Postato su 2014-09-30 In Francesco - messaggio

No, ai cristiani vanitosi, sono come una bolla di sapone

org. Tutte le classi di un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito Santo e, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e Francesco ai pellegrini della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo come motivazione per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a tutte le classi a un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito Santo e per il Sentiero di Cristo. I Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità eFrancesco ai pellegrini della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta.. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che ammalata per essere chiusa in sé stessa,, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa! (P. José María García)

La tendenza ad essere concentrati in noi stessi e nelle nostre ambizioni personali. Chissà sia molto umana, ma non cristiana .

Tweet @pontifex_it, 27.09.2014

Gesù ci prepara a essere dei cirenei per aiutarlo a portare la croce. Tanto che la nostra vita cristiana senza questo non è cristiana. È una vita spirituale, buona… E lo stesso Gesù diventa solo il grande profeta. La realtà è un’altra: Gesù ha salvato tutti noi facendoci percorrere la stessa strada scelta da lui. Così anche la nostra identità di cristiani deve essere custodita. E non si deve cadere nella tentazione di credere che essere cristiani è un merito, è un cammino spirituale di perfezione: non è un merito, è pura grazia.

Messa in Santa Marta, 26.09.2014

Paolo raccomanda a Timoteo, che è Pastore e quindi padre della comunità, di avere rispetto per gli anziani e i familiari, ed esorta a farlo con atteggiamento filiale: l’anziano “come fosse tuo padre”, “le donne anziane come madri” (cfr. 1 Tm 5,1). Il capo della comunità non è dispensato da questa volontà di Dio, anzi, la carità di Cristo lo spinge a farlo con un amore più grande. Come la Vergine Maria, che pur essendo diventata la Madre del Messia, si sente spinta dall’amore di Dio, che in lei si sta incarnando, a correre dall’anziana parente. E ritorniamo allora a questa “icona” piena di gioia e di speranza, piena di fede, piena di carità. Possiamo pensare che la Vergine Maria, stando a casa di Elisabetta, avrà sentito lei e il marito Zaccaria pregare con le parole del Salmo responsoriale di oggi: “Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, fin dalla mia giovinezza … Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze… Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese” (Sal 70,9.5.18). La giovane Maria ascoltava, e custodiva tutto nel suo cuore. La saggezza di Elisabetta e Zaccaria ha arricchito il suo giovane animo; non erano esperti di maternità e paternità, perché anche per loro era la prima gravidanza, ma erano esperti della fede, esperti di Dio, esperti di quella speranza che viene da Lui: è di questo che il mondo ha bisogno, in ogni tempo. Maria ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma. Così la Vergine Maria ci mostra la via: la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare.

Predica, 28.09.2014

Il Figlio dell’uomo, cioè il Messia, deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e degli scribi; e essere ucciso e risorgere.. Proprio questa, è la strada della vostra liberazione, questa è la strada del Messia, del giusto: la passione, la croce. Ma loro non vogliono capire e nel brano di Matteo si vede come Pietro rifiuta questo: No, no, Signore! ….Perciò, il Signore incomincia ad aprire il mistero della sua propria identità. Gesù fa questo per preparare i cuori dei discepoli, i cuori della gente a capire questo mistero di Dio: è tanto l’amore di Dio, è tanto brutto il peccato che lui ci salva così, con questa identità nella croce. Non si può capire Gesù Cristo redentore senza la croce. E possiamo arrivare fino a pensare che è un gran profeta, fa cose buone, è un santo. Ma il Cristo redentore senza la croce non lo si può capire. Però, i cuori dei discepoli, i cuori della gente non erano preparati per capirlo: non avevano capito le profezie, non avevano capito che lui era proprio l’agnello per il sacrificio. La gente non era preparata.

