Postato su 2011-07-14 In Riflessioni e opinioni

E “così” – una speranza

Dott.ssa. Alicja Kostka. La decisione di fermare il processo di Giuseppe Engling, ha causato al momento bastante pena tra i suoi devoti seguaci. Il gruppo di persone responsabili della pagina web www.engling.pl ha domandato se quest’informazione avrebbe dovuto essere stata pubblicata.

 

 

 

La gente in Polonia, dove si trova oggi la casa di Engling, si dimostra abbastanza dubbiosa, che il processo di beatificazione si concluda. La decisione delle autorità romane competenti pare confermare il dubbio. Io solo mi consolo, quando ricordo una frase di Horst Meyer, antico amico di Giuseppe Engling, che ora appartiene all’Istituto delle Famiglie. Citava un verso della “Preghiera dei Dirigenti” di “Verso il Cielo”, mentre enfatizzava le parole “e così….”

La preghiera di Padre Kentenich; 
“Fai che presto sia canonizzato Giuseppe Engling,
e così si stronchino tutti gli ostacoli che coartano l’efficacia della tua Opera
ed impediscono guardare con fede il disegno del Padre”

La decisione presa a Roma, a metà dell’Anno del Padre – un invito?

Perché ci è arrivata quest’informazione a metà del nostro Anno del Padre? Possiamo fare questa domanda attraverso la Fede nella Divina Provvidenza. Per potere rispondere  dobbiamo menzionare oltre alla relazione di padre e figlio, che esisteva tra P. Kentenich e Giuseppe Engling, anche la fede di P. Kentenich e la sua fiducia in che Schoenstatt è un’opera di Dio, e perciò un regalo per la Chiesa.

P. Kentenich ha affermato a P. Schulte, “Engling personalmente ha creduto con fermezza nella chiamata speciale di Schoenstatt. Questa fede è stata il motivo della sua maniera specifica di dire le cose, grazie alla sua certezza nella vittoria e alla sua forte coscienza di missione. La sua convinzione solidissima in questa missione speciale gli dà la forza per sopportare qualsiasi sacrificio, incluso offrire la sua vita alla Madonna per la realizzazione di quest’idea …”(Lettera del 1954). La beatificazione di Giuseppe Engling, tanto desiderata da P. Kentenich “in un futuro prossimo”, si è conservata nel suo concetto, come la autenticazione di Schoenstatt come opera divina. Così come Padre Peter Wolf enfatizza: “Questa è l’unica maniera di intendere la seconda riga: ‘e così si stronchino tutti gli ostacoli’…” (La preghiera dei dirigenti, Verso il cielo)

Giuseppe Engling è l’esempio della cooperazione di tutta la Famiglia con l’iniziativa divina e il nuovo spargimento di grazie divine su Schoenstatt (“nulla senza di noi”). Lui, infatti, si trova agli inizi della storia di Schoenstatt “come un modello divino gigantesco con il quale Dio…costantemente si orientava verso la formazione e la direzione della Famiglia”. (Cfr Note, Croniche per l’Archivio, 1957). Questo modello non ha mai perduto attualità, poiché ci ricorda in questo tempo di preparazione al Giubileo delle Regole del Gioco di Dio, con le quali Egli continuerà costruendo il suo lavoro; ed è naturale che in questo tempo di grazie, si debbano enfatizzare.

Il Terzo Miracolo della Notte di Natale – con Giuseppe?

