Postato su 2010-03-25 In Vivere l’Alleanza

Breno; una storia d’amore prediletto

BrenoBRASILE, Suor M. Nilza. Quando Dio affida una missione a qualcuno, fa cose incredibili, affinché lui la possa realizzare! Basta aver fiducia ed entrare per le “porte aperte”, che spesso sono socchiuse, come direbbe Padre Kentenich,. Questa è l’esperienza di Breno Alves, di 25 anni, originario di Fortaleza/CE. La Madre e Regina ne ha bisogno come Padre di Schoenstatt e fa prodigi, finché lo incontra.


Lasciamo che lui ci racconti:

“Il mio primo contatto con Schoenstatt è accaduto mediante l’Alleanza d’Amore, che era un’esperienza inedita, fino allora, nella Campagna della Madonna Pellegrina a Fortaleza/CE. In quell’epoca, infatti, nessuno aveva suggellato ancora l’Alleanza d’Amore e l’invito che io la suggellassi è stata un’idea di mia madre. Lei aveva conosciuto la coordinatrice della Campagna della parrocchia cui eravamo abituati a frequentare e Suor Marialice, assistente spirituale regionale del Movimento di Schoenstatt di Ceerá, che abitava vicino a noi. In gennaio del 2001 sono entrato al circolo dell’Alleanza diretto dalla stessa Suor Marialice nella nostra Chiesa e sono restato affascinato dalla pedagogia, dalla forma coraggiosa e originale di vivere e propagare la devozione mariana. Il 19 di febbraio dello stesso anno, ho suggellato la mia Alleanza, e d’allora mi sono dedicato ad organizzare altri circoli d’Alleanza, non solo nella mia parrocchia, bensì in varie altre a Fortaleza, che mi è servito ad approfondire la spiritualità di Schoenstatt e ad assumere un’attività nel Movimento. Il che si è sempre più intensificato, fino a quando ho assunto con mia madre, la coordinazione diocesana della Campagna nel 2006”.

Ma tra appartenere all’Opera di Schoenstatt e decidersi ad essere un seminarista dei Padri di Schoenstatt c’è un gran passo, Com’è successo?

BremoMi sono laureato in giurisprudenza nel 2005, e già nella facoltà sentivo il richiamo di Dio ad una vita sacerdotale. Dopo la laurea, ho trascorso un periodo cercando quale sarebbe stata la comunità religiosa, cui avrei voluto partecipare Ho frequentato un anno di formazione nel seminario diocesano a Fortaleza, ma confesso che sono restato un po’ deluso per la mancanza di una spiritualità più ricca e più profonda. Ho tentato in altre congregazioni, ma nessuna aveva il profilo che io cercavo. Curiosamente non ho tentato con i Padri di Schoenstatt, poiché il contatto con la comunità era molto difficile, quasi impossibile, (per essere molto lontano). Con l’arrivo di Suor Marisa le cose sono diventate più facili, poiché è la sorella di P. Vandemir. Mediante lei ho preso contatto con il Padre e ho conosciuto la Gioventù Maschile (JUMAS) di Paraná e le Missioni. Da quell’esperienza missionaria, si sono chiarite le mie idee vocazionali, ed ho potuto, finalmente constatare la ricchezza del carisma di Schoenstatt e lo ho assunto nella mia vita”.

Ma lei aveva una professione onesta e un lavoro stabile come funzionario pubblico nel suo stato. Perché ha abbandonato tutto?

“Perché non c’è nulla che si possa confrontare con la felicità di scoprire il senso della nostra vita! Creo fermamente che la persona nasce per essere quello che Dio ha pensato di lei da tutta l’eternità. Mi piaceva il mio impiego, mi piacevano i miei colleghi, mi sentivo utile appoggiando i cittadini con il mio lavoro, ma Dio mi ha fatto capire che la mia felicità era in Lui e non ho avuto più dubbi”.

Guardi, molta dell’insicurezza nella decisione vocazionale può essere la conseguenza del timore alla reazione degli amici, che può impedire ad un giovane di fare il primo passo. Come ha vissuto lei tutto questo? Com’è stata la reazione dei suoi amici?

“È stata tranquilla, poiché loro hanno capito che era una decisione mia, naturale, non forzata. Tutto è stato fatto con molta riflessione, con molta cautela, poiché volevo avere la certezza che Dio mi chiamava e non ero solo io che volevo seguire quel cammino…I miei colleghi di lavoro sono stati molto gentili e solidali. Mi hanno perfino organizzato una festa di commiato! Questa loro comprensione mi ha aiutato molto a rafforzare la mia dedicazione a Dio, perché vedevo la conferma nell’appoggio delle persone che io amavo”.

Sì, ma lei poteva aver scelto altre spiritualità…Perché ha scelto Schoenstatt?

“Perché è una vocazione per la santità che sorge dalla vita di ogni giorno; perché è una risposta ai problemi della mancanza di significato del mondo moderno; perché è mariano, ed io amo la Madre di Dio! Perché Schoenstatt è organico ed accompagna i passi di Dio della vita e della storia; perché aiuta tutte le persone in tutti gli aspetti apostolici, perché è un luogo dove si serve la Chiesa e si beve dalla Chiesa profusamente!”.

Avendo incontrato finalmente la Famiglia di Schoenstatt e lasciati gli amici, c’è stata ancora qualche sfida da vincere?

“Il più difficile è stato, senza dubbio, approfondire la struttura della Famiglia di Schoenstatt. Fortaleza è stato per molto tempo uno dei grandi centri della Famiglia in Brasile, e la realtà era che io disponevo solo della Campagna della Madonna Pellegrina di Schoenstatt. Conoscere, perciò, più profondamente come le persone dei differenti gruppi vivevano Schoenstatt era una sfida, perché io non conoscevo quel mondo.

Quando la gente è da molto tempo nel Movimento di Schoenstatt, non percepisce la complessità di quest’Opera, perché essere Famiglia è molto intenso”.

Ma come membro di questa gran Famiglia, come quasi novizio dei Padri di Schoenstatt, ci racconti ciò che più le procura più gioia?

“Far parte della Famiglia! Noi i postulanti, siamo trattati con tutto l’affetto dalle persone di Schoenstatt, che incontriamo sul nostro cammino. Ci sentiamo in casa con le Sorelle di Maria, con le famiglie dell’Opera Familiare, con il gruppo delle Signore…l’Amore di tutti coloro che dedicano la propria vita alla MTA ci ha motivato ad affermare il nostro amore anche mediante il loro esempio, la loro forza e dedicazione”.

Breno: che cosa gli direbbe ad un giovane che si sente chiamato dalla Madonna per essere sacerdote, ma teme dire di sì?

“Che abbia il valore di dire sì a Dio, comprendendo che è Lui che dà un senso alla nostra esistenza. Voglio mettere ben in chiaro che il sacerdozio, il matrimonio e la vita consacrata sono tutte vocazioni preziosissime, che richiedono valore, dedicazione ed una fede incrollabile in Dio! Lasciatevi, perciò, guidare da Dio che scrive la nostra vita, poiché Egli ci ama e desidera tutta la nostra felicità”.

Fonte: www.maeperegrina.com.br

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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