Postato su 2014-11-21 In Francesco - messaggio

La tentazione del microclima ecclesiastico

org. Tutte le classi della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo colme di motivazione, per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito e per il sentiero di Cristo. I Cardinali e i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e le istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che è ammalata per essere chiusa in sé stessa, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana i testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa (P. José Maria Garcia)

Quando ci andiamo chiudendo nel piccolo mondo, il mondo del Movimento, della parrocchia, dell’arcivescovato, o qua il mondo della Curia, non si vede la verità.

A Schoenstatt nella Udienza giubilare

Nella vita dobbiamo lottare tanto contro le tentazioni, che cercano di allontanarci da questo atteggiamento di servizio: servizio a metà; e all’impadronirci della situazione e da servo convertirsi in padrone, che porta alla superbia, all’orgoglio, a trattare male la gente, a sentirsi importanti, ‘perché sono cristiano, ho la salvezza, e tante cose così. Che il Signore ci dia queste due grazie grandi: l’umiltà nel servizio, affinché possiamo dire: ’Siamo servi inutili – ma servi – fino alla fine; e la speranza in attesa della manifestazione, quando il Signore venga ad incontrarci.

Messa in Santa Marta. 11.11.2014

Questa periferia non poteva arrivare al Signore, perché questo circolo — ma con tanta buona volontà — chiudeva la porta. Questo succede con frequenza fra noi credenti: quando abbiamo trovato il Signore, senza che noi ce ne accorgiamo, si crea questo microclima ecclesiastico. Ed è un atteggiamento che hanno non solo i preti, i vescovi, ma anche i fedeli.  Un modo di comportarsi che porta a dire: Ma noi siamo quelli che stanno col Signore. E da tanto guardare al Signore finisce che non guardiamo le necessità del Signore; non guardiamo al Signore che ha fame, che ha sete, che è in prigione, che è in ospedale. In pratica non guardiamo il Signore nell’emarginato e questo è un clima che fa tanto male.

Messa in Santa Marta, 17.11.2014

Quando nella Chiesa i fedeli, i ministri, diventano un gruppo così…non ecclesiale, bensì ecclesiastico, di privilegio, di vicinanza al Signore, hanno la tentazione di dimenticare il primo amore, quell’amore tanto bello che tutti noi abbiamo tenuto, quando il Signore ci ha chiamato, ci ha salvato, ci ha detto: Ma ti voglio tanto bene. Questa è una tentazione dei discepoli: dimenticare il primo amore. Ossia dimenticare le periferie, dove io ero prima, incluso se devo vergognarmi. (…..) Chiediamo la grazia al Signore la grazia che tutti noi, che abbiamo la grazia di essere stati chiamati, mai, mai, mai, ci allontaniamo de questa Chiesa. Che mai entriamo in questo microclima dei discepoli ecclesiastici, previlegiati, che si allontanano dalla Chiesa di Dio, che soffre, che chiede salvezza, che chiede fede, che chiede la Parola di Dio. Chiediamo la grazia di essere popolo fedele di Dio, senza chiedere al Signore nessun privilegio, che ci allontani dal popolo di Dio.

Messa in Santa Marta, 17.11.2014.

Un cristiano che riceve il dono della fede nel Battesimo, ma che non porta avanti questo dono per il cammino del servizio, si converte in un cristiano senza forza senza fecondità. E alla fine si converte in un cristiano per sé stesso, per servire sé stesso. In modo che la sua vita è una vita triste, poiché tante cose grandi del Signore sono sprecate. La pigrizia ci allontana dal servizio e ci porta alla comodità, all’egoismo. Tanti cristiani così…sono buoni, vanno a messa, ma il servizio fino qui…E quando dico servizio, dico tutto: servizio a Dio nell’Adorazione, nella preghiera, nelle lodi; servizio al prossimo, quando devo farlo, servizio fino alla fine, perché Gesù in questo è forte: ‘Così anche voi quando avrete fatto tutto quanto vi è stato ordinato, ora dite siamo servi inutili’. Servizio gratuito, senza chiedere nulla.

Messa in Santa Marta, 11.11.2014

Voi in questa professione (di esperti Contabili) vi occupate delle Famiglie e degli individui, per offrire loro l’esperienza economica e finanziaria. Li ha esortati che agiscano sempre con responsabilità, fomentando relazioni di lealtà, di giustizia, e se è possibile di fraternità, affrontando con coraggio i problemi, quelli dei più deboli e dei più poveri. Non è sufficiente rispondere concretamente ad interrogativi economici e materiali; si deve fomentare e coltivare un‘etica della economia, le finanze e i mercati del lavoro; è necessario conservare vivo il valore della solidarietà come un’attitudine morale, che dimostra il nostro impegno con l’altro in tutte le sue legittime domande.

Al Congresso di esperti contabili Roma. 13.11.2014

Se vogliamo consegnare alle generazioni future un patrimonio ambientale, economico, culturale e sociale migliore di quello che abbiamo ricevuto siamo chiamati ad assumere la responsabilità di agire a favore di una globalizzazione della solidarietà. E la dottrina sociale della Chiesa ci insegna che il principio di solidarietà si porta a buon fine con quello dell’aiuto sussidiario. Grazie all’effetto di questi due principi, i processi sono al servizio dell’essere umano e cresce la giustizia, senza la quale non ci può essere una pace vera e duratura.

Al Congresso di esperti contabili, Roma 13.11.2014

 

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