Postato su 2014-11-28 In Francesco - messaggio

Sempre in movimento, sempre aperto alla sorpresa di Dio

FRANCESCO A ROMA, mda. Essere Movimento, dice il Santo Padre Francesco significa essere sempre in movimento, sempre aperto alle sorprese di Dio; partecipare alla missione di Cristo, che ci precede e ci accompagna nell’evangelizzazione. Papa Francesco ha segnalato ai presenti nel Congresso del 22 novembre scorso del Terzo Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali e Nuove Comunità, tre suggerimenti verso il cammino di fede e di vita celeste: davanti alle sfide di oggi, come la vita, la famiglia, la pace, la povertà, la libertà religiosa e della educazione, in un mondo che dimentica Dio e si concentra sul consumismo, rinnovare sempre il “primo amore” con coraggio evangelico e perseverando sul cammino originale, “rispettare la libertà delle persone” e “cercare sempre la comunione”.

Francesco indica con fermezza e tenerezza, in maniera paterna nel suo vero significato, i pericoli che corrono i movimenti e le nuove comunità, che non sono le paure vigenti durante tanti anni: la Chiesa temendo la novità dei movimenti ed essi cercando a volte esasperatamente la benevolenza della gerarchia. Nulla a che vedere!!! Papa Francesco dice che i movimenti fanno parte viva della Chiesa e hanno valore nella misura, in cui servono alla Chiesa e alla sua missione evangelizzatrice, perché: “I movimenti e le Nuove Comunità che voi presentate si vanno incamminando verso un significato più profondo di appartenenza alla Chiesa, una maturità che esige vigilanza nel passaggio alla conversione quotidiana.”

Francesco avvisa le conseguenze concrete e pericolose della istituzionalizzazione, del raccoglimento, del funzionalismo e formalismo e del rinchiudersi in schemi sterili:

“Se non siamo aperti alla missione, la conversione non è possibile e la fede diventa sterile.”

“In misura che passa il tempo si crea una gran tentazione di diventare comodo, di abituarsi ad una routine, che nonostante possa essere confortante, diventa sterile.

“Anche quando sia necessaria una certa istituzionalizzazione del carisma per la sua sopravvivenza, non dobbiamo ingannarci pensando che le strutture esterne possono garantire l’opera dello Spirito Santo”.

“Se le forme e i metodi si difendono da soli, diventano ideologici, lontani dalla realtà, che è in continua evoluzione; chiusi alle novità dello Spirito, termineranno soffocando lo stesso carisma che li ha generati”.

“La novità delle sue esperienze non consiste nei metodi e nelle forme, nonostante siano importanti, bensì nella disposizione per rispondere con rinnovato entusiasmo alla chiamata del Signore.”

“Si deve resistere alla tentazione di sostituirsi con la libertà delle persone, di dirigerle senza aspettare che maturino realmente”.

“Un progresso morale o spirituale ottenuto sulla immaturità della gente è un successo apparente, destinato a naufragare”.

“…se avvengono queste cose, a causa di qualsiasi avvenimento che sia, come si può evangelizzare?”

“I nostri fratelli e sorelle sono sempre più coraggiosi dei nostri atteggiamenti personali; effettivamente è per i nostri fratelli e sorelle che Cristo ha sparso il suo sangue (1Pietro 1:18-19); non è stato sparso per le mie idee!!!”

Sempre in movimento e in servizio: un “decalogo di movimento”

Francesco, partendo dal nome ed identità dei “Movimenti”, incoraggia i Movimenti a essere sempre in movimento…in quel movimento che è il frutto dello Spirito Santo come dono, e di apertura alle sorprese di Dio come compito da compiere, da giorno in giorno. Accompagnare disinteressatamente i fratelli, uscire al loro incontro, e tutto questo nella Chiesa: il che, dice Francesco, conserva fresco il carisma…e fecondo. Il “decalogo di Francesco per muovere i movimenti:

“Anzitutto è necessario preservare la freschezza del suo carisma, non perdere mai quella freschezza, la freschezza del suo carisma, rinnovando sempre il “primo amore” (cfr. Ap.2-4).”

“È necessario sempre ritornare alla fonte dei carismi e così potranno ritornare a trovare la spinta per affrontare le sfide di oggi.”

