Postato su 2012-03-23 In Vivere l’Alleanza

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me

ITALIA, Federico Bauml. 18 Marzo, quarta Domenica di Quaresima, la giornata ideale per staccare un po’ la spina dalla routine quotidiana e regalarci una giornata di ritiro.

 

 

 

 

L’appuntamento

Se di Domenica 18 Marzo, a Roma, ti sei alzato alle 7 del mattino possono esserci solo due motivi: stai andando a fare la maratona (e non è questo il nostro caso) oppure sei abbastanza pazzo da esserti fatto convincere ad andare a Belmonte alle 8 per il ritiro di Quaresima. Dico sempre che Belmonte è il posto più bello del mondo; con una sveglia così presto ne eravamo un po’ meno convinti del solito, ma nonostante ciò, e senza nemmeno troppo ritardo, eravamo pronti a partire.

Scherzi a parte, non si tratta di pazzia, tutt’altro. Si tratta di voglia di stare insieme in quella che, per esperienza, sapevamo già che sarebbe stata una splendida giornata. E infatti è stata una splendida giornata, un ritiro intenso e affascinante, merito di una fantastica squadra di organizzatori che ha curato ogni singolo dettaglio in modo che tutto andasse nel miglior modo possibile.

Provo a raccontarvela un po’.

La Mattina

Il nostro ritiro inizia con la Messa. Un inizio piuttosto insolito, normalmente nei nostri ritiri la Messa è il momento di chiusura, la sintesi dell’intera giornata. Ma questa variazione sul tema ci piace, e molto. In un tempo forte come la Quaresima, e in un ritiro che si prospetta piuttosto intenso, la Messa è senz’altro il modo migliore per darci la carica e inserirci nello spirito del nostro ritiro.

Conclusa la Messa, si riprende lo schema classico: alternanza tra meditazioni e momenti di deserto personale e di silenzio.

P. Ludovico e P. Alfredo come al solito danno il meglio di loro nelle meditazioni. Le loro parole non sono solo un esercizio di dialettica e di conoscenza, nulla a che vedere con delle lezioni; è impressionante quanto siano concrete, quanto siano centrate e riescano a cogliere esattamente i punti che più ci toccano, i nervi più scoperti, e nascono da un lavoro di indagine e di attenzione profonde nei nostri confronti.

Meditazioni che ci fanno riflettere, che ci pongono interrogativi a cui cercare risposte durante i momenti di deserto, nel silenzio, quando è così difficile concentrarsi ma allo stesso tempo è così bello ascoltarsi.

Conclusa la prima parte del nostro ritiro, è il momento del pranzo. Anche il momento più semplice, più rilassante, è tappa importante del programma, e come al solito nulla è lasciato al caso. Tutto è inserito in un disegno, dal nostro tipico ognuno-porta-qualcosa, alla rinuncia ai dolci e alle bibite, all’atmosfera allegra che si crea tra tutti noi in questo bellissimo momento di aggregazione, in cui non può certo mancare anche un momento di giochi (segnata tra l’altro da una sfida a Memory in cui siamo stati miseramente sconfitti da un bimbo di quattro anni!).

Pomeriggio “ap-passion-ante”

Nel pomeriggio è prevista la parte più intensa del ritiro.

L’avvio è affidato ad alcune immagini tratte dal film “The Passion”, di Mel Gibson. Immagini che ci introducono a quello che sarà il momento conclusivo del ritiro, la Via Crucis.

Tutti noi, nella nostra vita, ne abbiamo fatte tante di Viae Crucis; personalmente non credo di averne mai fatta una così bella. Vedere un gruppo di persone che si muove all’unisono, facendo gli stessi gesti non in modo meccanico ma in modo consapevole, è stato davvero emozionante. Come emozionanti sono state le brevi meditazioni che abbiamo preparato per ognuna delle quindici stazioni. Un gruppo vero, fatto di cuori e anime diversi, legati a doppio filo da un fuoco che gli brucia dentro.

Anche il Cielo sembra aver capito le nostre intenzioni. Le nuvole decidono di coprire il Sole un po’ prima del previsto, e quella che fino a quel momento era stata una tipica giornata primaverile in quella mezzora diventa una giornata “autunnale”, grigia, quasi fredda. Un altro regalo di questa bellissima giornata in questo bellissimo periodo, che ci ricorda, sempre nella libertà, che siamo chiamati a fare la differenza, ad una fedeltà più grande, nell’attesa della vittoria finale.

E credo proprio che questa Domenica, nel nostro piccolo, questa differenza l’abbiamo fatta.

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