Postato su 2010-01-08 In Vivere l’Alleanza

“Confesso che ho vissuto”

Missioni "Ignis Mariae"ARGENTINA, José María Sanguinetti. “Confesso che ho vissuto”, come diceva Neruda, questa frase del nostro Fondatore: “Gioiosi nella speranza, sicuri della vittoria, verso i tempi più nuovi”. L’ho percepita nei volti, nelle mani, lacrime, parole e preghiere. Ho potuto percepire la profezia e ho potuta capirla: chiara e completa.

 

 


La missione "Ignis Mariae"Durante 4 giorni sono stato testimone della speranza, della gioia, della vittoria, del nuovo tempo: sono stato missionario. Sebbene il calore, la pioggia, l’incomodità e le mie limitazioni, quel fuoco mariano mi ha infiammato il cuore e la vita, quel fuoco mariano che ciascuno dei giovani sente a fior di pelle, che esce a fiotti e si dà senza pensare….dando “fintantoché duole”.

Ho percepito la speranza andare per i rioni, in mezzo al fango, portando conforto, portando Maria. Ho percepito la gioia sui visi dei bambini cercando un abbraccio, un gioco, un tempo diverso; ricuperando per un momento (anche sia solo per attimi) qualcosa che scarseggia: i tempi dell’innocenza infantile.

Ho percepito la vittoria come mai. Posso assicurarvi che la sentivo correre per quelle famiglie abbandonate, inondare i cuori rassegnati ai piedi di nostra Madre, la Vincitrice, Colei che fa miracoli.

Ho percepito un tempo nuovo, il tempo della promessa, della solidarietà della Nuova Comunità.

Quel silenzio, in cui lo Spirito ritorna a soffiare e siamo di nuovo fuoco

Tutto questo in 4 giorni, colmi, duri, indimenticabili. Quattro giorni di restare muti davanti alla miseria: una povertà che non è solo la mancanza di dignità delle condizioni di vita, bensì che è l’assenza di affetti e di vincoli. Quattro giorni di lottare contro l’impotenza, lo scetticismo e la rabbia di vedere quello che non vorremmo, di vivere quello che nessuno vorremmo che viva, di restare muti davanti a realtà più che dolorose. E in quel silenzio è quando Ella parla, quando lo Spirito ritorna a soffiare e siamo di nuovo fuoco: Ignis Mariae.

Dice una canzone che questa è la “patria del inaccessibile” e questo tempo è “dimenticato da Dio”. Ma quei giovani sanno dare una risposta a quel tempo. Non danno la soluzione definitiva, bensì intraprendono la marcia, si fanno coraggio, tentano, non temono il fallimento, ma temono l’indifferenza, a non riuscire, a non dare tutto, a non sporcarsi le mani, temono di restare nella comodità della loro vita.

“Non ti dimenticare, Famiglia, che tuo Padre è stato profeta”

Ricordo le parole di Padre Horacio Sosa: “Non ti dimenticare, Famiglia, che tuo Padre è stato profeta”, e le parole di Padre Kentenich che lui aveva scelto per spiegare la sua frase:

“Tutto dipende da che riusciamo ad orientarci ancora una volta con l’antico fervore verso la gioia per il sacrificio e l’impulso di conquista, verso la nostra visione del futuro. Se non ci riusciamo, possiamo conquistare l’approvazione dei gruppi più vicini alla Chiesa, essere ammirati ed ascoltati con piacere, lodati come giudiziosi, aperti al mondo, amanti della cultura e dei criteri ampi, ma nel fondo assomiglieremmo – noi e la nostra comunità – ad un aquila che vuole arrivare al sole con le ali rotte. La nostra migliore epoca sarebbe passata, il becchino starebbe scavando preparando presto il nostro funerale. Gli ideali della nostra gioventù sarebbero stati un sogno, e la Chiesa si lamenterebbe davanti alla nostra bara, di una comunità che una volta aveva incoraggiato alla più alte speranze, ma aveva fallito. Dio ci protegga da questo triste destino! Che Egli susciti nelle nostre file uomini e donne, che come antichi profeti, scopino come un forte vento le foglie secche delle vecchie strutture, chiamino permanentemente a lottare e pongano a se stessi e agli altri le più alte esigenze”.

“È cambiata la tua vita dopo la missione?”

Ritorno a ravvivare il fuoco che ha acceso Maria più di 20 anni fa, quando abbiamo suggellato, la nostra Alleanza, ritorno a comprendere che è necessario uscire dalle nostre “comodità” e dalla nostra “cerchia sicura e protetta”. Al ritorno di notte, guidando, converso con Cecilia e i nostri figli intorno a quanto abbiamo vissuto nella missione: felici non ce ne vogliamo andare, stanchi non vogliamo riposare e lì in quell’alba colma di esperienze vissute Josema (9 anni) domanda: “È cambiata la tua vita dopo la missione?” .

Il team che fa la missione "Ignis Mariae"

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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