Messa in Santa Marta, 26.09.2014

Invece Gesù rimproverava tanto i vanitosi, quanto quelli che si vantavano. Così ai dottori della legge diceva che non dovevano passeggiare nelle piazze con quei vestiti lussuosi: sembravano principi! E li ammoniva: A voi piace questo, non la verità. E il Signore, che rimproverava forte, diceva ancora ai vanitosi: «Ma quando tu preghi, per favore, non farti vedere. Non pregare perché ti vedano pregare». E raccomandava anche di non usare chissà quali vestiti per pregare.In pratica Gesù suggerisce il comportamento opposto: «Prega di nascosto, va’ nella tua stanza — tu e il Signore — e non farti vedere. Quando tu aiuti i poveri o dai l’elemosina, per favore, non far suonare la tromba, fallo di nascosto. Il Padre lo vede, è sufficiente». Ma il vanitoso si preoccupa di pensare: io do questo assegno per le opere della Chiesa e così fa vedere l’assegno. E magari poi truffa, dall’altra parte, la Chiesa. Proprio questo è il modo di fare del vanitoso che, in fin dei conti, vive per apparire. E a queste persone il Signore dice espressamente: «Quando tu digiuni, per favore, non fare il malinconico, il triste, perché tutti se ne accorgano che tu stai digiunando. Digiuna con gioia. Fai penitenza con gioia in modo che nessuno se ne accorga.»

I cristiani che vivono per apparire, per la vanità, sembrano pavoni: si pavoneggiano!» E dicono «ma io sono cristiano, io sono parente di quel prete, di quella suora, di tal vescovo; la mia famiglia è cristiana, siamo bravi tutti». Ciò che invece conta non è vantarsi di qualcosa. Perché l’essenziale è solo la tua vita col Signore.Come preghi? Come va la tua vita nelle opere di misericordia? Tu fai le visite agli ammalati? Insomma, bisogna andare al sodo, guardare la realtà. E perciò Gesù ci dice che dobbiamo costruire la nostra casa, cioè la nostra vita cristiana, sulla roccia, sulla verità. Invece i vanitosi costruiscono la casa sulla sabbia e quella casa cade, quella vita cristiana cade, scivola, perché non è capace di resistere alle tentazioni.

Quanti cristiani vivono per apparire. E a vita loro sembra una bolla di sapone, che è bella, ha tutti i colori, ma dura un secondo e poi finisce. Anche quando guardiamo alcuni monumenti funebri pensiamo che è vanità, perché la verità è tornare alla terra nuda, come diceva il servo di Dio Paolo VI. Ci aspetta la terra nuda, questa è la nostra verità finale. Nel frattempo mi vanto o faccio qualcosa? Faccio del bene? Cerco Dio? Prego? Ecco perché si deve puntare alle cose consistenti. Invece la vanità è bugiarda, è fantasiosa, inganna se stessa, inganna il vanitoso: prima fa finta di essere, ma alla fine crede di essere quello che dice. Ci crede, poveretto!

Ed è proprio ciò che è accaduto “al tetrarca Erode”, (Luca 9, 7-9). Insomma, la vanità è come quelle persone che si truccano troppo e poi hanno paura di prendere la pioggia e che tutto quel trucco venga giù. Per questo la vanità non ci dà pace: soltanto la verità ci dà la pace

Messa in Santa Marta, 25.09. 2014

In un mondo che tende alla globalizzazione economica e culturale, è necessario sforzarsi, affinché la crescita e lo sviluppo siano a disposizione di tutti e non solo di una parte della popolazione. Inoltre lo sviluppo non sarà autentico, se non è anche sostenibile, se non considererà i diritti dei poveri e non rispetta l’ambiente.È necessario che alla globalizzazione dei mercati corrisponda la globalizzazione della solidarietà. La crescita economica deve essere accompagnata da un maggiore rispetto della creazione. Insieme ai diritti individuali si deve tutelare quelli delle realtà intermedie tra l’individuo e lo Stato, anzitutto la famiglia. L’Albania affronta oggi queste sfide in un ambiente di libertà e stabilità che si deve consolidare e che rappresenta un buon augurio per il futuro.

In Albania, 21.09.2014

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