Postato su 2013-06-06 In Schoenstatt in uscita

Il progetto INCONTRO

SPAGNA, Pilar Beas. Il progetto INCONTRO è sorto a Natale, al renderci conto che le “nostre strade” di Madrid erano piene di persone come noi, esseri umani, “derelitti” figli di Dio, che hanno perduto tutto quanto avevano e stanno vivendo nelle strade, nelle nostre strade; lottando una battaglia per sopravvivere senza meta, senza speranza, senza casa.

 

Che cosa significa  questo progetto?

Significa imparare a guardare con altri occhi la mia città, le mie strade, il mio quartiere.

Significa vivere attivamente la realtà che mi circonda e a non essere indifferente a quanto accade, bensì a coinvolgermi attraverso fatti concreti (condividendo il mio tempo, le mie cose materiali, il mio aiuto)

Significa risvegliare la solidarietà, che in tempo di crisi esige tanto da me, quanto dal mio intorno.

Significa la dedicazione agli altri, l’amore al prossimo senza etichetta né pregiudizi, il servizio disinteressato… Non significa un atto di un giorno, un impegno di alcune ore e di un pensiero che va e viene, bensì significa l’atteggiamento che passa di giorno in giorno fino a diventare un incontro, fino a diventare vita.

Il Progetto Incontro, perciò, non è un volontariato, né un’azione sociale, bensì che va oltre. Significa un esercizio di fare propri i problemi di coloro che mi circondano, e costruire attraverso la mia testimonianza un mondo migliore, che contagia ad altri e che accoglie tutti.

“Perché avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere, ero uno straniero….”.

Significa camminare con altri piedi….

Significa camminare per le strade con altri piedi, guardare con altri occhi, abbracciare con altre braccia. Significa ascoltare senza giudicare, parlare senza lamentarsi ed accompagnare senza imporsi. Significa essere coscienti che dobbiamo essere una risposta per il mondo attuale, che è ferito e senza meta.

Così sono giunti alle nostre vite: Froilan, Teresa, Amparo , José   e tanti di più, che sono riusciti a farsi un posto nel nostro cuore.

Avendoci chiesto una testimonianza, e nonostante potremmo raccontare centinaia di storie, perché ogni vita è tutto un mondo, ci limitiamo oggi a raccontare il caso di Amparo, che è veramente commovente.

Amparo

Una sera nel nostro cammino cercando persone “senza tetto” per le strade di Madrid, abbiamo incontrato nei pressi di Orense, alcuni materassi posti in modo di un “baraccato”. Ci siamo avvicinati con lo scopo di conversare con le persone che stavano dentro, ma non siamo riusciti a parlare con nessuno. E minuti più tardi,  girando l’angolo ci siamo incontrati con Amparo.

Era una donna tra i 35 e i 45 anni (era difficile accertare), e al cominciare a conversare con lei abbiamo capito che si trattava di una donna colta, religiosa e profondamente disperata nella sua vita.

Si recava ogni giorno in Chiesa, dove riceveva qualcosa da mangiare. Ella era sempre di buon umore, chiacchierona e molto solidale con tutti i poveri che la circondavano. Ma aveva “toccato fondo” e aveva deciso suicidarsi quella notte stessa stanca di soffrire (morta di freddo e di fame) e cercando una “vita migliore”, che qui non riusciva mai a trovare.

Aveva tanto da raccontarci… e noi tanto da imparare…

Dopo averle domandato ed esserci interessati della sua vita, dopo avere tentato di trovare “qualcosa” che le desse la forza per continuare lottando, ella infatti era molto importante per i tanti che vivevano per la strada, a causa del suo buon umore e atteggiamento positivo. Inoltre aveva un figlio all’estero che non sapeva come e dove vivesse sua madre…Dopo aver ascoltato le sue poesie (era una gran poetessa) e le sue canzoni, pareva come se avesse ricevuto una iniezione endovenosa di vita.

Noi che nel suo caso, sicuramente saremmo stati peggio, abbiamo avuto dal Signore un gran regalo: quando dopo aver condiviso parecchio tempo ci siamo presi per mano ed abbiamo recitato insieme il Padrenostro, che non so se sia stato il migliore della nostra vita, ma sì, era quello che ci avvicinava al Signore con una forza sorprendente, nella mia mente ha echeggiato la frase del Papa con tutta la sua potenza:

“Dio dà le battaglie ai suoi migliori soldati”

Perché Signore, le persone che hanno tutto l’imprescindibile, sempre abbiamo bisogno di qualcosa di più per vivere e fuggiamo da coloro che non hanno niente avendo bisogno di tutto?

Che contraddizione, Dio mio! Loro sì che sono i migliori soldati del Signore.

E mi facevo costantemente la domanda: perché ci giustifichiamo sempre con quanto male agisce il governo, quando noi non sappiamo impegnarci con il più debole?

Se ciascuno mettesse un poco per darlo al bisognoso, terminerebbe la “miseria”, non ci sarebbe fame…Ne siamo coscienti?

Ciascuno potrebbe incaricarsi di uno di questi “piccoli figli di Dio”, e terminerebbe la fame e il freddo.

Siamo realmente coscienti di questa necessità? Molti sopporterebbero perfino la fame e il freddo, ma hanno bisogno di avere “una mano amica” per sfogarsi, per trovare forze, per sapere che “qualcuno” è vicino per aiutarlo, come è stato il caso di Amparo, che alla fine ci abbracciava senza volere staccarsi e ringraziandoci di averle dato la “forza” per continuare lottando.

Non possiamo rimanere inoperosi nelle nostre case

Non possiamo restare inoperosi nelle nostre case. È giunta l’ora di uscire, di aiutare “il fratello bisognoso”.

Molti saranno impossibilitati fisicamente di uscire, ma si può aiutare in tante maniere: portando alimenti, qualcosa di necessario, indumenti o coperte di lana.

Sono molte le persone bisognose, ma anche siamo molti di più che possiamo aiutare e le parole del nostro Papa ci esortano a farlo:

“La Chiesa ha bisogno di fervore apostolico e non di cristiani da salotto”

PREGHIERA PER IMPARARE AD AMARE

Signore, quando hai fame, dammi qualcuno che abbia fame;
Quando hai sete, dammi qualcuno che voglia acqua,
Quando hai freddo, dammi qualcuno che abbia bisogno di calore.
Quando soffri, dammi qualcuno che necessita conforto,
Quando la mia croce mi sembri pesante, fammi condividere la croce dell’altro,
Quando mi veda povero, metti al mio fianco qualche bisognoso.
Quando non ho tempo, dammi qualcuno che abbia bisogno dei miei minuti.
Quando soffra umiliazioni, dammi l’occasione per elogiare qualcuno,
Quando sia depresso, dammi qualcuno per dargli coraggio,
Quando voglia che gli altri mi comprendano, dammi qualcuno che abbia necessità della mia comprensione,
Quando senta la necessità che si occupino di me, dammi qualcuno di cui io possa occuparmi,
Quando pensi a me stesso, fai che mi occupi di un’altra persona.
Fammi degno, Signore, di servire i miei fratelli
Dai loro mediante le mie mani, non solo il pane di ogni giorno,
anche il nostro amore misericordioso, ad immagine del Tuo

 

Madre Teresa di Calcutta M.C.

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