Postato su 2010-07-30 In Vivere l’Alleanza

Le missioni universitarie “Ita Pater, Ita Mater”

Misiones Universitarias, ChacoARGENTINA, Eduardo e Cristina Colombo. Ita Pater, Ita Mater vuole dire “Sì Padre, sì Madre” e questo è stato l’ideale di vita, cui aspirava Marie Emilie (una Sorella di Maria di Schoenstatt). È un invito ad essere veri figli di Dio, lottando quotidianamente per raggiungere la santità, ponendo le nostre mani l’una nella mano del Padre, e l’altra in quella di Maria. La Gioventù di Schoenstatt, la Gioventù Maschile e la Gioventù Femminile, volevano fare qualcosa, offrire qualcosa alla Patria, specialmente in quest’anno del suo Bicentenario, perché sono convinti, che è il compito di ciascuno di noi ritornare a fondare una Patria nuova, dove tutti si sentano fratelli, una Patria per tutti.


Hanno cominciato, perciò, a sognare questo sogno pazzo: la MISSIONE UNIVERSITARIA, ma per realizzarlo avevano bisogno di contare su un piccolo gruppo di pazzi, che avessero il coraggio di sognare lo stesso sogno.

Una missione nelle terre rurali del “Salto de la Vieja” ed El Cacique

En la ermita de ResistenciaEduardo e Cristina Colombo, i coniugi che accompagnano la formazione della Gioventù nel Chaco, si sono messi in contatto con Padre Jaime Mora, il sacerdote diocesano parroco da anni a Colonia Elisa, un paesino all’interno del Chaco, a 100 chilometri da Resistenza. Padre Jaime ha loro suggerito di organizzare la missione nelle terre rurali del “Salto de la Vieja e El Cacique per tre anni.

La missione si è realizzata il fine settimana dal 16 al 19 luglio. L’autobus con i missionari è partito dall’Edicola della MTA di Resistenza, dove si era recitata una preghiera chiedendo alla Mater, che fosse Ella, ad usarli come strumenti per giungere a molte famiglie.

La decisione

Comunidad misioneraQuesta comunità missionaria era composta di 30 giovani, 5 adulti e 3 sacerdoti diocesani: Padre Jaime, Padre Nestor, e Padre Armando. Nell’incrocio delle strade che uniscono i due paesini si è fatta una sosta prima di passare un ponte di legno, che attraversa il Fiume Negro, la fredda notte era illuminata da fiaccole.. Un ragazzo dell’equipe organizzatrice ha invitato i missionari prima di cominciare una nuova tappa: quella di andare in missione o di ritornare alle loro comodità.

Questa missione iniziava un piccolo apporto per costruire un nuovo ponte tra Resistenza e queste popolazioni dimenticate.

Le loro scarpe lasciavano impronte sul terreno

MisionandoAl giungere a Salto, hanno bendato gli occhi a tutti e li hanno invitati a confidare nel compagno in testa al gruppo per poter entrare nella scuola, dove l’equipe organizzatrice li ha ricevuti con un video e fuochi artificiali, che hanno rallegrato e sorpreso gli abitanti.

Ogni giornata vissuta era intensa e stancante, cominciavano le attività il mattino presto con la preghiera nella Cappella, che si era preparata in uno dei saloni con coperte e cuscini, perciò si doveva entrare scalzi. Era esposto il Santissimo, che li ha accompagnati per tutta la missione con le Ausiliarie della Madonna Pellegrina, dei ciechi e della diocesi.

Dopo l’invio all’apostolato, le coppie missionarie si sono incamminate verso le case per strade di terra, che la pioggia aveva ridotto fangose ed impraticabili. Le loro scarpe lasciavano impronte profonde, e così si cominciava a costruire il ponte e si stringevano nuovi vincoli.

Portando la Mater e suo Figlio in bicicletta

Misionando en biciUn gruppo di missionari restava a Salto e l’altro andava a El Cacique, dove le distanze tra le case sono maggiori, perciò usavano le biciclette, portando la Mater e suo Figlio.

