficoltà. Cari amici della “Centesimus Annus”, questo è il vostro campo di testimonianza!. Voi, con l’aiuto di Dio e della Chiesa, potete dare una testimonianza efficace nel vostro campo, perché non portate solo parole, discorsi, ma portate l’esperienza di persone e di imprese che cercano di attuare concretamente i principi etici cristiani nell’attuale situazione del mondo del lavoro.

Ai membri della Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice, 10.5.2014

Coloro che sono stati dispersi a causa della persecuzione scoppiata dopo il martirio di Stefano. Sono stati dispersi ma portano dappertutto il seme del Vangelo, rivolgendosi però soltanto ai giudei. E poi in modo naturale, alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai greci, annunciando che Gesù è il Signore. E così lentamente hanno aperto le porte ai greci, ai pagani. Quando questa notizia giunse alla Chiesa di Gerusalemme, mandarono Barnaba ad Antiochia per fare una visita d’ispezione e verificare di persona cosa stesse succedendo. Gli Atti riferiscono che tutti sono rimasti contenti e che una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Questa gente non ha detto: andiamo prima dai giudei, poi dai greci, poi dai pagani, poi da tutti, ma si è lasciata portare dallo Spirito Santo: è stata docile allo Spirito Santo. Così facendo una cosa viene dall’altra, e poi ecco l’altra, l’altra ancora, e così finiscono aprendo le porte a tutti. Anche ai pagani che, nella loro mentalità, erano impuri. Quei cristiani aprivano le porte a tutti senza fare distinzioni. E questo è il primo gruppo di persone presentato dalla liturgia. A comporlo sono persone docili allo Spirito Santo, con una certa naturalezza. Perché, alcune volte lo Spirito Santo ci spinge a fare cose forti, come ha spinto Filippo ad andare a battezzare quel signore dell’Etiopia e come ha spinto Pietro ad andare a battezzare Cornelio. Altre volte lo Spirito Santo ci porta soavemente. Perciò la vera virtù, ha affermato, è lasciarsi portare dallo Spirito Santo: non fare resistenza allo Spirito Santo, essere docili allo Spirito Santo. Sicuri però che lo Spirito Santo agisce oggi nella Chiesa, agisce oggi nella nostra vita. Magari, qualcuno di voi potrà dirmi: mai l’ho visto! Fai attenzione a cosa succede, a cosa ti viene in mente, a cosa ti viene in cuore: cose buone, è lo Spirito che ti invita ad andare per quella strada. Ma certo ci vuole docilità allo Spirito Santo.

Santa Marta, 13.5.2014

Non si può evangelizzare senza il dialogo e che non si può prescindere dal cammino della persona che deve essere evangelizzata. Ma, padre, si perde tanto tempo perché ognuno ha la sua storia, ha le sue idee…. È vero, così facendo uno perde tempo ma certamente più tempo ha perso Dio nella creazione del mondo! E l’ha fatto bene! Dunque bisogna perdere tempo con l’altra persona perché quella persona è quella che Dio vuole che tu evangelizzi, a cui tu devi dare la notizia di Gesù. Ed è ancora importante anche che il dialogo avvenga con la persona come è adesso e non come deve essere. Pensiamo a questi tre momenti dell’evangelizzazione: la docilità dell’evangelizzare facendo la volontà di Dio, il dialogo con le persone così come si trovano, e affidarsi alla grazia perché è più importante la grazia che tutta la burocrazia. Tante volte noi in chiesa siamo una ditta per fabbricare impedimenti perché la gente non possa arrivare alla grazia. Che il Signore ci faccia capire questo.

Santa Marta, 8.5.2014


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