Postato su 2013-03-14 In Vivere l’Alleanza

Sono venuti a prendermi alla fine del mondo – La Roma del Papa, un uomo coraggioso e fedele

ROMA, Pamela Fabiano/Federico Bauml. Sono da poco passate le 19.00, precisamente le 19.06. Gli sguardi del mondo sono concentrati sul camino della Cappella Sistina. Stati d’animo si intrecciano e si sovrappongono: “è troppo presto, cinque scrutini sono troppo pochi”; “secondo me, invece, è la volta buona”. E poi, ad un tratto, il mondo in trepidante attesa ottiene la sua risposta; un’eco si sparge per le strade di Roma e di tutto il mondo: “è bianca”. Ebbene sì, è bianca, non ci sono dubbi.

 

Eravamo in macchina, imbottigliati nel traffico solito di una Roma caotica e impazzita per un po’ di pioggia … Un pomeriggio non come tutti gli altri per noi romani. Si sa, quando c’è il Conclave, la città si paralizza, rimane ferma. In attesa… Eravamo in macchina, e stavamo andando al nostro Santuario di Via Aurelia per il solito incontro del mercoledì, un incontro speciale perché avremmo dovuto cominciare il percorso dell’Alleanza per alcuni amici che vogliono fare l’Alleanza con la Mater. Per farla breve, appena la radio ha annunciato la fumata bianca, nessuna esitazione: dopo dieci minuti eravamo tutti in Piazza San Pietro.

L’attesa, dicevo. Forse, dovrei scrivere l’Attesa, con la A maiuscola, perché quando si aspetta l’elezione di un Papa,  non è mai un’attesa normale, e chi vive a Roma lo sa bene.

Ogni volta che sta per essere eletto un Pontefice è tutto il mondo che attende. Tutti aspettano, chi ansioso, chi solo curioso, di conoscere chi sarà il nuovo Papa. Ma quanto vorremmo spiegarlo meglio quel crescendo che, a Roma, dalla curiosità iniziale ha portato all’attenzione, alla tensione! Perché lo abbiamo percepito per strada,  nei bar, a lavoro, nei giorni scorsi: l’Attesa del nuovo vescovo della nostra città, del nuovo capo della Chiesa universale. Più o meno consapevolmente tutti credono che l’avvento del nuovo Papa, incarnato da un uomo e un volto, muti qualcosa nella realtà del mondo, ma a Roma è molto più di questo.

Per questa elezione, poi, l’attenzione del mondo è stata immediatamente più esplicita, più inquieta: si percepiva subito l’ansia del credente e la speranza del non credente. Non si sceglieva solo  un nuovo Papa che succede a uno defunto. Il trono di Pietro, infatti, era  vacante, non per  legge di natura, ma per scelta e sacrificio di un uomo.

Gli occhi del mondo puntati su Roma. L’Attesa della scelta alta, della scelta coraggiosa, della scelta necessaria per dare speranza e respiro ai cristiani e agli uomini di buona volontà che, angosciati dagli eventi, attendevano un elezione che, come la potenza di un fulmine, interrompesse la linearità delle nostre vite e ci interrogasse sul cambiamento.

PIAZZA SAN PIETRO

Piazza San Pietro era un oceano di fedeli, tutti con lo sguardo rivolto verso l’altro, verso quella finestra che a breve si sarebbe aperta.

Improvvisamente, dietro la tenda della finestra, appaiono delle ombre; ci siamo!

Il Cardinal Arcidiacono Jean-Louis Tauran, si affaccia per primo dalla loggia della Basilica centrale e pronuncia quel  nome – con tutta la forza della testimonianza e la fatica della malattia: “Annuntio Vobis, gaudium magnum, habemus Papam!”. L’argentino, di genitori piemontesi, Jorge Mario Bergoglio, d’ora in poi, per il mondo intero, sarà Papa Francesco.

I primi momenti sono di incredulità: un nome, un volto che il giornalisti “so-tutto-io” non avevano nemmeno mai nominato in questi ultimi giorni e a cui nemmeno avevano pensato (il Cardinale Bergoglio era già stato uno dei papabili nel 2005…non poteva esserlo ancora!).

Poi, però, la gioia è divenuta incontenibile: “Fratelli e sorelle, buonasera” sono le prime parole di Papa Francesco, che ironizza sulla sua elezione: “sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo…[…] Cominciamo un cammino di fratellanza, amore, di fiducia fra noi. Preghiamo l’uno per l’altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa bella città”.

Il primo pensiero del nuovo Papa è rivolto al nostro Papa emerito, Benedetto XVI, “perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. È poi la volta di un “favore” che il nuovo pontefice chiede ai Suoi fedeli: “e ora, pregate per me”, inchinandosi.

Sulla piazza scende un silenzio composto e profondamente tremendo:  lì, subito, davanti a tutto il mondo, davanti a Dio che era in mezzo a noi, il Papa ci ha fatti pregare. Ecco, il primo passo dell’evangelizzazione!  Ecco, la testimonianza viva del coraggio  della  fede.

“FRANCESCO! VAI, RIPARA LA MIA CASA”

Francesco, un nome semplice, una scelta coraggiosissima. Semplice, come quello sguardo allegro e quel sorriso accattivante che subito ci hanno conquistati. Semplice, come San Francesco d’Assisi, appunto. Una scelta coraggiosa, quella dei cardinali, che hanno visto in lui l’uomo  di Dio capace di portare la barca della Chiesa sulla sponda del cambiamento, dell’umiltà, del servizio ai poveri del mondo, della fede pura dei semplici, della ricostruzione di una Chiesa che crolla. Una scelta coraggiosa, quella sua di aver accettato, davanti ad  una storia che esige un animo indomito e  coraggioso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *