Postato su 2014-05-10 In Francesco - messaggio

Ma sarebbe meglio, che andassero verso nord e facessero l’alpinismo! E più sano! Ma non venire in Chiesa per arrampicarti!

org. Tutte le classi della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo colme di motivazione, per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito e per il sentiero di Cristo. I Cardinali e i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e le istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che è ammalata per essere chiusa in sé stessa, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana i testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa (P. José Maria Garcia)

SETTIMANA 19/2014

Che cosa significa evangelizzare? Dare testimonianza con gioia e semplicità di quello che siamo e crediamo

Tweet del 05.05.2014

Il Vangelo di questa domenica, che è la terza domenica di Pasqua, è quello dei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35). Questi erano due discepoli di Gesù, i quali, dopo la sua morte e passato il sabato, lasciano Gerusalemme e ritornano, tristi e abbattuti, verso il loro villaggio, chiamato appunto Emmaus. Lungo la strada Gesù risorto si affiancò ad essi, ma loro non lo riconobbero. Vedendoli così tristi, Egli dapprima li aiutò a capire che la passione e la morte del Messia erano previste nel disegno di Dio e preannunciate nelle Sacre Scritture; e così riaccese un fuoco di speranza nei loro cuori.

A quel punto, i due discepoli avvertirono una straordinaria attrazione verso quell’uomo misterioso, e lo invitarono a restare con loro quella sera. Gesù accettò ed entrò con loro in casa. E quando, stando a mensa, benedisse il pane e lo spezzò, essi lo riconobbero, ma Lui sparì dalla loro vista, lasciandoli pieni di stupore. Dopo essere stati illuminati dalla Parola, avevano riconosciuto Gesù risorto nello spezzare il pane, nuovo segno della sua presenza. E subito sentirono il bisogno di ritornare a Gerusalemme, per riferire agli altri discepoli questa loro esperienza, che avevano incontrato Gesù vivo e lo avevano riconosciuto in quel gesto della frazione del pane.

Angelus, 4.5.

La strada di Emmaus diventa così simbolo del nostro cammino di fede: le Scritture e l’Eucaristia sono gli elementi indispensabili per l’incontro con il Signore. Anche noi arriviamo spesso alla Messa domenicale con le nostre preoccupazioni, le nostre difficoltà e delusioni… La vita a volte ci ferisce e noi ce ne andiamo tristi, verso la nostra “Emmaus”, voltando le spalle al disegno di Dio. Ci allontaniamo da Dio. Ma ci accoglie la Liturgia della Parola: Gesù ci spiega le Scritture e riaccende nei nostri cuori il calore della fede e della speranza, e nella Comunione ci dà forza. Parola di Dio, Eucaristia. Leggere ogni giorno un brano del Vangelo. Ricordatelo bene: leggere ogni giorno un brano del Vangelo, e le domeniche andare a fare la Comunione, a ricevere Gesù. Così è accaduto con i discepoli di Emmaus: hanno accolto la Parola; hanno condiviso la frazione del pane e da tristi e sconfitti che si sentivano, sono diventati gioiosi. Sempre, cari fratelli e sorelle, la Parola di Dio e l’Eucaristia ci riempiono di gioia. Ricordatelo bene! Quando tu sei triste, prendi la Parola di Dio. Quando tu sei giù, prendi la Parola di Dio e va’ alla Messa della domenica a fare la Comunione, a partecipare del mistero di Gesù. Parola di Dio, Eucaristia: ci riempiono di gioia.

Per intercessione di Maria Santissima, preghiamo affinché ogni cristiano, rivivendo l’esperienza dei discepoli di Emmaus, specialmente nella Messa domenicale, riscopra la grazia dell’incontro trasformante con il Signore, con il Signore risorto, che è con noi sempre. C’è sempre una Parola di Dio che ci dà l’orientamento dopo i nostri sbandamenti; e attraverso le nostre stanchezze e delusioni c’è sempre un Pane spezzato che ci fa andare avanti nel cammino.

