Postato su 2014-04-11 In Francesco - messaggio

Il profeta lotta contro le persone che rinchiudono lo Spirito Santo

org. Tutte le classi della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo colme di motivazione, per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito e per il sentiero di Cristo. I Cardinali e i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e le istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che è ammalata per essere chiusa in sé stessa, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana i testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa (P. José Maria Garcia)

SETTIMANA 15/2014

Non possiamo abituarci alle situazioni di umiliazione e di miseria che ci circondano. Un cristiano deve reagire.

Tweet del 3/4/2014

Il matrimonio è il simbolo, e anche una realtà umana, del rapporto fedele di Dio col suo popolo. Così quando si rovina il matrimonio con un adulterio, si sporca questo rapporto tra Dio e il popolo.  Gli scribi e i farisei con una donna che portavano avanti, fecero a Gesù la domanda: “Cosa dobbiamo fare con questa donna?” dicevano questo per metterlo alla prova, per avere il motivo di accusarlo. Se Gesù diceva: “sì, avanti alla lapidazione”, avevano l’opportunità di dire alla gente: «Ma questo è il vostro maestro tanto buono, guarda cosa ha fatto a questa povera donna!». Se invece «Gesù diceva: no, poveretta, perdonarla!», ecco che potevano accusarlo di non compiere la legge. Il loro unico obiettivo era mettere proprio alla prova e tendere una trappola a Gesù. A loro non importava la donna; non importavano gli adulteri. Anzi, forse alcuni di loro erano adulteri. La risposta del Signore: «Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei». Il Vangelo con una certa ironia dice che tutti se ne andarono, uno per uno, cominciando dai più anziani: si vede che nella banca del cielo avevano un bel conto corrente contro di loro! Ecco allora il momento di Gesù confessore. Resta solo con la donna, che rimane là in mezzo. E le disse: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Siamo soli, tu e io. Tu davanti a Dio. Senza accuse, senza chiacchiere: tu e Dio. La donna non si proclama vittima di una falsa accusa, non si difende affermando: Io non ho commesso adulterio. No, lei riconosce il suo peccato e a Gesù risponde: “Nessuno, Signore, mi ha condannata». A sua volta Gesù le dice: «Neanche io ti condanno, va e d’ora in poi non peccare più, per non passare un brutto momento, per non passare tanta vergogna, per non offendere Dio, per non sporcare il bel rapporto tra Dio e il suo popolo. Gesù perdona!”

Santa Marta, 7-4-2014

Gesù perdona. Ma qui c’è qualcosa di più del perdono. Perché come confessore Gesù va oltre la legge. Non le dice: non è peccato l’adulterio. Ma non la condanna con la legge. Proprio questo è il mistero della misericordia di Gesù. La misericordia è qualcosa di difficile da capire: non cancella i peccati, perché a cancellare i peccati è il perdono di Dio. La misericordia è il modo come perdona Dio. Perché Gesù poteva dire: ma io ti perdono, vai! Come ha detto a quel paralitico: i tuoi peccati sono perdonati! In questa situazione Gesù va oltre e consiglia alla donna di non peccare più. E qui si vede l’atteggiamento misericordioso di Gesù: difende il peccatore dai nemici, difende il peccatore da una condanna giusta. Questo, vale anche per noi. Quanti di noi forse meriterebbero una condanna! E sarebbe anche giusta. Ma lui perdona! Come? Con questa misericordia che non cancella il peccato: è il perdono di Dio che lo cancella, mentre la misericordia va oltre. È come il cielo: noi guardiamo il cielo, tante stelle, ma quando viene il sole al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Perché Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza. Lo fa carezzando le nostre ferite di peccato perché lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza. Con questo stile, Gesù fa il confessore. Non umilia la donna adultera, non le dice: cosa hai fatto, quando l’hai fatto, come l’hai fatto e con chi l’hai fatto! Le dice invece di andare e di non peccare più: è grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù: perdonarci accarezzandoci.

Santa Marta, 7-4-2014

Il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci narra la risurrezione di Lazzaro. E’ il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: è un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù (cfr Gv 11,53). Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù; e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana. Dice così Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25). Su questa Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui.

Angelus, 6-4-2014

Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui non si rassegna a questo! Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre. «Vieni fuori!», ci dice, «Vieni fuori!». E’ un bell’invito alla vera libertà, a lasciarci afferrare da queste parole di Gesù che oggi ripete a ciascuno di noi. Un invito a lasciarci liberare dalle “bende”, dalle bende dell’orgoglio. Perché l’orgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stessi, schiavi di tanti idoli, di tante cose. La nostra risurrezione incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire a questo comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere – tante volte noi siamo mascherati dal peccato, le maschere devono cadere! – e noi ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio.

Il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento. Ma sentite bene: non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! ricordatevi bene questa frase. E possiamo dirla insieme tutti: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Diciamolo insieme: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.