Giuseppe Engling era nel periodo dell’esilio un ponte verso P. Kentenich, un ponte che ha sviluppato la Corrente del Padre e si è conservato sostanzialmente per il “figlio”. Il ritorno da Milwaukee è stato – secondo le parole dello stesso Padre Kentenich – mediante Cambrai: Il 12 settembre 1965 si benediva il Santuario dell’Unità, nel luogo dove Giuseppe Engling era morto; il giorno dopo P. Kentenich ha ricevuto il telegramma che lo richiamava da Milwaukee a Roma, mentre il suo aereo volava sulla Francia ci si è resi conto dall’alto del saluto di Giuseppe Engling da Cambrai. Il “Secondo miracolo” della Notte di Natale è avvenuto mediante la cooperazione di tutta la Famiglia che si è mantenuta accanto al Padre con vera lealtà filiale. E se Giuseppe è rimasto sempre in contatto con il Padre, non dovrebbe anche includersi essenzialmente nel terzo “Miracolo della Notte di Natale” e appianando il cammino verso la Chiesa? Ora che si aspetta un nuovo “Cor Unum in Patre” non avrebbe dovuto fare suo figlio un passo avanti? L’improvviso arresto del suo processo, non richiama forse l’attenzione, nonostante sia un’attenzione di sorpresa e di sconforto, come un invito a quest’atteggiamento?

“Canonizzatelo voi!!”

Quando la Famiglia di Schoenstatt chiedeva a Giovanni Paolo II la beatificazione di P. Kentenich per celebrare il centenario del suo compleanno. Lui aveva risposto in Piazza S.Pietro: “Canonizzatelo voi!” Non possiamo dire oggi, con lo sguardo rivolto a Giuseppe Engling e all’attualità del suo processo “Ritornate a cominciare il processo”, attraverso un’esperienza vissuta dello spirito di Engling? Non è forse questo un invito per ritornare a scoprire lo spirito di Engling ed integrarlo più fortemente nel modo in cui pensiamo, viviamo ed amiamo? Potremmo chissà, dare al processo una nuova forma, creativa e sviluppata?

Che cosa significa lo spirito di Engling oggigiorno? Cerco di riassumerlo in 4 punti:
1. La realtà dell’Alleanza d’Amore con Maria. Invita seriamente la sua vita quotidiana, a vivere e condividere tutto con Lei.
2. Una connessione filiale con il Padre e Fondatore. In cammino verso la santità pérsonale.
3. Tentare seriamente in affidarci, coloro che ci circondano e coloro che curiamo, allo spirito dell’Ideale Personale.. Come Dio ci vuole vedere.
4. Identificazione con la missione di Schoenstatt e la prontezza, come quella di Giuseppe Engling, per offrire tutto alla missione, perfino la vita.

P. Kentenich direbbe, perciò, “Vivi il tuo primo amore!”. Tanti di noi abbiamo avuto una grand’amicizia per Giuseppe Engling, ora dobbiamo ravvivarla, riscoprirla, renderla fruttifera per il Kairos 2014. Il nostro amico che è stato messo alla prova ci sorprenderà e ricompenserà.

Nel 2012 già saranno passati 100 anni dell’arrivo di Giuseppe Engling a Schoenstatt da Prositten. Non dovrebbe venire a Schoenstatt ancora una volta mediante la fiducia filiale a nostro Padre? Il suo arrivo si potrebbe confrontare con la primavera, come P. Kentenich lo formulava: “Nella primavera della storia di Schoenstatt, il mondo è fiorito con meravigliosa gloria in lui, e poi insieme a lui altri sono cresciuti lentamente per ricuperare vita” (Lettera 1954). Non è forse il triennio il tempo più adatto per preparare una nuova primavera con Giuseppe e come lui con il Padre? Dovremmo assumere il lavoro del Padre come ha fatto Giuseppe per portarlo alla Chiesa, e così “beatificarlo” nei nostri piccoli gruppi.