Durante le ore più calde si tenevano workshop con gli abitanti, che venivano alla scuola e partecipavano a brevi conferenze, giochi e una merenda.

Alcune esperienze sono state molto forti, come ad esempio una coppia di missionari è entrata ad una capanna precaria, dove viveva un anziano solo, ed è rimata impressionata dalla necessità di compagnia che aveva.

Un’altra coppia di ragazzi ha trovato una famiglia di 14 persone vivendo in una casetta piccolissima, dove si notava che non si alimentavano regolarmente. Altri hanno visitato una famiglia, che stava vegliando il padre morto: hanno accompagnati i familiari nel loro dolore pregando insieme.

Il pomeriggio del sabato Padre Jaime ha celebrato la Messa nella Cappella di Salto ed è stato un momento molto emozionante, perché si sono festeggiati due battesimi con tutta la comunità.

Un giorno speciale

OraciónLa domenica è stato un giorno molto speciale per la Famiglia di Schoenstatt, perché hannoo cominciato rinnovando l’Alleanza molto presto e mettendo nelle mani di Maria e del Padre l’ultimo giorno della loro missione.

Quel giorno visitare le famiglie è stato un atto di eroismo, perché pioveva e faceva freddo, ma il fuoco che ardeva nei loro cuori li spingeva a camminare sapendo che avevano nelle loro mani un tesoro molto grande: le tre grazie che la Mater vuole distribuire tra i suoi figli.

Al terminare la giornata si è vissuta l’esperienza profonda di offrire una notte eroica di preghiera e d’adorazione a Gesù fatto Eucaristia. Si sono riuniti tutti a pregare, a cantare piangendo insieme.

Questa missione ha insegnato a tutti a dar valore alle tante cose che quotidianamente si hanno, cui nessuno, invece, considera quanto valgono

capilla Questa missione ha insegnato a tutti a dar valore alle tante cose che quotidianamente si hanno, cui nessuno, invece, considera quanto valgono: l’acqua potabile, che con semplicemente aprire un rubinetto si usa, non solo fredda, bensì calda; in questa zona il problema dell’acqua è grave e si usa l’acqua della pioggia, che si cerca di non sprecare inutilmente. Un piatto caldo di cibo, un indumento per coprirsi, quando fa freddo, un letto comodo, la luce elettrica, un bagno, un libro da leggere, una famiglia con cui condividere, tra le tante cose. Sono grandi regali, di cui tutti noi godiamo e non li ringraziamo sufficientemente.

Tutte queste esperienze vissute e quello che ha significato per ciascuno l’esperienza di andare in missione, ha fatto che ciascuno dimenticasse le proprie storie personali e che il cuore si aprisse ad un momento di grazie, di unione. Gesù ascoltava in silenzio dall’umile tabernacolo le testimonianze di ciascuno di noi.

Sono stati i primi ad aver ricevuto il beneficio della missione

Misioneros misionadosNelle cose di Dio sempre succede lo stesso, loro che erano i missionari e andavano in missione per aiutare gli altri, sono stati i primi ad averne un beneficio. Dio ha toccato il loro cuore con la mano di Maria, che quel giorno era stata incoronata dalla Gioventù del Chaco Regina della Missione.

La chiusura è cominciata con una Messa anella Parrocchia di Santa Rosa da Lima di Colonia Elisa, e ai piedi dell’altare si sono poste le Ausiliarie e una Madonna Pellegrina, come simbolo di tutte quelle Immagini che visitano le famiglie. La Provvidenza di Dio ha voluto, che fosse quella Madonna Pellegrina che era stata sulla tomba del Padre l’anno scorso, andare in missione quest’anno speciale che si commemorano i 100 anni della sua ordinazione sacerdotale.

La gioia trapelava dai cuori di tutti nel barbecue condiviso e al guardare il video con le immagini di tanti momenti vissuti in quel fine settimana.

Già hanno ricominciato a sognare con le MISSIONI UNIVERSITARIE ITA PATER, ITA MATER 2011…

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

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