Postato su 2014-06-29 In Vivere l’Alleanza

Una Chiesa che è pronta ad ascoltare e a servire, una Chiesa pellegrina in cammino …

Erzbischof Dr.Robert Zollitsch segnet die Pater-Kentenich-Statue  - Foto: FischerGERMANIA, mda. “Una Chiesa che è pronta ad ascoltare e ad interessarsi premurosamente di ciò che occorre agli uomini dei nostri giorni; una Chiesa che serve, che non bada a esteriorità, ma che si chiede come poter stare accanto a persone che hanno degli interrogativi e sono bisognose; una Chiesa pellegrina che è sempre in cammino e che non basta a se stessa, che è pronta, sul suo cammino, a portare altri con sé lasciandosi sorprendere da Dio che è più grande di tutte le nostre immaginazioni. Noi avvertiamo come ciò sia attuale e centrale per annunciare credibilmente il Vangelo. E come siamo riconoscenti di avere un Papa Francesco che vive di questo spirito – con cui possiamo realizzare insieme la nostra Visione di Chiesa …” Sotto il sole cocente, davanti al Santuario di Oberkirch nel Baden, è calato improvvisamente un grande silenzio. Le persone ascoltano attentamente. Robert Zollitsch – che fino al 28 giugno è ancora Amministratore Diocesano dell’Arcidiocesi di Friburgo/ Brisgovia dove ha servito già da 11 anni come arcivescovo, non fa un discorso di commiato meditativo. Egli rivolge un messaggio forte e chiaro alla Famiglia di Schoenstatt che in questo giorno colloca qui una statua di Padre Kentenich e fra un paio di settimane celebrerà il suo giubileo. Un giubileo dove non si tratta, riprendendo le parole di Zollitsch, “di volgere indietro nostalgicamente lo sguardo e di bearci di bei ricordi. Si tratta di cogliere da parte nostra ciò che è stato intrapreso ed è sorto in quanto a rinnovamento, nella nostra Chiesa, attraverso il nostro Fondatore!”

Lo sguardo vaga di qua verso il parcheggio polveroso. Tra biciclette, macchine e impianto di amplificazione della banda musicale, risplende sullo sfondo arancione il Motto del Centro Internazionale di Schoenstatt, Belmonte/ Roma: “Costruite insieme alla nostra Visione”. Alla visione di Papa Francesco, di una Chiesa che è pronta ad ascoltare e a servire, di una Chiesa pellegrina in cammino … Alla Visione di Josef Kentenich di una Chiesa che è pronta ad ascoltare e servire, di una Chiesa pellegrina in cammino … Alla Visione di un Robert Zollitsch.

Il vento fresco e improvviso, che attraversa la piazza e asciuga le perle di sudore, non è lo Spirito Santo. O forse? “Poiché a noi non interessa volgere indietro nostalgicamente lo sguardo e bearci di bei ricordi. Ciò che conta è cogliere ciò che è stato intrapreso ed è sorto in quanto a rinnovamento, nella nostra Chiesa, attraverso il nostro Fondatore!” Egli ci ha messo in mano la chiave per dare oggi testimonianza a Gesù Cristo nel nostro mondo trasformato; una fede che non dipende da influssi esterni e da conferma; una fede che resistendo alle intemperie indica la strada verso il futuro. Dipende da noi di far proprio ciò che egli ci ha affidato come compito.”

Siamo sempre e ancora in arrivo

L’iniziativa di collocare una statua di Padre Josef Kentenich era già sorta tanti anni fa nella cerchia dei pellegrini di Milwaukee, facente capo al Rettore Dr. Rainer Birkenmaier. Statue di bronzo di Padre Kentenich – di cui la prima fu collocata nel 1985 per la ricorrenza del suo Centenario di nascita e che oggi si trova nell’atrio della Vaterhaus (Casa del Padre) di Berg Sion a Schoenstatt – ce ne sono in molti centri schoenstattiani e in numerose versioni.

La statua “di Oberkirch” è una replica della statua di Milwaukee, uguale a quella che si trova a Belmonte/ Roma e a Memhölz/Allgovia.

Piano piano la Famiglia di Schoenstatt è stata conquistata a questa causa – e adesso eccola qua. Si trova nel Santuario e attende. Questo 22 giugno verrà collocata a fianco al Santuario.

Di estrema attualità

“Perché erigiamo la sua figura in bronzo nel nostro Centro Diocesano di Marienfried?”, è la domanda dell’Arcivescovo Zollitsch. “Ora, prima di tutto è evidente: anche 100 anni dopo che la nostra Famiglia di Schoenstatt è stata fondata, siamo sempre e ancora “in arrivo” ed estremamente attuali. Anche 100 anni dopo che P. Josef Kentenich si è trovato con gli studenti nella Cappella di San Michele per stringere l’Alleanza d’Amore con la Madonna, abbiamo la grazia di vivere dalla forza dell’Alleanza d’Amore. In secondo luogo è anche oggi di estrema attualità incontrare il nostro Padre e Fondatore per lasciarci ispirare da lui. Persone che hanno avuto la possibilità di conoscerlo mentre era in vita, raccontano di un pastore d’anime dalla personalità impressionante, che egli ha accompagnato come un padre. Hanno fatto l’esperienza di un sacerdote che si lasciava commuovere e che ha cambiato la loro vita per il solo fatto di aver avuto tempo per loro, di averli ascoltati e averli continuati a guidare.”

