Postato su 2013-03-24 In Vivere l’Alleanza

La mia esperienza con il Papa – L’intervista con P. Angelo Strada

mev. Il giorno dell’elezione di Papa Francesco non è passata inavvertita in Schoenstatt. Chiamate, messaggi di testo, incontri….. tutto era strumento di comunicazione, affinché tutti partecipassero al momento storico, che stiamo vivendo. Dopo il tanto atteso “Habemus Papam”, le campane del Santuario Originale hanno cominciato a suonare e molti sono accorsi a ringraziare Dio durante la benedizione della sera.

Al poco tempo già si potevano apprezzare fotografie di Francesco in tutte le reti sociali. Una soprattutto è stata motivo di speciale gioia. Si trattava di una fotografia scattata nella sagrestia della Cattedrale di Buenos Aires, in cui appariva un gruppo numeroso di Padri di Schoenstatt insieme all’allora Cardinale Bergoglio. Tra loro si trovava P. Angelo Strada, che ha concesso un’intervista a schoenstatt.org.

Ha avuto qualche contatto personale con l’attuale Santo Padre?

La prima occasione di contatto personale è stata alcuni anni fa per un simposio intorno alla “Concezione di Autorità di Padre Kentenich” a Buenos Aires. La Messa finale è stata con l’Arcivescovo di Buenos Aires. Mi hanno presentato come postulatore della Causa di P. Kentenich e che vivevo in Germania. Lui mi ha chiesto come andava la causa, gli ho raccontato brevemente i progressi fatti. Dopo essersi tolto la pianeta si è fermato davanti a me e ridendo, mi ha detto in tedesco: ‘Non si dimentichi di pregare per me, ma non lo faccia in tedesco!!!’ . Ho avuto l’impressione, fin da quella Messa che si trattava di un uomo molto autentico, non aveva avuto nessun gesto che si notasse fatto per destare l’attenzione, un uomo molto sobrio.

Invito al contatto personale

Poi abbiamo avuto un incontro lungo con lui in occasione dell’Anno sacerdotale nel 2010. L’incontro era stato organizzato per tutte le comunità di sacerdoti di Schoenstatt ed avevamo invitato anche altri sacerdoti. L’Incontro è avvenuto nella curia di Buenos Aires. Il tema che gli abbiamo chiesto è stato: “Il sacerdote secondo il documento di Aparecida”, di cui lui è l’autore. Mi ricordo di quel giorno, che ci ha dato gli appunti di una conferenza anteriore per la lettura personale, e ci ha invitati ad intavolare un dialogo con lui. Ha una personalità, che invita a creare una conversazione personale con lui con tutta libertà, il che accresce in chi l’ascolta il desiderio di conoscerlo di più. Si può, perciò, avere il coraggio di fargli qualsiasi tipo di domanda.

La mia domanda allora in quell’occasione è stata: “Che cosa significa per lei la Madonna?” E lui ha risposto ‘La Madonna per me è quasi tutto’ A Lei io posso rivolgermi sempre. Quando perdo la pace interiore, mi lamento con Lei, le racconto tutto, mi ascolta sempre e mi restituisce la pace. Quando ho pace interiore, spesso prendo buone decisioni; se non ho pace interiore sempre mi sbaglio. Allora è Lei la responsabile delle buone decisioni che prendo, è chi sempre sta accanto a me, mi dà fiducia, è incondizionata’. Lo è sperimentato una volta ancora nella Messa centrale del bicentenario dell’Argentina nella Basilica di Luján, dove ha parlato della Madonna con un calore straordinario.

L’incontro prima del Conclave

Il nostro ultimo incontro è stato il 23 febbraio scorso, un sabato mattina. Non c’era nessun impiegato nella Curia, solamente il portinaio. Il Cardinale era solo nei corridoi, aveva un mucchio di chiavi in mano e ha cominciato ad aprire le porte, ad accendere le luci, ci stava aspettando per salutare uno per uno. Ha aspettato che arrivassimo tutti ed aveva preparato per ciascuno un esemplare del suo ultimo libro scritto “Mente aperta, cuore credente”, che sono appunti di ritiri per sacerdoti e una conferenza intorno al sacerdozio ad Aparecida, e teneva tutto in un cestino.

