Postato su 2009-12-21 In Riflessioni e opinioni

Dio con noi

Natalità di GesúP. Javier Arteaga. Alcuni anni fa mi ha raccontato questa storia un gruppo di giovani missionari: “Eravamo andati in missione ad una piccola cittadina dell’interno e si avvicinava il Natale e i bambini dell’orfanotrofio si recavano ad ascoltarci narrare la storia della Notte di Natale, e la maggioranza per la prima volta. Abbiamo cominciato a raccontare loro come Maria e Giuseppe, giunti a Betlemme non avevano trovato alloggio, e si erano dovuti accontentare di una stalla, dove finalmente era nato Gesù Bambino, che avevano appoggiato su un freddo presepe accanto ad una vacca e ad un somaro.

 


Maria e Giuseppe

I bambini non potevano nascondere durante il racconto la loro sorpresa. Al terminare di parlare abbiamo dato ai bambini piccoli pezzi di cartone, affinché facessero un presepe. A ciascuno si è consegnato un quadratino di carta tagliato da un tovagliolino giallo. Seguendo le istruzioni i bambini hanno ritagliato attentamente e piegato il pezzetto di carta collocandogli strisce di paglia. Dei piccoli quadrati di tela sono stati usati per la coperta del Bambino Gesù. E con carta rosa hanno fatto la figura di un bebè. Io camminavo tra loro, mentre preparavano il presepe per aiutarli in caso di bisogno. Tutto era perfetto, finché sono arrivato all’ultimo banco, dove sedeva Luigino di circa 6 anni, che già aveva terminato il suo lavoro. Al guardare il presepe mi sono accorto sorpreso, che il bebè non era uno solo, ma due.

Gli ho domandato il perché e mi ha ripetuto abbastanza chiaramente per la sua età il racconto fatto da me e alla fine mi ha spiegato:

E quando Maria ha appoggiato il bebè sul presepe, Gesù mi ha guardato e mi ha chiesto se io avevo un posto dove stare. Gli ho risposto che non avevo né mamma, né papà e nemmeno una casa mia. Allora Gesù mi ha detto che io potevo stare lì con Lui, ma io gli ho spiegato che non potevo, perché non avevo nessun regalo da dargli. Io, però, volevo restare con Gesù, perciò ho pensato che cosa gli avrei potuto regalare. Mi è venuto improvvisamente in mente che magari sarebbe stato un buon dono dargli calore. Ho domandato a Gesù: “Se ti do calore, sarebbe un buon regalo per te?” E Gesù mi ha risposto: Luisino, se mi dai calore, sarebbe il più bel regalo per me”. Perciò mi sono messo nel presepe e Gesù mi ha guardato e mi ha assicurato che potevo rimanere lì con Lui, per sempre.

Quando Luisino ha finito la sua storia, i suoi occhietti brillavano pieni di lacrime. Era felice: aveva trovato una gioia nuova e profonda; aveva incontrato qualcuno che non l’avrebbe abbandonato mai, Qualcuno che sarebbe restato con lui per sempre!”

Cari fratelli, credo che questa storia ci regala tre messaggi:

1. Il Natale è la festa di “Dio con noi”.

Il promesso ed atteso ci viene incontro, è Dio con noi (cfr. Is. 7,13-15) Tanto unito a noi che si fa uomo come noi per parlarci e mostrarci l’Amore che Dio ha per noi. Il Bambino Gesù c’invita come ha invitato Luigino ad abbracciarci ben uniti a Lui, perché Egli ci vuole accogliere con tutto il suo calore. Ci porta la salvezza, che tanto abbiamo cercato per errati cammini. Una salvezza che sia la pienezza di vita nell’Amore. L’invasione mediatica dei Babbi Natale e il consumo esagerato vogliono distogliere il nostro cuore dal Dio Bambino. È veramente strano che da tutte le parti si parla di questa festa, ma non si nomina mai il festeggiato.

  • ” Colmiamoci, affinché sia un vero Natale, di uno spirito profondamente religioso, cerchiamo di essere uniti al Bambino Gesù e festeggiamolo perché è il “Suo compleanno”.

2. Il Natale è una festa familiare.

Dio, quando è venuto con noi, l’ha fatto in seno ad una famiglia. Voleva, perciò, far notare l’importanza che ha la famiglia per Lui, culla e custodia della vita umana e divina; scuola dove l’uomo impara ad amare e a trascendere. Davanti a tanta solitudine e sconforto, come Luigino, tutti in Cristo e Maria abbiamo una famiglia. Il Natale c’invita a guardare il piccolo Bambino, a Maria e a Giuseppe, l’amore familiare che unisce, rinvigorisce e rende l’uomo degno.

  • Incontriamoci come fratelli, affinché sia un vero Natale, figli di uno stesso Padre ricco in misericordia, tentando la riconciliazione, il dialogo e l’unità nei cuori. Che questo sia il nostro regalo anche per l’Argentina nel suo Bicentenario!

3. Il Natale è la festa dell’Amore solidale per tutti.

“Tanto ha amato il mondo che gli ha dato suo figlio unico” (Gv. 3, 16) La nascita e la vita di Cristo tra gli uomini è la maggior testimonianza dell’amore solidale di Dio per noi. Al presepe si sono avvicinati pastori e uomini ricchi, ignoranti e saggi, di differenti paesi e di differenti religioni: Amore da tutti e per tutti. Il Natale è la festa dell’amore di Dio che si dedica con totale generosità, senza condizioni e senza meriti. Il Signore perciò ci chiede “Amatevi gli uni con gli altri come vi ho amato Io” (Gv, 13, 34)

 

  • Trattiamo, affinché sia un vero Natale, di crescere nell’amore generoso e solidale, senza calcoli, per amore, come Dio l’ha fatto con noi. Se tutti abbiamo un posto accanto a Gesù, celebriamo un Natale per tutti.

 

La Sacra Famiglia

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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