Postato su 2014-06-22 In Francesco - messaggio

La Chiesa nasce per uscire

FRANCESCO IN PENTECOSTE. “Gesù ha detto parlando agli Apostoli nell’Ultima Cena che dopo avere lasciato questo mondo, avrebbe lasciato loro il dono del Padre, cioè lo Spirito Santo (cfr. Gv. 15,26). Questa promessa si è realizzata il Giorno di Pentecoste, quando lo Spirito Santo è disceso sui discepoli riuniti nel Cenacolo. Questa effusione, sebbene straordinaria, non è stata unica, limitata a quel momento, bensì si tratta di un avvenimento, che si è rinnovato e si rinnova ancora. Cristo glorificato alla destra del Padre continua compiendo la sua promessa mandando alla Chiesa lo Spirito vivificante, che ci insegna, ci ricorda, ci fa parlare.

Lo Spirito Santo ci insegna: è il Maestro interiore. Ci guida per il cammino giusto, attrverso le situazioni della Vita. Lui ci insegna il cammino, il sentiero. Nei primi tempi della Chiesa, al cristianesimo lo si chiamava “il cammino” (cfr, At 9,2), e Gesù stesso è il cammino. Lo Spirito Santo ci insegna a seguirlo, a camminare seguendo le sue orme. Più che un maestro di dottrina, lo Spirito Santo è un maestro di vita. E della vita fa parte anche il sapere, il conoscere, ma dentro l’orizzonte più ampio ed armonico delle esistenza cristiana.

Lo Spirito Santo ci ricorda, ci ricorda tutto quello che ha detto Gesù. È la memoria vivente della Chiesa. E mentre ci fa ricordare, ci fa comprendere le parole del Signore.

Questo ricordare nello Spirito e grazie allo Spirito non si riduce ad un fatto mnemonico, è un aspetto essenziale della presenza di Cristo in noi e nella sua Chiesa. Lo Spirito di verità e carità ci ricorda tutto quanto ci ha detto Gesù, ci fa entrare sempre di più pienamente nel significato delle parole. Tutti noi abbiamo quest’esperienza: un momento, in qualsiasi situazione, c’è un’idea dopo l’altra che si relazione con un brano della Sacra Scrittura…È lo Spirito che ci fa percorrere questo cammino: il sentiero della memoria viva della Chiesa. E questo richiede da parte nostra una risposta: Quanto più è generosa la nostra risposta, tanto più le parole di Gesù si trasformano in vita in noi, in atteggiamenti, opzioni, gesti e testimonianze. In verità lo Spirito ci ricorda il comandamento dell’amore e ci chiama a viverlo.

Un cristiano senza memoria non è un vero cristiano: è un cristiano a metà cammino, è una donna o un uomo prigioniero del momento, che non sa prendere in considerazione la sua storia, non sa leggerla, né viverla come storia di salvezza. Invece con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo interpretare le ispirazioni interiori e gli avvenimenti della vita alla luce delle parole di Gesù. E così cresce in noi la saggezza della memoria, la saggezza del cuore, che è un dono dello Spirito Santo. Che lo Spirito Santo ravvivi in tutti noi la memoria cristiana. E quel giorno, con gli Apostoli, c’era la Donna della memoria, Colei che meditava fin dal principio tutte quelle cose nel suo cuore. C’era Maria, nostra Madre. Che Ella ci aiuti in questo cammino della memoria.

Lo Spirito Santo ci insegna, ci ricorda, e – un’altra virtù – ci fa parlare, con Dio e con gli uomini. Non ci sono cristiani muti, muti nell’anima, no, non c’è posto per loro.

Ci fa parlare con Dio nella preghiera. La preghiera è un dono che riceviamo gratuitamente; è il dialogo con Lui nello Spirito Santo, che prega in noi, e ci permette di dirigerci a Dio chiamandolo Padre, Papà, Abbà (cfr. Rm.8,15; Gal 4, 6); e questo non è solamente un modo di dire, bensì la realtà, noi siamo realmente figli di Dio. “Infatti. Tutti coloro che sono condotti dallo Spirito di Dio, quelli sono figli di Dio” (Rom.8, 14)

Ci fa parlare nell’atto di fede. Nessuno di noi può dire: Gesù è il Signore – lo abbiamo ascoltato oggi – senza lo Spirito Santo. Ci aiuta a parlare con gli uomini nel dialogo fraterno. Ci aiuta a parlare con gli altri riconoscendo in loro fratelli e sorelle; a parlare con amicizia, con tenerezza, con serenità, comprendendo le angustie e le speranze, le tristezze e le gioie degli altri

Ma c’è qualcosa di più: lo Spirito Santo ci fa parlare anche agli uomini nella profezia, cioè, facendoci “canali”, umili e docili della parola di Dio. La profezia si realizza con franchezza, per mostrare apertamente le contraddizioni e le ingiustizie, ma sempre con docilità ed intenzione di costruire. Colmi dello Spirito d’amore possiamo essere strumenti e segni di Dio, che amano, servono e donano la vita.

Ricapitolando: Lo Spirito Santo ci insegna il cammino: ci ricorda e ci spiega le parole di Gesù; ci fa pregare e dire Padre a Dio, ci fa parlare agli uomini in un dialogo fraterno e ci fa parlare nella profezia.

Il Giorno di Pentecoste, quando gli Apostoli “si sono riempiti di Spirito Santo”, è stato il battesimo della Chiesa, che è nata ”per uscire”, in partenza per annunciare a tutti la Buon Novella. La Madre Chiesa, che esce per servire. Ricordiamo l’altra Madre, nostra Madre che è uscita con fretta per servire. La Madre Chiesa e la Madre: le due vergini, le due madri, le due donne. Gesù era stato decisivo con gli Apostoli: non dovevano allontanarsi da Gerusalemme prima di ricevere dall’alto la forza dello Spirito Santo (cfr. At. 1,4.8). Senza lo Spirito Santo non c’è missione, non c’è evangelizzazione. Perciò con tutta la Chiesa, con nostra Madre Chiesa cattolica invochiamo: Vieni, Spirito Santo!

Originale: spagnolo. Traduzione, Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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