Angelus, 6-4-2014

Sempre nella storia della salvezza, nel tempo di Israele e anche nella Chiesa, i profeti sono stati perseguitati. Perseguitate perché i profeti dicono: ma voi avete sbagliato strada, tornate alla strada di Dio! Un messaggio che non fa piacere alle persone che hanno il potere di quella strada sbagliata. Anche Gesù è stato perseguitato. Le persecuzioni cominciano subito, quando all’inizio della sua predicazione torna al suo paese, va alla sinagoga e predica. Allora, subito dopo una grande ammirazione, incominciano le mormorazioni, come riporta il Vangelo: Costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia. E tutti si domandano: «Con quale autorità viene a insegnarci? Dove ha studiato?». Squalificano il Signore, squalificano il profeta per togliere l’autorità. Così squalificano Gesù, perché egli usciva e faceva uscire da quell’ambiente religioso chiuso, da quella gabbia. Il profeta lotta contro le persone che ingabbiano lo Spirito Santo. Proprio per questo è perseguitato sempre. I profeti sono tutti perseguitati, non compresi, lasciati da parte: non gli danno posto. E questa è una realtà che non è finita con la morte e risurrezione di Gesù ma è continuata nella Chiesa. Nella Chiesa infatti ci sono perseguitati da fuori e perseguitati da dentro. I santi stessi sono stati perseguitati. Infatti, quando noi leggiamo la vita dei santi ci troviamo di fronte a tante incomprensioni e persecuzioni. Perché, essendo profeti, dicevano cose che risultavano troppo dure.

Santa Marta, 4-4-2014

Così anche tanti pensatori nella Chiesa sono stati perseguitati. Io penso a uno adesso, in questo momento, non tanto lontano da noi: un uomo di buona volontà, un profeta davvero, che con i suoi libri rimproverava la Chiesa di allontanarsi dalla strada del Signore. Subito è stato chiamato, i suoi libri sono andati all’indice, gli hanno tolto la cattedra e quest’uomo così finisce la sua vita, non tanto tempo fa. È passato il tempo e oggi è beato. Ma come — si potrebbe obiettare — ieri era un eretico e oggi è beato? Sì, ieri quelli che avevano il potere volevano silenziarlo perché non piaceva quello che diceva. Oggi la Chiesa, che grazie a Dio sa pentirsi, dice: no, quest’uomo è buono! Di più, è sulla strada della santità: è un beato.

La storia ci testimonia dunque che tutte le persone che lo Spirito Santo sceglie per dire la verità al popolo di Dio soffrono persecuzioni. L’ultima delle beatitudini di Gesù: beati voi quando siete perseguitati per il mio nome. Ecco che Gesù è proprio il modello, l’icona: ha sofferto tanto il Signore, è stato perseguitato; e così facendo ha preso tutte le persecuzioni del suo popolo.

Ma ancora oggi i cristiani sono perseguitati. Tanto che oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi. E sono perseguitati perché a questa società mondana, a questa società tranquilla che non vuole problemi, dicono la verità e annunciano Gesù Cristo.

Questa storia di persecuzioni, di non comprensione, continua dal tempo dei profeti a oggi. Questo, del resto, è anche il cammino del Signore, il cammino di quelli che seguono il Signore. Un cammino che finisce sempre come per il Signore, con una risurrezione, ma passando per la croce. Per i cristiani sempre ci saranno le persecuzioni, le incomprensioni. Ma sono da affrontare con la certezza che Gesù è il Signore e questa è la sfida e la croce della nostra fede. Chiedo al Signore la grazia di andare per la sua strada e, se accade, anche con la croce della persecuzione.

Santa Marta, 4-4-2014

Ed ora vorrei fare un gesto semplice per voi. Nelle scorse domeniche ho suggerito a tutti voi di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé durante la giornata, per poterlo leggere spesso. Poi ho ripensato all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro che si preparano al Battesimo. Allora oggi voglio offrire a voi che siete in Piazza – ma come segno per tutti – un Vangelo tascabile [mostra il libretto]. Vi sarà distribuito gratuitamente. Ci sono i posti in piazza per questa distribuzione. Io li vedo lì, lì, lì,… Avvicinatevi ai posti e prendete il Vangelo. Prendetelo, portatelo con voi, e leggetelo ogni giorno: è proprio Gesù che vi parla lì! E’ la Parola di Gesù: questa è la Parola di Gesù!

E come Lui vi dico: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, date il messaggio del Vangelo! Ma forse qualcuno di voi non crede che questo sia gratuito. “Ma quanto costa? Quanto devo pagare, Padre?”. Facciamo una cosa: in cambio di questo dono, fate un atto di carità, un gesto di amore gratuito, una preghiera per i nemici, una riconciliazione, qualcosa…

Oggi si può leggere il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici. Si può portare con sé la Bibbia intera in un telefonino, in un tablet. L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: è Gesù che ci parli lì! E accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!

Angelus, 6-4-2014

L’obiettivo del pellegrinaggio è
il rinnovamento
dell’Alleanza d’Amore
nella sua forza plasmatrice e missionaria;
quella che si manifesterà – al di dentro di Schoenstatt
nel rinnovamento della famiglia, e al di fuori,
nella forgiatura di una Cultura d’Alleanza.

Documento del Laboro 2014

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