Angelus, 4.5

Gesù si occupa dei problemi della gente. A lui non passa per la testa di fare per esempio un censimento: ma vediamo quanti ci seguono. Gesù parla, predica, ama, accompagna, fa strada con la gente. È mite, umile E parla con autorità, con la forza dell’amore.

Santa Marta, 2.5

Le autorità religiose di quel tempo non tolleravano che la gente seguisse Gesù! Non lo tolleravano! Erano gelosi. Non lo sopportavano e per questo erano gelosi. Ma si tratta di un brutto atteggiamento: dalla gelosia infatti si passa all’invidia.

Questa gente sapeva bene chi era Gesù, lo sapeva. Del resto, questa gente era la stessa che aveva pagato la guardia per dire che gli apostoli avevano rubato il corpo di Gesù. Avevano pagato per silenziare la verità. E quando si paga per nascondere la verità, siamo in una cattiveria molto grande. Anche il popolo sapeva chi erano queste persone e infatti non le seguivano. Piuttosto le tolleravano, perché avevano l’autorità: l’autorità del culto, l’autorità della disciplina ecclesiastica in quel tempo, l’autorità del popolo.

Invece la gente seguiva Gesù, il quale dice chiaramente ai potenti che legavano pesi opprimenti sui fedeli e li caricavano sulle spalle della gente. Potenti che non tollerano la mitezza di Gesù, non tollerano la mitezza del Vangelo, non tollerano l’amore e arrivano persino a pagare per invidia, per odio.

Santa Marta, 2.5

Questi con le loro manovre politiche, con le loro manovre ecclesiastiche per continuare a dominare il popolo. Un atteggiamento che si riscontra proprio nel passo degli Atti degli apostoli: Richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Insomma, qualcosa dovevano fare e hanno deciso: gli daremo una bella bastonata e poi a casa!

Hanno commesso un’ingiustizia, perché si ritenevano padroni delle coscienze e si sentivano col potere di farlo. E, anche oggi nel mondo ce ne sono tanti che si comportano così.

Proprio a questo proposito Papa Francesco ha confidato di aver pianto alla notizia di cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano. Sì, anche oggi c’è questa gente che in nome di Dio uccide, perseguita. Ma anche oggi c’è gente con lo stesso atteggiamento degli apostoli che se ne andarono via dal sinedrio lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Santa Marta, 2.5

Prima icona: Gesù con la gente, l’amore, il cammino che Egli ci ha insegnato per il quale dobbiamo andare. Seconda icona: l’ipocrisia di questi dirigenti religiosi, che avevano incarcerato il popolo con questi comandamenti, con questa legalità fredda, dura e che anche ha pagato per nascondere la verità. Terza icona: la gioia dei martiri cristiani, la gioia di tanti nostri fratelli e nostre sorelle che nella storia hanno sentito questa gioia, questa felicità per essere stati giudicati degni di patire oltraggi

per il nome di Gesù. E oggi ce ne sono tanti! Pensate che in alcuni paesi, soltanto per avere il Vangelo vai in carcere. Tu non puoi portare una croce, ti faranno pagare la multa. Ma il cuore si sente felice. Le tre: icone: guardiamole oggi. È parte della nostra storia di salvezza.

Santa Marta, 2.5

Seguiamo il Signore per amore o per avere qualche vantaggio? Noi siamo tutti peccatori. E dunque abbiamo sempre qualche interesse, qualcosa da purificare nel seguire Gesù; dobbiamo lavorare interiormente per seguirlo, per lui, per amore.

Ma anche la gente di cui parla il Vangelo lo amava. Lo amava davvero, perché parlava come uno che ha autorità. Tuttavia c’erano anche dei vantaggi. E nel mio andare dietro Gesù cerco qualcosa che non è proprio Gesù? Ho rettitudine di intenzione o no? La risposta si può ricavare dagli stessi insegnamenti di Gesù, il quale accenna a tre atteggiamenti che non sono buoni nel seguire lui o nel cercare Dio.

Il primo è la vanità. Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. E ancora: Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto. E infine: Quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti; ma tu… profumati la testa e lavati il volto perché non si veda che stai digiunando. E questo, lo dice soprattutto ai dirigenti, i quali volevano farsi vedere, perché gli piaceva — per dire la parola giusta — pavoneggiarsi. E si comportavano come veri pavoni. Ma Gesù dice: no, questo non va! La vanità non fa bene.

