Postato su 2010-09-23 In Riflessioni e opinioni

Vita e opera di Padre Giuseppe Kentenich

ARGENTINA, P. Javier Arteaga. Questi giorni ho letto parecchie testimonianze sulla vita e l’opera di P. Giuseppe Kentenich a causa di una conferenza, che dovevo preparare e mi ha destato molto l’attenzione la testimonianza che ha dato Mons. Raul Silva Enriquez, antico cardinale di Santiago del Cile, il 15 settembre 1985.

 

 

Lui allora affermava:

“Che cosa ho visto io nel Padre, a me totalmente sconosciuto, che mi ha conquistato? Il suo grand’amore per la Madre di Dio è stato “lo specchietto”, che mi ha attratto irresistibilmente. Ho ammirato la sua fede incrollabile: ha amato la Chiesa, ha amato la sua congregazione, ha conservato la speranza contro ogni speranza. Non si è mai sentito lamentarsi delle pene passate, non lo si è mai sentito incolpare qualcuno. La sua carità non aveva limiti. Ho ammirato in lui la forza in tutte le situazioni della vita, anche le più difficili com’è stato il campo di concentramento, l’esilio. Era superiore a tutto, realmente era l’uomo forte che riposa nel Signore e poteva affermare: “Da Lui viene la mia salvezza, Egli è la mia forza, la mia roccia, non vacillerò”. Ho ammirato in lui la sua apertura, la sua visione della Chiesa, che lo chiamava ad ascoltare le voci del tempo, che lo portavano a mettere in dubbio antiche e rispettabili atteggiamenti ecclesiastici che non gli sembravano adatti a trasmettere il messaggio di Cristo all’uomo moderno. Forse è stato, senza saperlo, un precursore del Concilio Vaticano II. Ma tutto questo che lui viveva nel suo amore per la Chiesa, gli è costato non poche lacrime. Ho ammirato anche in lui il suo carisma di educatore. Lui inseguiva l’ideale di impregnare di Cristo il cuore nell’uomo moderno, in modo che la fede impregnasse tutta la sua vita. (…) Ringrazio il Signore per questa sua visita alla mia anima, e lo benedico per il poco che ho potuto fare per Cristo Signore, vivo nella persona di Padre Kentenich”.

Questa testimonianza del Cardinale Silva Enriquez ci parla di un sacerdote, che è “dono di Dio e un profeta per il suo tempo”. Questo profetismo e dono di Dio si è manifestato nella vita di Padre Kentenich con tracce molto concrete.

Un vero sacerdote e Padre

Non è una novità che viviamo in un’epoca priva di personalità paterne, materne (non confondere con paternalismo), un’epoca di enorme orfanità ed abbandono. Sono stati gli stessi dolori che ha sofferto il bambino Giuseppe Kentenich per l’assenza di suo padre. Proprio in quello che Dio lo voleva distinguere come Suo strumento, proprio in questo il Signore lo ha formato e educato. Padre Kentenich ha annunciato vivamente, che Dio non è un’idea metafisica, un concetto filosofico o un essere lontano, bensì un vero Padre che ama incondizionatamente i suoi figli, e affermava: “La ragione ultima dell'”assenza” di Dio in tante anime dobbiamo cercarla nella mancanza di persone che lo riflettano. Se noi, perciò, non siamo dei “trasparenti” di Dio misericordioso, togliamo agli uomini di oggi la possibilità di credere in Lui”.

Un appassionato alleato e missionario di Maria

Dopo che la sua mamma l’ha consacrato alla Madonna ai 9 anni, in momenti molto difficili per lei, Maria è stata la sua guida e il suo conforto, la sua educatrice. In questo gesto già c’era il germe dell’Alleanza d’Amore con la Madonna, che col tempo sarà l’origine di Schoenstatt. Lui è stato il primo alleato di Maria in Schoenstatt e il suo gran missionario. Proclamare Maria ha significato per Padre Kentenich dimostrare agli uomini moderni che hanno una Madre fedele, che è immagine, modello e modellatrice dell’uomo nuovo in Cristo. Padre Kentenich cerca da questo vincolo con Maria, creare attitudini mariane nella Chiesa per generare una nuova cultura, che come Maria sia più cristiana, più solidale, giusta e fraterna, e perciò più umana.

Impegnato con l’uomo e il suo tempo

La sua gran passione è stata, come i profeti biblici, portare gli uomini all’incontro vivo con Dio, essere il “trasparente” dell’amore per Dio agli uomini, che lo scoprissero presente in ogni fatto della vita quotidiana: “con la mano tastando il polso del tempo e l’orecchio nel cuore di Dio”. Ha vissuto due guerre mondiali e ha sperimentato la degradazione umana in un campo di concentramento. Ha sofferto fame, crisi e povertà, e ha vissuto il destino del suo popolo e della sua epoca. Ha avuto il coraggio di denunciare tutto quanto minacciava la dignità e l’integrità dell’uomo come figlio di Dio. Ha annunciato e ci ha insegnato, che le epoche di grandi cambiamenti richiedono coraggio, rinnovamento, creatività e un nuovo ardore nel modo di vivere e trasmettere la fede. È stato un vero profeta, appassionato dell’uomo e del suo tempo.

I nuovi profeti di Maria

Ringraziamo il Signore per questo”dono di Dio”. Ma non è sufficiente. Credo che solamente ringraziare Dio per averci regalato un gran sacerdote, padre e fondatore non sia sufficiente, non sia degno di un figlio spirituale di Padre Kentenich. Lui ci chiederebbe: Molti ringraziamenti, ma che parte del mio compito assumerai nel tuo tempo? Qual aspetto della mia missione incarnerai nel tuo ambiente? “Voi a vostro modo potete aiutarmi a portare la responsabilità e a condividere la missione della Famiglia” (P. G. K, 31 maggio 1949).

Il prossimo 18 ottobre, cominceremo il triennio al 2014 e lo faremo insieme come Famiglia con il Padre Fondatore. Come il Padre Fondatore era al principio della storia di Schoenstatt, così noi vogliamo quest’anno afferrare la sua mano per percorrere con lui e come lui questi tre anni fino al giubileo del 2014. Con lui e come lui con il suo stesso spirito e i suoi atteggiamenti, come nuovi profeti di Maria costruendo il nostro tempo per Dio, rinnovando la nostra Patria con spirito di famiglia. Vogliamo arrivare al 2014 e celebrare così i cento anni d’Alleanza viva. “Sì, Padre, andiamo con te!”.

 

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