“Non sono semplicemente un piccolo gruppo. No! Sono piuttosto un movimento, sempre in cammino, sempre in movimento, sempre pronto alle sorprese di Dio, che sono in armonia con la prima chiamata del movimento a conoscere il carisma fondatore.”

“…..accompagnando sempre, senza essere drammatici e senza fare show. Al contrario, l’educazione cristiana richiede un accompagnamento paziente, che sa aspettare i tempi come fa il Signore con ciascuno di noi; la pazienza è l’unico sentiero per amare veramente e portare le persone ad un rapporto sincero con il Signore”

“La vera comunione consiste anche in affrontare insieme e uniti le questioni più importanti, come la vita, la famiglia, la pace, la lotta contro la povertà in tutte le sue maniere, la sua libertà religiosa e di educazione”.

“In particolare, i movimenti e le comunità sono chiamate a collaborare per contribuire a curare le ferite prodotte da una mentalità globalizzata che pone nel centro il consumismo, dimenticando Dio e i valori essenziali dell’esistenza.”

“Ciononostante non dimenticate che per raggiungere questa meta, la conversione deve essere missionaria: la forza per superare le tentazioni e le insufficienze proviene dalla gioia profonda di proclamare il Vangelo, che è la base dei suoi carismi.”

“Avanti, sempre in movimento…..non fermatevi mai, continuate in movimento!”

“Adesso vi chiedo che tutti insieme preghiamo Nostra Madre che ha avuto l’esperienza di conservare viva la freschezza del primo incontro con Dio, di seguire avanti con umiltà, sempre nel cammino, sempre rispettando il tempo di ogni persona. Non si è stancata mai di avere questo cuore missionario.”

Testo completo del discorso di Papa Francesco ai partecipanti del Terzo Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e le nuove comunità


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Vi accolgo con piacere in occasione del Congresso che state celebrando con il sostegno del Pontificio Consiglio per i Laici. Ringrazio il Cardinale Ryłko, anche per le sue parole, e Mons. Clemens. Al centro della vostra attenzione in questi giorni ci sono due elementi essenziali della vita cristiana: la conversione e la missione. Essi sono intimamente legati. Infatti, senza un’autentica conversione del cuore e della mente non si annuncia il Vangelo, ma se non ci apriamo alla missione non è possibile la conversione e la fede diventa sterile. I Movimenti e le Nuove Comunità che voi rappresentate sono ormai proiettati alla fase della maturità ecclesiale, che richiede un atteggiamento vigile di conversione permanente, al fine di rendere sempre più viva e feconda la spinta evangelizzatrice. Desidero, pertanto, offrirvi alcuni suggerimenti per il vostro cammino di fede e di vita ecclesiale.

1. Anzitutto è necessario preservare la freschezza del carisma: che non si rovini quella freschezza! Freschezza del carisma! Rinnovando sempre il «primo amore» (cfr Ap 2,4). Con il tempo infatti cresce la tentazione di accontentarsi, di irrigidirsi in schemi rassicuranti, ma sterili. La tentazione di ingabbiare lo Spirito: questa è una tentazione! Tuttavia, «la realtà è più importante dell’idea» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 231-233); se una certa istituzionalizzazione del carisma è necessaria per la sua stessa sopravvivenza, non bisogna illudersi che le strutture esterne possano garantire l’azione dello Spirito Santo. La novità delle vostre esperienze non consiste nei metodi e nelle forme, la novità, che pure sono importanti, ma nella disposizione a rispondere con rinnovato entusiasmo alla chiamata del Signore: è questo coraggio evangelico che ha permesso la nascita dei vostri movimenti e nuove comunità. Se forme e metodi sono difesi per sé stessi diventano ideologici, lontani dalla realtà che è in continua evoluzione; chiusi alla novità dello Spirito, finiranno per soffocare il carisma stesso che li ha generati. Occorre tornare sempre alle sorgenti dei carismi e ritroverete lo slancio per affrontare le sfide. Voi non avete fatto una scuola di spiritualità così; non avete fatto una istituzione di spiritualità così; non avete un gruppetto… No! Movimento! Sempre sulla strada, sempre in movimento, sempre aperto alle sorprese di Dio, che vengono in sintonia con la prima chiamata del movimento, quel carisma fondamentale.

