Postato su 2014-02-28 In Francesco - messaggio

Gesù non ha detto ai suoi Apostoli: “Conoscimi! ha detto: “Seguimi”

org. Tutte le classi della Chiesa, e molte altre al di fuori, credenti o no, hanno ricevuto le sue parole chiare e piene di speranza, al contempo colme di motivazione, per assumere la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo secondo il volere di Dio, nella forza dello Spirito e per il sentiero di Cristo. I Cardinali e i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i novizi e i seminaristi, le famiglie, i giovani e gli anziani, le comunità e le istituzioni hanno ricevuto questa proposta di uscire “per la strada”, a portare non una speranza utopica, bensì fatti concreti, progetti evangelizzatori di vita all’uomo, ovunque si trovi, e se è nella “periferia”, lì stesso, con tutti i rischi e i pericoli che porta. Preferisco una Chiesa accidentata, perché esce a servire, che è ammalata per essere chiusa in sé stessa, ci ripete costantemente. Tutto ciò si trova in Schoenstatt.org, dove si custodiscono di settimana in settimana i testi che ci incitano ad andare in pellegrinaggio verso il Giubileo 2014. Indubbiamente essendo noi Chiesa, queste parole sono rivolte a noi. Come sarebbe contento il Padre con questo impulso missionario, che ci è regalato dal cuore stesso della Chiesa (P. José Maria Garcia)

SETTIMANA 9/2014

 

La Madonna è sempre accanto a noi, soprattutto quando sentiamo il peso della vita con tutti i suoi problemi”

Tweet 24.2.2014

A chi vuole seguirlo, Gesù chiede di amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità e nel mondo. Fratelli Cardinali, Gesù non è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per questo non c’era bisogno che scendesse dal Cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto a salvarci, a mostrarci la via, l’unica via d’uscita dalle sabbie mobili del peccato, e questa via di santità è la misericordia, quella che Lui ha fatto e ogni giorno fa con noi. Essere santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del mondo. E’ questo che il Signore ci chiede.


Santa Messa con i nuovi Cardinali, 23.2.14

Pertanto, amiamo coloro che ci sono ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito di Cristo, che ha sacrificato sé stesso sulla croce, perché possiamo essere “canali” in cui scorre la sua carità. Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale. Il Cardinale – lo dico specialmente a voi – entra nella Chiesa di Roma, Fratelli, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità. Preghiamo nuovamente: “Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito”.

Santa Messa con i nuovi Cardinali, 23.2.14

Dunque la domanda a Pietro — Chi sono io per voi, per te? — si capisce soltanto lungo una strada, dopo una lunga strada. Una strada di grazia e di peccato. È la strada del discepolo. Infatti Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto: conoscimi! Ha detto: seguimi! Questo seguire Gesù ci fa conoscere Gesù. Seguire Gesù con le nostre virtù e anche con i nostri peccati. Ma seguire sempre Gesù! Per conoscere Gesù, non è necessario uno studio di nozioni ma una vita da discepolo. In questo modo, andando con Gesù impariamo chi è lui, impariamo quella scienza di Gesù. Conosciamo Gesù come discepoli. Lo conosciamo nell’incontro quotidiano col Signore, tutti i giorni. Con le nostre vittorie e le nostre debolezze. Si tratta però di un cammino che noi non possiamo fare da soli. Perché conoscere Gesù è un dono del Padre: è lui che ci fa conoscere Gesù. In realtà, è un lavoro dello Spirito Santo, che è un grande lavoratore: non è un sindacalista, è un grande lavoratore. E lavora in noi sempre; e fa questo grande lavoro di spiegare il mistero di Gesù e di darci questo senso di Cristo. Guardiamo Gesù, Pietro gli apostoli: Chi sono io per te? E come discepoli chiediamo al Padre che ci dia la conoscenza di Cristo nello Spirito Santo, ci spieghi questo mistero.

Santa Marta, 20.2.14

I cristiani che pensano la fede come un sistema di idee, ideologico. È un rischio che c’era anche all’epoca di Gesù e lo rappresentavano gli gnostici. Di loro, ideologi della fede, l’apostolo Giovanni dice che sono l’anticristo. Così, coloro che cadono nella casistica o nell’ideologia sono cristiani che conoscono la dottrina ma senza fede, come i demoni. Con la differenza che quelli tremano, ma questi no: vivono tranquilli. (…) Inoltre nel Vangelo, ci sono anche esempi di persone che non conoscono la dottrina, ma hanno molta fede…La Samaritana apre il suo cuore, perché non ha trovato idee astratte, bensì a Cristo. Come anche il cieco curato da Gesù e che per questo è interrogato dai farisei e dottori della legge, fino a che s’inginocchia con semplicità e adora chi lo ha sanato.
La fede porta sempre alla testimonianza. La fede è un incontro con Gesù Cristo, con Dio. E questo incontro porta alla testimonianza come sottolinea l’apostolo Giacomo nella sua lettera, e rimarca che una fede senza opere, una fede che non ti coinvolge e non ti porta alla testimonianza, non è fede. Sono parole. E niente più che parole.

Santa Marta, 21.2.14

E quei gesti di tanta tenerezza di Gesù ci fanno capire: che la nostra dottrina, chiamiamola così, o il nostro seguire Cristo, non è un’idea, è un continuo rimanere a casa. E se ognuno di noi ha la possibilità e la realtà di abbandonare la casa per un peccato, un errore, Dio lo sa, la salvezza è ritornare a casa, con Gesù alla Chiesa. Sono gesti di tenerezza. Il Signore ci chiama così, uno per uno, il suo popolo, dentro la sua famiglia, nostra madre, la Santa Chiesa. Ricordiamo questi gesti di Gesù.

Santa Marta, 24.2.14

La vocazione del Vescovo, del Cardinale e del Papa è proprio questa: essere servitore, servire in nome di Cristo. Pregate per noi, perché siamo buoni servitori: buoni servitori, non buoni padroni! Tutti insieme, Vescovi, presbiteri, persone consacrate e fedeli laici dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele a Cristo, animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare incontro con coraggio profetico alle attese e alle esigenze spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo. La Madonna ci accompagni e ci protegga in questo cammino.

Angelus, 23.2.14

L’obiettivo del pellegrinaggio è
il rinnovamento
dell’Alleanza d’Amore
nella sua forza plasmatrice e missionaria;
quella che si manifesterà – al di dentro di Schoenstatt
nel rinnovamento della famiglia, e al di fuori,
nella forgiatura di una Cultura d’Alleanza

Documento del Laboro 2014

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