“Colui che mi ha visto, ha visto il Padre” (cfr. Gv. 14,96)

I partecipanti alla Conferenza “2014” hanno descritto l’anno Giubileo 2014 con molte cerimonie e parole animate. Una tra le tante si ripeteva in differenti lingue ed ascoltarla era particolarmente interessante. Diceva “diventare un piccolo Kentenich”. Se ciascuno di noi nel proprio stile, si converte in un kentenichiano o in una “kentenichiana”, ravviverebbe lo spirito del Fondatore, dandole un’opportunità,  affinché con il suo carisma diventi efficace mediante ciascuno di noi e “lo stile di vita di Padre Kentenich” diventerebbe una realtà con differenti visi e forme. In questo senso Giuseppe Engling era il figlio più fedele del Padre, che ne parla affermando: “Credo personalmente che posso testimoniare onestamente (qualcosa che nessuno di noi avrebbe il valore di farlo), che lui non solo ha ascoltato attentamente tutte le idee essenziali delle mie conferenze e discussioni, bensì che fedelmente ricordava ed assimilava costantemente”. (Note, Croniche per l’Archivio, 1957) I figli e le figlie fedeli del Padre, così come Giuseppe non hanno paura di essere “i fiori preziosi della generazione” (J.K.), con lo scopo di propagare il “profumo Kentenich” e rivolgersi a lui.

Non comprende il Vangelo dell’Ottava della Domenica di Misericordia di quest’anno un messaggio ispiratore e poetico per tutti noi che siamo fratelli e sorelle di Giuseppe Engling e figli di nostro Padre? “Colui che mi ha visto, ha visto il Padre”.

Attraverso Cambrai (e Prositten) verso Roma

Questo spirito vive espressivamente plasmato nelle immagini del Santuario di Eswars, in Francia. È un’espressione di vita della Federazione delle Signore di Schoenstatt: “nelle strade di questo mondo, in unione spirituale, vivere una vita spirituale profonda!”  Questa frase si è appesa nel 1966 nelle strade di Eswars (oggigiorno si trova nel cimitero di Eswars) all’ombra dell’albero, dove Giuseppe Engling ha scritto i suoi ultimi appunti nel suo orario spirituale prima della sua morte e dove il suo ultimo cammino è iniziato, il che è una dimostrazione della presenza di questa comunità a Cambrai/Eswars.

“Attraverso Eswars verso Roma” dà l’impressione di attesa, affinché Giuseppe Engling si implichi nell’entrata di nostro Padre alla Chiesa mediante la sua beatificazione, nello stesso modo che ha fatto il Padre al suo ritorno dall’esilio. Dal 1975  quest’intenzione è stata fortemente con il Santuario di Belmonte, il precursore di Matri Ecclesiae in Italia È una copia di quello di Eswars. Un corso di sacerdoti della Federazione “ha scoperto” questo simbolo prima della benedizione del Santuario di Belmonte il 2004, e di conseguenza hanno scoperto l’ideale del proprio corso. Il cammino a Roma va da Cambrai/Eswars: lungo le strade in cui si svolge la vita quotidiana degli schoenstattiani. Questa forma moderna di santità si personifica permanentemente in Giuseppe e ne trova la sua ispirazione tutto il tempo.

Ciononostante questo cammino passa anche attraverso Prositten. Giuseppe ha scritto nel suo diario: “Tanto amore (quello che ha trovato nella sua famiglia) deve regnare anche in Schoenstatt”.

Il suo focolare si è conservato, nonostante il caos degli anni post guerra, come proprietà della Famiglia di Schoenstatt. Sebbene la sua famiglia non viva più a Prositten, questa casa ancora respira quell’atmosfera di famiglia, in cui Giuseppe Engling è stato educato. Al contempo è un simbolo semplice della visione di P. Kentenich: Schoenstatt  (la Chiesa) – una famiglia, un focolare. La semplicità della parte esterna significa, con cuori aperti per tutti coloro che vengano. Uniamoci insieme a Giuseppe per preparare il cammino a nostro Padre verso il cuore della Chiesa, verso il cuore di Schoenstatt, ma anche  – e soprattutto – verso i nostri cuori. Poi accadranno i miracoli.

 

Tutte le citazioni, eccetto quelle del diario personale di Giuseppe Engling, sono state prese da una collezione di testi elaborata da P. Josef Maria Klein, intitolata: Padre Giuseppe Kentenich, Giuseppe Engling, Testi Collezionati, (non ancora tradotti)

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *