Postato su 2012-07-24 In Vivere l’Alleanza

La Madonna Pellegrina è arrivata, con una spedizione cilena all’Everest, al luogo più alto del mondo

CILE, Andrea Aguilera Catalán. Una bandiera stampata con Immagini di Maria e della sua famiglia è stato il segno visibile di protezione e di fedeltà, che ha accompagnato nei momenti più difficili a Filippo Olea Popelka nella sua ascensione all’Everest.

 

Il monte Everest è il luogo più vicino al cielo. Sono 8.848m. sul livello del mare, la meta di tutti gli scalatori, che vogliono raggiungere la cima più alta del mondo, una catena di montagne in Nepal. Il capitano dell’Esercito, Filippo Olea Popelka portava con sé in quella avventura due tesori: una fotografia della Madonna Pellegrina di Schoenstatt, consegnatagli dalla sua mamma missionaria della Campagna, perché lo accompagnasse sempre, e che lui conservava nella tenda, e una bandiera di Maria con stampate la Madonna Pellegrina e la Madonna del Carmen, Patrona e Generalessa delle Forze Armate, e una foto di tutta la sua famiglia.

Filippo commentava che in una spedizione con un alto livello di rischio così grande erano necessarie tutte le benedizioni. Ha percepito la presenza di Maria in mezzo al gruppo, e in lui in varie occasioni ma soprattutto nel momento della scalata alla cima. “È successo nell’ascesa finale, che sono 14 ore di marcia sopra gli otto mila metri. Dopo 10 ore io mi sentivo molto stanco e sfinito. Mi sono seduto a pregare, a chiedere alla Mater, che mi desse più forza ed energia. Sono state come nuove vitamine. Sono stato, infatti, capace di unirmi a tutta la gente che era in Cile. Ho sentito quella spinta necessaria per continuare a scalare”, ha spiegato.

Differenti coincidenze

Al ritorno in Cile i componenti della spedizione si sono incaricati di spiegare a tutti i piccoli momenti, in cui la Mater aveva interceduto per loro. Ad esempio Filippo racconta: “la mia mamma ha un Santuario domestico. Proprio quel giorno che io avevo sentito quella forza per riuscire a scalare la cima, lei aveva acceso varie candele e pregato specialmente la Mater”.

Filippo ha ricordato un’altra coincidenza il 18 maggio “Giorno dell’Alleanza, giorno che scalavamo la cima, ci siamo sentiti, uniti e accompagnati”.

Inoltre durante le soste negli accampamenti sempre rimaneva loro un tempo libero, pregavano e chiedevamo appoggio, giacché spesso i momenti erano difficili. Valanghe che distruggevano accampamenti e non si trovavano più, o blocchi di ghiaccio che cadevano e avrebbero potuto mettere in pericolo la spedizione, ma non succedeva niente.

La Mater è sempre fedele

Per Filippo è simbolico aver portato quella bandiera, e non solo per essere integranti delle Forze Armate. La sua mamma, nonostante non appartenga attivamente al Movimento, ha sempre partecipato con impegno e crede nella fedeltà della Mater per lui. Filippo riflette sulla presenza della Mater nella sua vita e afferma: “ho sempre sentito questa protezione ed è stata l’immagine che mi ha guidato fin da bambino e da giovane. E ora che mi abbia accompagnato in questa sfida, si è confermato”.

La spedizione coordinata da Rodrigo Jordan è stata la prima della stagione, e hanno partecipato 14 persone. Si commemorava che 20 anni fa, il primo gruppo di cileni aveva scalato l’Everest con lo stesso obiettivo.

Fonte: Vincolo, giugno 2012

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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