Colui che era questa Chiesa, che ha desiderato ardentemente e che la sua Famiglia dovrà contribuire a plasmare. Hic et nunc , nell’era di Papa Francesco. A partire da qui e da qualsiasi altro luogo, nella forza della grazia di quel Santuario a Roma, che ha questa missione.

Tra la “Fressgässle” il Revival-2005 e la Musica bandistica

La Santa Messa solenne, animata musicalmente con grande slancio – sotto la regia di Wilfried Röhrig e Gertraud Wackerbauer – prende il suo corso. Le intercessioni dei giovani riprendono il clima del campionato mondiale di calcio.

Allo Scambio della Pace si riscoprono amici e conoscenti di Belmonte, Memhölz, Monaco, Würzburg, Münster, Colonia, Stoccarda, Svizzera…

Tra i concelebranti – ai quali il parroco Don Wehrle ha rivolto il saluto iniziale di benvenuto – c’è Padre Dr. Lothar Penners, Direttore del Movimento di Schoenstatt in Germania; da Schoenstatt sono venuti anche dei giovani di vari paesi, che aiutano là per la preparazione del giubileo. – e che alla fine della festa canteranno alcune canzoni accompagnati dal complesso musicale. Viene fatto rivivere persino il Canto del Festival dei Giovani di quasi 10 anni fa!

Dopo la santa Messa la maggior parte dei partecipanti si sente trascinata verso la “Fressgässle” (per chi non fosse del Baden e per i traduttori: Miglio delle Vettovaglie), dove si trovano dolci prelibati e deliziosi di ogni tipo e soprattutto molto gelato e bibite rinfrescanti… Chiunque abbia pregato per il bel tempo è stato esaudito al di là delle aspettative.

Non appena la banda musicale comincia a suonare forte e allegramente, nel vicino “Info-stand di Belmonte” non si riesce a sentire neanche la propria voce. Sui due piedi, Rainer Birkenmaier cerca alcuni uomini robusti che afferrano la Tenda arancione e la mettono in un posto più adatto. Chiesa pellegrina! Gli altri attrezzi e la squadra dello stand seguono il pellegrinaggio in coda; e poiché le zone d’ombra di questo giorno sono rare, molti affluiscono alla “Tenda di Belmonte” e attaccano discorso.

All’Ombra di Belmonte

Ed ora tutto è pronto. Egli arriva. Il parroco Don Lukas Wehrle e Suor M. Elena Karle moderano il rito di benedizione della statua di Padre Kentenich. L’arcivescovo, gli altri sacerdoti e i chierichetti stanno seduti “all’ombra di Belmonte”. E in qualche modo si intona bene.

Testimonianze di incontri con Padre Kentenich: il fanciullo della fotografia scattata durante la visita di Padre Kentenich ad Oberkirch, Raimund Stockinger, vuole andare oggi come allora tenuto per mano come padre di famiglia. La giovane donna che l’ha incontrato a Milwaukee come padre e che durante una grave malattia aveva imparato a confidare in lui … Tutti quanti lo attendono …”E per quanto quest’opera in bronzo sia bella e attraente, non può parlare. Per cui non verremo a sapere niente direttamente”, ha detto l’Arcivescovo Zollitsch nella Messa “Ma: essa può destare interesse. Si trova qui sul posto e ci sfida. Non possiamo passare davanti indifferenti. E ci ricorda che P. Kentenich stesso è stato qui ad Oberkirch il 3 settembre 1967. Essa ci invita a confrontarci con ciò che egli ci ha detto qui rivolgendosi alla nostra Famiglia di Schoenstatt del Baden – e nell’Anno giubilare ci invita in modo speciale a chiederci come teniamo vivo ciò che P. Kentenich ha intrapreso e portato come impulso nella nostra Chiesa.”

Perché è di questo che si tratta. E per questo la statua verrà ora portata fuori dal Santuario. “Speriamo che non si senta male”, ha detto un bambino dell’asilo. “Rotolare indietro? non si riesce proprio!” Ora ce l’hanno fatta, traballa un po’, e cala un silenzio carico di tensione fino a quando il veicolo è svitato e la statua sta in posizione retta. A questo punto l’Arcivescovo Zollitsch benedice la statua. Ora Egli è qui.

La mano nella mano

E poi arriva il gesto, forse il gesto più spontaneo e profondo di questa giornata. L’Arcivescovo Zollitsch fa un passo avanti e porge la mano a Padre Kentenich. Nel totale silenzio, in tutta semplicità, in tutta spontaneità. E poi anche gli altri seguono il suo esempio, e ne arrivano sempre di più…

“Ho ancora una vera e propria pelle d’oca”, dice una signora anziana mentre saluta prima di andar via. “Nel momento in cui ho messo la mia mano nella sua mano, mi è venuta una vera e propria pelle d’oca. Ecco…” Non ha bisogno di spiegare niente. Non è neanche possibile. L’illuminarsi dei suoi occhi parla da sé. Egli è venuto.

 

Predica dell’Arcivescovo Dr. Robert Zollitsch (pdf)

FOTOGRAFIE


Originale: Tedesco – Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

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