2. Un’altra questione riguarda il modo di accogliere e accompagnare gli uomini del nostro tempo, in particolare i giovani (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 105-106). Facciamo parte di un’umanità ferita, – dobbiamo dirci questo! – dove tutte le agenzie educative, specialmente la più importante, la famiglia, hanno gravi difficoltà un po’ ovunque nel mondo. L’uomo di oggi vive seri problemi di identità e ha difficoltà a fare le proprie scelte; perciò ha una disposizione a farsi condizionare, a delegare ad altri le decisioni importanti della vita. Bisogna resistere alla tentazione di sostituirsi alla libertà delle persone e a dirigerle senza attendere che maturino realmente. Ogni persona ha il suo tempo, cammina a modo suo e dobbiamo accompagnare questo cammino. Un progresso morale o spirituale ottenuto facendo leva sull’immaturità della gente è un successo apparente, destinato a naufragare. Meglio pochi, ma andando sempre senza cercare lo spettacolo! L’educazione cristiana invece richiede un accompagnamento paziente che sa attendere i tempi di ciascuno, come fa con ognuno di noi il Signore: il Signore ha pazienza con noi! la pazienza è la sola via per amare davvero e portare le persone a una relazione sincera col Signore.

3. Un’altra indicazione è quella di non dimenticare che il bene più prezioso, il sigillo dello Spirito Santo, è la comunione. Si tratta della grazia suprema che Gesù ci ha conquistato sulla croce, la grazia che da risorto chiede per noi incessantemente, mostrando le sue piaghe gloriose al Padre: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21). Perché il mondo creda che Gesù è il Signore bisogna che veda la comunione tra i cristiani, ma se si vedono divisioni, rivalità e maldicenza, il terrorismo delle chiacchiere, per favore… se si vedono queste cose, qualunque sia la causa, come si può evangelizzare? Ricordate quest’altro principio: «L’unità prevale sul conflitto» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 226-230), perché il fratello vale molto di più delle nostre personali posizioni: per lui Cristo ha versato il suo sangue (cfr 1 Pt 1,18-19), per le mie idee non ha versato niente! La vera comunione, poi, non può esistere in un movimento o in una nuova comunità, se non si integra nella comunione più grande che è la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica. Il tutto è superiore alla parte (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 234-237) e la parte ha senso in relazione al tutto. Inoltre, la comunione consiste anche nell’affrontare insieme e uniti le questioni più importanti, come la vita, la famiglia, la pace, la lotta alla povertà in tutte le sue forme, la libertà religiosa e di educazione. In particolare, i movimenti e le comunità sono chiamati a collaborare per contribuire a curare le ferite prodotte da una mentalità globalizzata che mette al centro il consumo, dimenticando Dio e i valori essenziali dell’esistenza.

Per raggiungere la maturità ecclesiale, dunque, mantenete – lo ripeto – la freschezza del carisma, rispettate la libertà delle persone e cercate sempre la comunione. Non dimenticate però che, per raggiungere questo traguardo, la conversione deve essere missionaria: la forza di superare tentazioni e insufficienze viene dalla gioia profonda dell’annuncio del Vangelo, che è alla base di tutti i vostri carismi. Infatti, «quando la Chiesa chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 10), la vera motivazione per rinnovare la propria vita, perché la missione è partecipazione alla missione di Cristo che ci precede sempre e ci accompagna sempre nell’evangelizzazione.

Cari fratelli e sorelle, voi avete portato già molti frutti alla Chiesa e al mondo intero, ma ne porterete altri ancora più grandi con l’aiuto dello Spirito Santo, che sempre suscita e rinnova doni e carismi, e con l’intercessione di Maria, che non cessa di soccorrere e accompagnare i suoi figli. Andate avanti: sempre in movimento … Non fermatevi mai! Sempre in movimento! Vi assicuro la mia preghiera e vi chiedo di pregare per me – ne ho bisogno davvero – mentre di cuore vi benedico.
(Applausi)

Adesso vi chiedo, tutti insieme, di pregare la Madonna, che ha provato questa esperienza di conservare sempre la freschezza del primo incontro con Dio, di andare avanti con umiltà, ma sempre in cammino, rispettando il tempo delle persone. E poi anche di non stancarsi mai di avere questo cuore missionario.

(Ave Maria)

Benedizione

Video


Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata. Argentina

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