Postato su 2011-09-14 In Riflessioni e opinioni

“La corrente di ritorno”

ARGENTINA, aat. Al contemplare ancora con meravigliata gratitudine il miracolo della GMG a Madrid con i suoi momenti tanto straordinari di grazia e d’entusiasmo giovanile ( di tutte le età), una “perlina” nell’articolo di Zenit del 10 settembre attiva il radar schoenstattiano.

 

 

 

Un “bilancio” di alcuni aspetti della GMG scritto da Mons. José Ignacio Munilla Aguirre, vescovo di San Sebastian, contiene tra tanti dati di molto interesse, questo paragrafo:

“Il numero d’iscrizioni di pellegrini degli altri paesi del mondo era molto numeroso, ma non così quello degli spagnoli. Una delle spiegazioni di quest’assistenza di circa due milioni di giovani a Cuatro Vientos – come nota orientativa, le compagnie telefoniche hanno comunicato il dato che nel recinto di Cuatro Vientos, sono state 1.560.000 le terminali telefoniche che sono state attive – a tutti ci ha lasciato sorpresi, abbiamo dovuto cercare tra altri fattori, nella grande animazione che i pellegrini venuti da tutte le parti del mondo hanno realizzato tra gli spagnoli i giorni prima della GMG. La loro allegria e la loro maturità ci avevano conquistato!!! Una volta di più, come in tanti altri momenti della storia della Chiesa, abbiamo comprovato come la “cattolicità” (universalità) della Chiesa sana le nostre crisi locali. Un giorno siamo stati noi che abbiamo portato la fede al Nuovo Mondo. Ora arriva il momento di aprirci umilmente a tutti i carismi che possano ringiovanirci”

Non solo ricevono dal luogo d’origine, bensì restituiscono una vita nuova, nata dalla stessa fonte

Non è meraviglioso? Niente più e niente meno che la corrente di ritorno!!! Per una schoenstattiana antica come chi scrive, Schoenstatt è sempre un motivo di continua meraviglia, d’ammirazione, di gratitudine, Quello che questo saggio vescovo deduce dalla massiva partecipazione dei giovani spagnoli nella GMG, nella Famiglia Internazionale vive già da …più di 60 anni. Chissà forse la prima risposta concreta è stata quella di Padre Kentenich a Nueva Helvetia nel primo Santuario Filiale e quello che si è vissuto in quel Santuario nella sua prima visita nell’America del Sud nel 1947: “Non solo ricevono dal luogo d’origine, bensì restituiscono una vita nuova, nata dalla stessa fonte”. (Testo completo: http://www.zenit.org/article-40325?l=spanish)

Ci saranno risposte?

Chissà si potrebbe modificare l’ultima frase di Mons. Munilla Aguirre, ma questo si dovrebbe riflettere intorno al Santuario Originale. Si richiede umiltà per aprirsi ai carismi che possano ringiovanire la Famiglia? O nel caso di Schoenstatt, quello che sorge è un’enorme gioia e gratitudine al comprovare quanto il seme dell’Alleanza d’Amore è caduto in terra buona, in “molte terre buone”, ed ha dato frutti dei più variati, con mille colori delle innumerevoli culture, che hanno accolto e restituito con gioia al luogo dove tutto è cominciato…

Ci saranno risposte?

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