Talvolta anche noi facciamo delle cose cercando di farci vedere per vanità. Ma, la vanità è pericolosa perché può farci scivolare verso l’orgoglio, la superbia. E quando ciò accade, tutto è finito. Per questo, dobbiamo sempre chiederci: Io come faccio le cose? Le cose buone che faccio, le faccio di nascosto o per farmi vedere? E se Gesù dice questo ai dirigenti, ai capi, è come se lo dicesse a noi, a noi pastori. Un pastore che è vanitoso non fa bene al popolo di Dio. Quei dirigenti di cui parla Gesù nel Vangelo amavano vestirsi con indumenti di lusso, ha notato tra l’altro il Papa. E ha confidato che quando vede un pastore, un prete, un vescovo che va per la strada vestito maestosamente, come se fosse a un ricevimento mondano, si domanda: Ma cosa pensa la gente di questo? Non segue Gesù quel pastore; sia prete o vescovo, non segue Gesù. Poi lo segue un po’ ma gli piace la vanità.

Santa Marta, 5.5

Questa è una delle cose che Gesù rimprovera. E allo stesso modo rimprovera chi insegue il potere. Alcuni seguono Gesù perchè inconsciamente seguono il potere. Le richieste di Giovanni e Giacomo, i figli di Zebedeo, che volevano un posto di potere quando fosse venuto il regno promesso. Nella Chiesa ci sono arrampicatori, e ce ne sono tanti… Ma sarebbe meglio, che andassero verso nord e facessero l’alpinismo! E più sano! Ma non venire in Chiesa per arrampicarti! Gesù, rimprovera questi arrampicatori che cercano il potere. A Giacomo e a Giovanni, che amava tanto, che cercavano il potere, dice: ma voi non sapete cosa chiedete, non lo sapete.

Il desiderio del potere da parte dei discepoli stessi di Gesù, si è protratto sino all’ultimo istante, sino al momento in cui Gesù stava per ascendere al cielo. Essi

pensavano che stesse per giungere il momento del regno e la loro domanda al Signore era: «Adesso viene il regno, il momento del nostro potere?». Soltanto quando scende su di loro lo Spirito Santo, i discepoli capiscono e cambiano il loro atteggiamento. Nella nostra vita cristiana però il peccato rimane. E per questo ci farà bene porci la domanda: ma io come seguo Gesù? Per lui soltanto, anche fino alla croce, o cerco il potere e uso la Chiesa, la comunità cristiana, la parrocchia, la diocesi per avere un po’ di potere?

Santa Marta, 5.5

La terza cosa che ci allontana dalla rettitudine dell’intenzione sono i soldi. Ci sono infatti quelli che seguono Gesù per i soldi e con i soldi. Cercano di approfittarsi economicamente della parrocchia, della diocesi, della comunità cristiana, dell’ospedale, del collegio… Pensiamo alla prima comunità cristiana che ha avuto questa tentazione, Simone, Anania e Saffira… Questa tentazione c’è stata dunque dall’inizio. E abbiamo conosciuto tanti buoni cattolici, buoni cristiani, amici, benefattori della Chiesa, anche con onorificenze varie, tanti. Che poi si è scoperto che hanno fatto negozi un po’ oscuri. Erano veri affaristi e hanno fatto tanti soldi. Si presentavano come benefattori della Chiesa, ma prendevano tanti soldi e non sempre erano soldi puliti.

Chiediamo al Signore la grazia di inviarci lo Spirito Santo per andare dietro di lui con rettitudine d’intenzione: solo per lui, senza vanità, senza voglia di potere, e senza voglia di soldi.

Santa Marta, 5.5

L’obiettivo del pellegrinaggio è
il rinnovamento
dell’Alleanza d’Amore
nella sua forza plasmatrice e missionaria;
quella che si manifesterà – al di dentro di Schoenstatt
nel rinnovamento della famiglia, e al di fuori,
nella forgiatura di una Cultura d’Alleanza.

Documento del Laboro 2014

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