ITALIA, Federico Bauml. 28/3/2010 – 28/3/2012. Oggi nel Movimento italiano di Schoenstatt si celebra un compleanno speciale, gli Equites compiono gli anni.
…Sembra ieri
Sono già passati due anni da quel meraviglioso viaggio a Schoenstatt, ma sembra di esserci stati ieri per quanto sono ancora vivi e indelebili quei momenti. Le risate, la serenità, gli incontri con persone straordinarie, l’accoglienza di quel posto unico al mondo, la Messa della Domenica delle Palme in tedesco, e troppe altre cose ci sarebbero da raccontare.
E, soprattutto, quel nome. Che fatica per sceglierlo! Ci siamo messi in cinque, più P. Ludovico, più i consigli di P. Josè Maria e dei seminaristi che stavano lì quel giorno.
Serviva un nome che integrasse insieme la voglia di essere fondatori, l’amore per Maria e la nobiltà d’animo. Se penso alle idee che ci erano venute in mente ancora rido: “Legionari della Regina!”, “Centurioni” e simili, anche se il mio preferito resta sempre “Gladiatori di Maria”. Meno male che lo Spirito Santo ci è venuto in soccorso regalandoci un nome bellissimo: Equites Urbis Vocati Mariae (per brevità, Equites, ma ogni tanto ci piace dirlo per esteso).
Vi starete chiedendo: perché in latino? Perché il latino dà un senso di fondazione, perché è una lingua universale; la scelta del latino suona come una presa di responsabilità della nostra bellissima, e difficile, Missione.
Equites come i Cavalieri, simbolo del coraggio della nobiltà. Urbis (mi raccomando, scrivetelo con la maiuscola!) come città, come la nostra città, la città eterna, Roma. Vocati come chiamati, inviati, scelti. E, infine, Mariae, perché noi siamo di Maria e perché siamo chiamati da Maria (la lingua latina si presta alla perfezione al nostro gioco di parole).
EQUITES URBIS VOCATI MARIAE: Cavalieri di Roma chiamati da Maria.
Il percorso
La Gioventù Maschile non si esaurisce con gli Equites; gli Equites sono il frutto di un percorso iniziato qualche anno fa; possiamo dire che sono gli “ambasciatori” di quel percorso.
Un percorso a cui hanno preso parte tantissime persone, a cominciare da P. Ludovico, P. Martin, P. Cruz e ora P. Alfredo che ci hanno accompagnato, per passare poi ai ragazzi, italiani e non, che hanno iniziato questo viaggio e oggi sono impegnati in percorsi diversi ma altrettanto splendidi.
A tutte queste persone deve andare il nostro più sentito grazie, in questo giorno così speciale, perché senza di loro non potremmo festeggiare questa ricorrenza. Anche se gli Equites “ufficiali” sono cinque, le persone che fanno parte della Gioventù Maschile sono molte di più, e speriamo che altre ce ne saranno.
Un percorso che è parallelo a quello delle nostre inseparabili compagne di viaggio della Gioventù Femminile (ammetto, c’è una piccola dose di captatio benevolentiae, ma alla fine è vero che senza di loro sarebbe tutto meno bello).
E non finisce qui
Ne sono successe di cose da quel 28 Marzo.
Non esagero se dico che le nostre vite sono cambiate. Ci siamo laureati, abbiamo iniziato a lavorare, intrapreso nuovi percorsi. E oltre a questi cambiamenti “esterni”, si è creato tra noi un legame vero, un affetto che va oltre la riunione bisettimanale, oltre il gruppo parrocchiale. Siamo diventati come fratelli, legatissimi l’uno all’altro, pronti a festeggiare i momenti belli e a sorreggerci a vicenda in quelli più bui; comunque sempre presenti nelle occasioni importanti.
E ancora molte sfide ci attendono, quelle sfide di cui parliamo nella nostra preghiera “grupale” e nelle quali abbiamo bisogno di Maria, perché illumini il nostro cammino.
Chiudo augurandoci buon compleanno e cento, anzi mille, di questi giorni, e ringraziando tutti coloro che hanno permesso che questo sogno prendesse vita.
Auguro a tutti di trovare nella loro vita un gruppo così.
Il ringraziamento finale, come al solito, non può che andare a Maria…d’altrone, “Nulla senza di Te, nulla senza di noi!”.
Buon compleanno ragazzi, e ancora grazie.