La conversazione è cominciata parlando della salute, e lui ha commentato che andava al Conclave con un bastone, affinché i cardinali pensassero che non avrebbero potuto votare per un vecchietto. Gli abbiamo domandato che caratteristica deve avere il nuovo Papa. La sua risposta: ´Vi dirò cose evidenti, ma sono cose in cui io credo. Anzitutto deve essere un uomo di preghiera, di un profondo vincolo con Dio. Secondo: deve essere completamente convinto che il Signore della Chiesa è Gesù Cristo e non lui, il Signore della Storia è Gesù Cristo ed è ciò che deve annunciare. Terzo deve essere un buon Vescovo: un uomo di comunione, un buon Pastore che si avvicina agli uomini, che li ama, che manifesta loro tenerezza, che li ascolta. E quarto, deve essere capace di fare pulizia nella curia romana’.

La Chiesa deve uscire per la strada

L’idea fissa del Cardinale Bergoglio è che la Chiesa deve guardare fuori. Ed ha affermato: Una Chiesa introversa, una Chiesa occupata di se stessa, è una Chiesa che si ammala, e per questa malattia non c’è rimedio. Una Chiesa che esce per la strada, che va verso gli uomini, può incorrere in accidenti, ma per quell’accidente c’è rimedio ed uno si ricupera?. Ed usa come immagine, l’immagine del Buon Pastore. Ed ha aggiunto: ‘Non vi dimenticate: non siamo qui per bastonare le pecore, e molte volte lo facciamo, le trattiamo male, non ci avviciniamo a loro, siamo antipatici. Siamo qui per avere cura delle pecore.

La situazione della Chiesa si deve in gran parte ad un errore fondamentale, che abbiamo. Crediamo di avere 99 pecore nel gregge ed una sola perduta, ma è esattamente il contrario. E che cosa facciamo? Ci dedichiamo ad avere cura della pecorella bella che abbiamo nel gregge, la laviamo, la pettiniamo, la facciamo bella e le 99 restano fuori’. Padre Angelo ha apprezzato la semplicità delle parole usate dal Cardinale. Ci ha parlato della necessità di una rivoluzione della tenerezza: la tenerezza migliora il mondo, lo rende meno freddo. Abbiamo bisogno di essere teneri tra noi e con la gente.’

Grato a Schoenstatt

Lei crede che il Papa sia aperto verso il Movimento di Schoenstatt?
In questo ultimo incontro ci ha detto: Io non conosco molto da vicino la vostra spiritualità, ma vi voglio ringraziare, perché sempre ascolto commenti molto positivi di come voi aiutate i sacerdoti e i laici qui nella diocesi’.

Padre Angelo ha continuato l’intervista raccontando un aneddoto: Ricordo un caso a Buenos Aires di una signora del Movimento, che aveva una domanda, che solamente poteva fare al Cardinale. E il Cardinale l’aveva chiamata e dato un appuntamento. La signora non poteva credere a tanta cortesia e gli ha regalato un libro “Bambini davanti a Dio”. La reazione dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires è stata di gioia: ‘Signora, che bel regalo mi ha portato, io apprezzo molto P. Kentenich, e sicuramente leggerò questo libro. Se vuole farmi più regali come questo lo può fare’. Il Cardinale Bergoglio è sempre stato tanto mariano, che ci si può identificare molto nella sua persona, infatti considera realizzate molte cose in lui, programmate dal Padre Fondatore: la paternità spirituale, la vicinanza, l’ampiezza, lo spirito mariano. Ci sono molti punti, in cui ci si può mettere nel suo mondo e il suo mondo è tanto coerente! Per me il più importante è che ha cambiato lo scenario della Chiesa.

Allora andiamo a Roma nel 2014?
Sono certo che ci riceverà con tanta gioia.


Domande: María Elena Vilches

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *