Postato su 2014-09-05 In Vivere l’Alleanza

UNANIMITER – Auf Deinen Spuren – Viaggio al centro della Germania

ITALIA, Federico Bauml. Venti ragazzi, italiani veri e “adottati”, alla conquista di una Germania tutta da scoprire. Passando, ovviamente, da Schoenstatt.

 

 

 

Auf Deinen Spuren

Cosa spinge venti ragazzi a trascorrere la settimana centrale del mese di Agosto in Germania?

Forse il clima? Ognuno ha i suoi gusti, ma credo che la pioggia, la giacca a vento e le temperature sotto i venti gradi siano le cose di cui meno avremo nostalgia. Sarà stato il cibo? Anche in questo caso conservo qualche dubbio.

Non resta che una soluzione: la compagnia. Sì, dev’essere questa la risposta esatta.

O meglio, una parte della risposta esatta. È la parte della risposta che viene di getto, quella che all’inizio di ogni viaggio fa sciogliere la riserva sulla propria partecipazione facendo pendere l’ago della bilancia verso il sì. Ma è una risposta ancora incompleta.

L’altra parte della risposta spesso non si comprende da subito, un po’ come la lingua in cui, in quest’occasione, era scritta: “Auf Deinen spuren”… E che significa? Ebbene, significa “sulle Tue orme”.

Ed ecco allora che la risposta diviene completa.

Se è vero, per dirla con Proust, che “viaggiare non è solo scoprire nuovi luoghi, ma avere nuovi occhi”, è proprio quell’Auf Deinen spuren a fornirci la chiave di lettura che trasforma una settimana in posti bellissimi, con la compagnia perfetta, in qualcosa di speciale, più di un semplice viaggio.

La Germania e Schoenstatt

Durante quest’anno c’è stato un particolare filo conduttore che ha legato il nostro gruppo alla Germania e, complice l’evidente contributo dello Spirito Santo (trovare un gruppo in cui sei persone su ventiquattro parlano tedesco credo si possa definire un record), tutto è venuto naturale.

Tante sono le cose ci portiamo dietro: le giornate e serate passate insieme, la bellezza dei castelli e dei borghi medievali, il romanticismo del Reno e del Danubio, passando poi per la gotica religiosità delle Cattedrali fino ad arrivare all’inferno di Dachau.

E poi, siamo nel 2014. Un anno speciale, l’anno in cui quella “pazza idea” di un piccolo grande uomo compie cento anni.

Schoenstatt non è un posto come gli altri. Lo si capisce ancor prima di arrivarci (più o meno all’altezza del cartello che ci mette in guardia dall’attraversamento delle rane), quando il Santuario Originale è ancora un puntino che appena si intravede dietro la curva. C’è un’aria diversa. Una sensazione di leggerezza, grazie alla quale il mondo, per un po’, viene messo tra parentesi ed appoggiato in un angolo.

L’orgoglio nel mostrare Schoenstatt ai propri amici è forse il regalo più bello che alcuni di noi hanno ricevuto. Anche se, in fin dei conti, poco importa se ci si è già stati oppure no, perché se è vero che, in chi ci è già stato, riaffiorano ricordi e momenti bellissimi, è incredibile come ogni viaggio a Schoenstatt sia sempre come la prima volta.

La grigliata; la serata al Santuario Originale assieme ai volontari per il 2014; la Messa nel Santuario Originale e nella casa dei padri, a Sion, e tante altre cose ancora, sono piccole cartoline indelebili di un viaggio nel quale siamo stati accompagnati da una guida speciale, l’uomo grazie al quale tutto è iniziato. A Padre Kentenich, e all’approfondimento della sua vita, dobbiamo molto della buona riuscita del nostro pellegrinaggio.

UNANIMITER

Aprendo il dizionario di latino, accanto alla parola UNANIMITER si legge: “Avverbio. 1 – concordemente, unanimemente, di comune accordo. 2 – in armonia, con concordia.

Può forse bastare questa definizione a descrivere il significato di unanimiter?

Probabilmente no, e forse non basterebbe un dizionario intero. Però aiuta.

Se da un lato, infatti, la concordia è l’unione d’intenti fra i membri di una comunità, dall’altro l’armonia è il ramo della teoria musicale che studia la sovrapposizione dei suoni e la loro reciproca concatenazione.

Laddove non arrivano le parole, allora, possono essere d’aiuto le immagini, e l’unanimiter può essere visto come un’orchestra, nella quale ogni strumento è allo stesso tempo diverso dagli altri e indispensabile affinché tutti possano suonare un’unica melodia; può diventare un arcobaleno in cui ogni colore si mischia con gli altri; può puntare ad essere quel poliedro tanto caro a Papa Francesco.

E se può diventare tutte queste cose, può essere anche un gruppo di ragazzi che ha condiviso un viaggio-pellegrinaggio in cui ognuno ha messo del suo, organizzando (a proposito, grazie), servendo, parlando, scherzando, sorridendo, piangendo, guidando, mettendo a disposizione la propria casa. Insomma, senza fare nulla di diverso, ma facendo le stesse cose, in modo diverso.

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