Postato su 2012-02-16 In Vivere l’Alleanza

In silenzio con Gesù

ITALIA, Gian Francesco Romano. Il 9 febbraio scorso, nell’ambito di una Missione Schoenstattiana alla periferia di Roma, i giovani del Movimento hanno animato un momento di Adorazione Eucaristica. E si sono ricordati di quanto sia necessario trovare, tra impegni e attività, il tempo per stare in compagnia del Signore.

 

 

 

Una piccola spedizione per un’importante missione

Dal 6 al 12 febbraio nel quartiere di “Tor de’ Cenci”, alla periferia sud di Roma, le Sorelle di Maria hanno realizzato una settimana di missione schoenstattiana. Ad invitarle a questa nuova impresa era stato Don Cicero, il parroco brasiliano della Parrocchia “Gesù Divin Salvatore”, il quale, avendo avuto modo di apprezzare lo stile pastorale di Schoenstatt nel suo paese natale, ha voluto risvegliare la comunità dei suoi fedeli con un rimedio di sicura efficacia: la visita nelle case della Madonna Pellegrina.

Anche le ragazze e i ragazzi della Gioventù di Schoenstatt si sono resi disponibili a collaborare, speranzosi, come tutti, che la missione porti come frutto una feconda diffusione della Madonna Pellegrina nella capitale delle cristianità.

Ecco dunque che il giovedì sera, giorno in cui la parrocchia abitualmente prevede l’Adorazione Eucaristica, tre ragazzi e tre ragazze prendono chitarra, testi per le meditazioni, spirito di raccoglimento e buona volontà per animare un’ora di adorazione e dare il proprio apporto alla causa, sia con la forza della preghiera, sia con la presentazione della spiritualità schoenstattiana.

Nell’abbraccio con Gesù

L’arrivo alla parrocchia mostra una chiesa moderna, dall’aspetto piuttosto squadrato all’esterno, ma luminosa e accogliente all’interno. Ad attendere i giovani c’è Sr Julia, che si era fortemente impegnata nei giorni precedenti forza per coinvolgere nella missione quante più persone possibili e specialmente i giovani.

L’avvio non è dei più entusiasmanti: si entra piano e in silenzio – il Santissimo è già esposto – e nella chiesa, oltre a Gesù e Sr Julia c’è solo un’altra persona. Ma lo scopo della serata è principalmente un’ora di adorazione, per cui, una volta che Gesù è presente, cos’altro manca?

Dapprima è un momento di preghiera silenziosa; ognuno, in cuor suo, cerca di creare l’ambiente adatto per l’incontro con il Signore. Veniamo tutti da giornate troppo rapide e caotiche per trovarci subito con la giusta attenzione. Ma dopo pochi minuti l’aria è già più leggera e lo spirito è pronto. Pamela, fino a pochi giorni prima responsabile del gruppo delle ragazze di Schoenstatt, inizia l’animazione, spiegando che non faremo alcun “effetto speciale”, ma che siamo lì solo per pregare insieme con la comunità e offrire il nostro contributo per rendere il clima adatto. Per questo, e anche in considerazione di quanto recentemente espresso dal Papa sul valore del “silenzio”, le meditazioni riguardano proprio la capacità di mettersi in ascolto di Gesù per fare la sua volontà.

Silenzio. Preghiera. Ascolto. Affidamento. Poi un canto, per scaldare un po’ l’ambiente. Si tratta di “Diós està aquí”, nulla di più vero in quelle circostanze. Poi ancora silenzio, ognuno medita e guarda verso il Santissimo. Fabrizio, della Gioventù Maschile, suona “Si rasgaras”, e dopo diverse pause e altre letture seguono “El que muere por mí”, “Vocazione”, “Maravillas hizo en mí”… l’aria è ormai piena delle nostre preghiere silenziose e alle nostre spalle, durante i canti, sentiamo altre voci. Sono quelle delle varie altre persone arrivate nel corso dell’adorazione, che adesso sono inginocchiate insieme a noi.

L’ora a noi affidata sta quasi per finire. Cristiana, la neoeletta responsabile della Gioventù Femminile, si alza per spiegare a tutti il significato del Capitale di Grazie, mentre altri ragazzi passano tra i banchi per distribuire i santini della Mater e i foglietti sui quali scrivere le proprie offerte e preoccupazioni. Fabrizio riprende a suonare e durante il canto la gente incomincia a depositarli nella giara, con una dimestichezza e facilità che ci fa presumere come in molti già abbiano iniziato a conoscere Schoenstatt nella parrocchia. Per ultimi, anche noi ragazzi e Sr Julia consegniamo le nostre speranze a Maria e poi, tutti insieme, recitiamo la preghiera di affidamento.

È bello per noi stare qui

Al termine dell’Adorazione, silenziosamente, usciamo dalla chiesa. C’è ancora tempo per parlare e raccontarci le rispettive sensazioni di un serata particolare, scoprire da Sr Julia del buon andamento della missione e, da ultimo, anche per conoscere don Cicero, fino a quel momento impegnato in una riunione con un altro gruppo parrocchiale.

Come sperimentato già tante altre volte, in tutti è rimasta l’impressione di aver ricevuto molto più di quanto si è dato: eravamo partiti con la voglia di prestare un servizio al Movimento e ai parrocchiani, desiderosi di rappresentare Schoenstatt nel migliore dei modi. Una volta in chiesa ci siamo trovati a tu per tu con il Signore e noi stessi, a sostenere la Missione operata dalle Sorelle di Maria con lo strumento senza dubbio più efficace: la preghiera.

Alla fine ripartiamo, in gruppo, verso le nostre case. Non siamo più stanchi come quando eravamo arrivati: ci siamo ricaricati nel frattempo, con un’ora di adorazione nella quale ci siamo identificati con San Pietro e l’esclamazione da lui pronunciata sul Monte Tabor: “Signore, è bello per noi restare qui” (Mt, 17,4).

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