Postato su 2009-12-30 In Vivere l’Alleanza

Non avevo mai pensato ad essere missionaria

Peregrina OriginalKatia Monreale. Avevo sempre sentito dire che la Madre ha i suoi propri mezzi per portarti dove Ella ha bisogno che tu stia…oggi posso affermare che veramente è così. Dopo 6 anni di apostolato nel Movimento, abbiamo deciso di entrare nella Federazione di Famiglie. In quel momento ci avevano raccomandato che il più importante nella tappa di candidatura era la formazione, per poter così arrivare alla consacrazione, il che ci aveva deciso a lasciare per un tempo l’apostolato. Ma conversandolo con mio marito Dani ci siamo resi conto che sentivamo un gran vuoto e pensavamo: Abbiamo ricevuto tanto dalla Mater e dobbiamo retribuirle in qualcosa in qualche modo!!


Katia Monreale y su familiaAbbiamo cominciato a guardarci attorno, quale apostolato avremmo potuto realizzare. Erano tante le opzioni, tra le tante altre: custodi del Santuario, Equipe d’Alleanza, Fondazione Baffi Bianchi, incaricati di un gruppo…..e pregavamo la Mater che c’indicasse dove realmente aveva bisogno di noi e che ci usasse come suoi veri strumenti. I mesi trascorrevano, ma non ci decidevamo.

In una riunione di coppie che abbiamo tenuto con i nostri fratelli di corso Mirta e Julio Patiño, abbiamo indagato il lavoro della Campagna del Rosario, perché sapevamo che loro già da tempo vi lavoravano. Loro ci hanno spiegato ed invitato che semplicemente li accompagnassimo, poiché c’è molto da fare in ogni angolo del paese, in cui cammina la Madonna Pellegrina.

“È stato incredibile tutto quello che abbiamo ascoltato”

Durante tutti quegli anni avevamo assistito almeno a 15 conferenze intorno alla Campagna del Rosario, ma non c’era successo mai d’entusiasmarci tanto come quella sera. Al ritorno a casa, nel cammino ci guardavamo con Dani ed entrambi sentivamo che i nostri cuori ardevano.

Senza pensarlo tanto, ci siamo recati a Caaguazu. Abbiamo portato materiale di lettura, preghiere, proiezioni, libri, opuscoli, novene, tutto preparato per la Conferenza. Dal mattino presto hanno cominciato ad arrivare le missionarie da differenti parte e in un determinato momento del workshop una di loro ha raccontato quanto segue in guaraní, la lingua paraguaiana:

“Chengo ajusetereivoikuri ko árape, ha aimetema ndajuikuri arekohaguere hetaiterei ao ajoheivaera, ha ajoheiparire mante ikatu aju, ha che ha´ente voi oihague chendive petei ojoheiva, hakatu la che añonte ndaikatumoai kuri ajoheipa, Ha´e, la Mater ojohei chendive la che ao upévarente ikatu ajoheipa”.

“Avevo tanta voglia di venire e quasi non vengo, perché era tanta la quantità di roba da lavare che ero sicura che non avrei fatto a tempo a terminare. Ma penso che qualcuno ha lavato con me, perché io sola non avrei potuto finire. Ella, la Mater, lavava con me, perciò ho potuto terminare e venire”.

È la Mater che si ci manifesta attraverso i suoi missionari

Io sono rimasta impressionata dalla semplicità, con cui questa missionaria sperimentava la presenza della Madonna di giorno in giorno nelle sue faccende quotidiane, mi stava insegnando: “Nulla senza di Te Madonnina, nulla senza di me”. Non avrei mai pensato che questa semplice fede avrebbe potuto dirmi tanto, e quasi senza respiro echeggiava dentro di me: “E pensar che io non ho voluto mai essere missionaria”.

La Madre sa dove andare…a noi ha chiamato per questo lavoro, e oggi dopo 5 mesi, dopo ogni viaggio, ogni missione, ritorniamo con l’anima esultante, felice, per l’affetto e l’amore, l’ospitalità che troviamo in ogni luogo, e non siamo noi che La portiamo, è la Mater che ci si manifesta attraverso i suoi missionari.

Fuente: Revista Tuparenda, Paraguay

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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