Postato su 2014-04-18 In Francesco - Iniziative e gesti

Gioia che si trasforma in impegno

BRASILE, Carlos e Cassiane Weizenmann. Pochi giorni dopo la Giornata Nazionale del Ramo dell’Opera Familiare del Brasile, si è vissuta una gioia speciale: il Sig. Paulo Cunha (Capogruppo della Lega delle Famiglie di Niterói) ha accompagnato Mons. Orani, il Cardinale di Rio di Janeiro, il 7/4/2014 alla visita al Papa Francesco per ringraziare della GMG di Rio 2013.

 

Ha regalato al Santo Padre una fotografia di P. Kentenich con l’ideale Nazionale delle Famiglie del Brasile: SANTUARIO VIVO DI SCHOESTATT, UN NUOVO NAZARTEH TABOR PER IL MONDO.

Gioia che si trasforma in impegno!

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI MEMBRI DEL COMITATO DELLA XXVII 
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ A RIO DE JANEIRO

 

Palazzo Apostolico, lunedì 7 aprile 2014

 

Cari amici,

nove mesi dopo il mio indimenticabile viaggio in Brasile, dove sono stato accolto a braccia aperte dal popolo carioca, provo una gioia particolare nel ricevere oggi questo gruppo, guidato dal cardinale Mons. Orani Tempesta, che rappresenta tutti coloro che in qualche modo hanno collaborato alla XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, facendo sì che l’amore di Dio toccasse — letteralmente — il cuore di milioni di persone.

Parlando di cuore, ho una confidenza da farvi: quando sono giunto in Brasile, nel mio primo discorso ufficiale, ho detto che volevo entrare per il portale dell’immenso cuore dei brasiliani, chiedendo il permesso di bussare delicatamente alla loro porta e di passare una settimana con il popolo brasiliano. Però, al termine di quella settimana, tornando a Roma, pieno di nostalgia, mi sono reso conto che i carioca sono dei “ladri”! Sì, “ladri”, perché hanno rubato il mio cuore. Approfitto della vostra presenza qui oggi per ringraziarli di quel “furto”: grazie per avermi contagiato con il vostro entusiasmo lì a Rio de Janeiro, e perché oggi qui mi aiutate a “uccidere” la nostalgia del Brasile.

Come dicevo prima, tutti voi qui riuniti rappresentate i laici, i religiosi, i sacerdoti e i vescovi che hanno dato il proprio generoso contributo durante la Giornata. So che non è stato facile organizzare un evento di quelle dimensioni. Immagino che, a volte, ci sia stato qualcuno che ha pensato che non potesse andare bene. Perciò, come è bello poter guardare indietro e vedere che le ore di lavoro, i sacrifici, persino le mancanze passeggere, sono stati poca cosa se paragonati alla grandiosità dell’azione di Dio sulle nostre povere risorse umane. È la dinamica della moltiplicazione dei pani. Quando Gesù chiese agli apostoli di dare da mangiare alla folla, loro sapevano che era impossibile. Ma furono generosi. Diedero al Signore tutto quello che avevano. E Gesù moltiplicò i loro sforzi. Non è stato così anche nella Giornata Mondiale della Gioventù?

Non dobbiamo però solo guardare indietro. Dobbiamo innanzitutto guardare al futuro, rafforzati dalla certezza che Dio moltiplicherà sempre i nostri sforzi. Gesù ci ripete costantemente: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6, 37). Perciò questo miracolo vissuto nella Giornata della Gioventù si deve ripetere ogni giorno, in ogni parrocchia, in ogni comunità, nell’apostolato personale di ognuno! Non possiamo restare tranquilli sapendo che ancora «tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita» (Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, n. 49). Per questo è necessario ripensare a quelle tre idee che, in un certo senso, riassumono tutto il messaggio della Giornata Mondiale della Gioventù: andate, senza paura, per servire. Dobbiamo essere una “Chiesa in uscita” (cfr. Ibidem, n. 20), come discepoli missionari che non hanno paura delle difficoltà, poiché abbiamo già visto che il Signore moltiplica i nostri sforzi, e perciò siamo sempre più motivati a servire, donandoci senza riserve, pieni della gioia del Vangelo.

Cari amici, nell’adempiere questo impegno, guardiamo all’esempio di José de Anchieta, l’Apostolo del Brasile, recentemente dichiarato santo. In una delle sue lettere, scrisse: «Nulla è difficile per coloro che cullano nel cuore e hanno come fine unico la gloria di Dio e la salvezza delle anime, per le quali non esitano a dare la propria vita» (Lettera a Padre Tiago Laynez). Perciò è con la sua intercessione che vi animo ad andare avanti, con gioia e coraggio, nella bella missione di mantenere viva nel cuore dei brasiliani la fiamma d’amore per Cristo e per la sua Chiesa. Vi ringrazio nuovamente per la vostra presenza e vi chiedo di non smettere mai di pregare per me. Grazie!

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