Postato su 2015-02-23 In Santuario Originale

Porte aperte per Profughi all’Ombra del Santuario

mda. “La Madonna ci lascia alcuni mesi in pace e poi il 18.2. scrive … “Così, pensa il Rettore Don Egon M. Zillekens, dovrebbe iniziare l’articolo sulla Lettera da Magonza che gli è arrivata all’inizio della Quaresima post-giubilare, Mercoledì delle Ceneri, 18 Febbraio, 18h:13. La lettera con la richiesta ufficiale a Schoenstatt di mettere alloggi a disposizione dei molti profughi che in queste settimane arrivano soprattutto dal Kosovo.

“E avvenne che a quel tempo, nel tempo dopo il Giubileo del Centenario di Schoenstatt … stavano davanti alle porte di Schoenstatt uomini, donne e bambini che erano fuggiti dai loro Paesi, portandosi dietro soltanto la vita, traumatizzati, persi, senza patria né dimora… e cercavano asilo… e si aprirono loro cuori di uomini, in questo luogo dove Schoenstatt era sorto 100 anni prima, nel mezzo della guerra – e non solo i cuori, ma anche le Case. Case vuote, Case nelle quali tutti si stringono per far spazio, per accoglierli. Ed essi entrarono e si videro accolti, benvenuti, amati. Una fiaba di Natale. O forse no…?”

Nell’Avvento del 2014, su schoenstatt.org risuonava veramente molto più di una Fiaba di Natale, quando una richiesta da Vallendar ha messo in campo il tema “Rifugiati a Schoenstatt” che ha fatto prorompere in un’ondata di gioia e solidarietà – di gran lunga oltre i confini del luogo di Schoenstatt. Schoenstattiani del Sudafrica hanno offerto le loro esperienze della Casa per Rifugiati Mercy House, Schoenstattiani del Perù e Argentina hanno chiesto se potevano mandare coperte e indumenti… Proposte e riflessioni, dubbi e speranze sulla solidarietà concreta, sono seguiti settimane dopo.

E poi arriva nel bel mezzo del Carnevale una richiesta di tutt’altro genere, dal MINISTERO PER INTEGRAZIONE, FAMIGLIA, BAMBINI, GIOVENTÙ E DONNE LAND RENANIA-PALATINATO. La Caposezione “Politica Rifugiati, Accoglienza Migranti, Rimpatrio”, Astrid Becker, chiama telefonicamente a Schoenstatt il Rettore Don Zillekens, il cui nome è collegato sin dalla prima richiesta di Avvento al tema Rifugiati. Si tratta dei tanti rifugiati che ora arrivano e che devono essere sistemati per l’inverno – e i primi centri di accoglienza del Land Renania-Palatinato sono affollati, talmente affollati che a Treviri per esempio non c’è rimasto altro da fare che montare delle tende. Astrid Becker conosce Schoenstatt dalla gioventù e si ricorda le molte Case del luogo … Il Rettore Don Zillekens viene a sapere che non si tratta di due o tre famiglie, ma di 100-150 persone. Ed offre la Casa dell’Alleanza (Bundesheim) anche se al momento là non c’è acqua corrente… ma letti e un tetto sulla testa. Passano molti giorni senza che arrivi una reazione dal Ministero.

Portata la lettera alla Messa dell’Alleanza e al Santuario Originale

E poi arriva, la sera del 18 Febbraio, la Lettera dal Ministero, firmata dal Ministro Irene Alt, in cui chiede a Schoenstatt sostegno per la prima accoglienza di rifugiati. “Come Lei ha potuto apprendere dalla stampa, siamo arrivati ai nostri limiti per il forte afflusso di persone, soprattutto dal Kosovo, e abbiamo dovuto già montare delle tende nell’allestimento di prima accoglienza a Treviri. Confidiamo perciò sul vostro efficace aiuto”, così Astrid Becker nella lettera di accompagnamento.

Il Ministro per l’Integrazione chiede nella sua lettera aiuto concreto fino a quando sarà ultimata la costruzione di altri allestimenti di prima accoglienza – aiuto concreto per 100-150 persone. Si tratterebbe di alloggio umanamente dignitoso, di solidarietà, di aiuto generoso spontaneo.

Il Rettore Don Zillekens prende con sé la Lettera del Ministro, scritta molto personalmente, alla Messa dell’Alleanza e la legge a voce alta … e subito dopo la porta al Santuario Originale. Si avverte qualcosa della Grazia giubilare.

La sera stessa la Lettera va ai Membri del Praesidium Generale.

Il prossimo martedì, 24 Febbraio, verrà qualcuno dal Ministero per vedere la Casa dell’Alleanza ed esaminare le possibilità concrete. Sono in discussione anche altre due Case.

Case Solidali del Santuario Originale

Era l’autunno del 2013. L’iniziativa delle “100 case come ringraziamento per 100 anni della nostra Casa a Schoenstatt” aveva appena preso il via – come Progetto giubilare dei collaboratori di schoenstatt.org, espressione della loro Alleanza d’Amore Solidale con Papa Francesco. Una casa per una famiglia in estrema povertà alla periferia di Asunción per ogni Santuario. “Ha il Santuario Originale già una casa solidale?”, ha chiesto una signora del Movimento del Pellegrinaggio. No … “Posso donarla?” – Sì … “Anche il Santuario Originale ha pur bisogno di una casa solidale”.

“Affinché le case solidali e la solidarietà proseguano!”: Questo era uno degli obbiettivi formulati nell’Incontro programmatico di schoenstatt.org il 24 Gennaio a Madrid.

Forse, dice qualcuno della redazione di schoenstatt.org, forse non costruiamo solo case solidali per famiglie che vivono sulla strada … Forse avremo presto a Schoenstatt, all’Ombra del Santuario Originale, case solidali per rifugiati, per persone che si trovano in fuga come a suo tempo Gesù, Giuseppe e Maria.

Originale: Tedesco / Traduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

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