Postato su 2011-01-22 In Riflessioni e opinioni

Nella Fiducia Divina

20 de enero: vitral en el Santuario de La Molina, Lima, PerúQueca Espinoza/ Manuel Huapaya. Le vetrate del Santuario di La Molina, Perú, rappresentano le immagini delle quattro pietre miliari della storia di Schoenstatt. Questo 20 gennaio nell’Anno della corrente del Padre, meditiamo le immagini della vetrata della seconda pietra miliare. Offriamo anche, con il permesso dell’autrice, una poesia scritta da Edith Verástegui del Ramo delle signore di San Borja, di Lima (Perú).

 

 

 

Vitral: 20 de enero

Meditiamo le immagini delle vetrate, osserviamo la corona di spine come simbolo della sofferenza e i patimenti di nostro Padre Fondatore e di tanti martiri schoenstattiani a Dachau, tra loro il Beato Karl Laisner e i martire della coscienza Franz Reinisch, su di loro s’irradia il sole di Cristo, che ci orienta. La sofferenza solo ha significato secondo come lo vede San Paolo. “La sofferenza unita ai patimenti di Cristo ci assomiglia a Lui, che liberamente ha abbracciato la croce per amore”.

Sul campo troviamo rappresentato il giardino e i suoi fiori. Il “Giardino di Maria”, l’ideale a cui ci ha chiamato Padre Kentenich: “Se voi coltivate bene il vostro giardino, io accelererò il lavoro di cesellare e di limare” (P. K. Natale 1941)

La sviscerata unità e solidarietà di P. Kentenich con l’opera da lui fondata, è un’altra delle chiavi centrali per comprendere la sua vita e la storia di Schoenstatt. Questo profondo vincolo tra il fondatore e la fondazione è l’essenza stessa di Schoenstatt, data la struttura e la stessa missione del Movimento. Il 20 gennaio 1942, dalla prigione, Padre Kentenich rinuncia a legittime possibilità di salvarsi dal campo di concentramento. Offre volontariamente la sua libertà esteriore per la santità e fecondità della sua Famiglia, per sempre. Si manifesta così un’indissolubile solidarietà di destini tra il Padre e la sua Famiglia. Da quel momento nasce una marcata “corrente del Padre”, che ha incoraggiato la Famiglia nella sua ispirazione alla santità, ha affermato la sua unità e risvegliato una gran responsabilità per la missione comune.

Oggi ci troviamo davanti ad una gran sfida, essere veri cristiani e veri schoenstattiani. Essere cristiani, essere membro della Chiesa, significa assumere e vivere una storia. L’Eucaristia il centro della nostra vita, è rivivere ed immergerci in una realtà storica. Viviamo in Schoenstatt al vivere la sua storia, non è un’ideologia, non è un complesso di norme morali o atteggiamenti che dobbiamo semplicemente coltivare, Schoenstatt è una storia sacra. Siamo una Chiesa in piccolo ed anche la Chiesa è storia sacra.

Padre Kentenich ripeteva spesso: “dobbiamo immergici nella nostra storia sacra per bervi, come in una fonte, la vita e le grazie che sono irrotte negli avvenimenti principali della nostra storia sacra. Così potremo affrontare fecondamene la problematica del tempo attuale e rispondere alla sfide che Dio ci pone ora”.

Manuel Huapaya

Cantico al 20 gennaio

Oggi 20 gennaio Mater,
sono giunta al tuo Santuario,
ricordando come Padre Kentenich
ti ha consegnato un assegno in bianco.
Avrebbe potuto liberarsi dalla prigione
Ma lui ha voluto caricare la croce
di Gesù.

Ha marciato contento a Dachau
Non gli è importato il muro
che gli toglieva la sua libertà,
sorrideva, sorrideva, portando
speranze al dolore.

Anch’io voglio consegnarti
un assegno in bianco,
dammi la forza, dammi la forza,
e così servirti come
ha fatto Padre Kentenich.

Ha marciato contento a Dachau
Ha marciato contento a Dachau
Non gli è importato il muro
che gli toglieva la sua libertà,
sorrideva, sorrideva portando
speranze al dolore.

Al ritirarmi dal tuo Santuario
me ne vado con la pace e la gioia
di aver conversato con Te,
di averti dedicato le mie pene,
i miei dubbi, le mie speranze,
ricordando Padre Kentenich.

Ha marciato contento a Dachau
Ha marciato contento a Dachau,
Non gli è importato il muro
che gli toglieva la sua libertà,
sorrideva, sorrideva, portando
speranze al dolore.

Edith Verástegui

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

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