Postato su 2012-11-20 In Schoenstatt in uscita

Pedagogia di vita, vacanze di minuti e come si può …

GERMANIA, fma. La fiaccola è accesa. “Cari amici, che insieme a noi vi sforzate per un’economia solidale. Infinite grazie per l’invito al vostro “Jour fixe” (giorno stabilito) il 10 di novembre a “Schoenstatt sul monte”. Con gran piacere collocheremo gli inviti nel nostro centro di conferenze a Ottmating. Vogliamo esprimervi la nostra gioia per quest’iniziativa e vi auguriamo un vero successo. Come impresari ed esecutivi dell’iniziativa WiG (Wirtschaft in Gemeinschaft, Economia in comunità) ci sentiamo strettamente uniti a tutte le forze cristiane e a quelle di buona volontà….”. Così ha scritto Ludger Elfgen in nome degli impresari ed esecutivi del WiG ai coniugi Hinterberger. Il “Jour fixe” è un progetto apostolico, che alcune coppie dell’AKIE, l’Accademia Kentenichiana Internazionale per Esecutivi, ha progettato e realizzato.

L’AKIE – così è stata l’esperienza della Giornata alla fine di ottobre a Memhölz – lavora secondo un principio, che si può osservare nel Padre Kentenich principalmente nel periodo di fondazione e nei tempi di nuove fondazioni. Ossia sempre e quando si tratta di qualcosa importante. La sua prospettiva si basa non su programmi, né su cataloghi di temi, né su posizioni o motti, né nemmeno su documenti di lavoro, su messaggi o su libri. O né su progetti, case o comunità che sono il nucleo dello sviluppo del mondo a partire dall’Alleanza d’Amore (e perciò è che Schoenstatt esiste), bensì il fondamentale è la persona, ciò che è missionario ed apostolico. L’uomo fautore del mondo è il portatore e l’agente del cambiamento, della costruzione di un mondo nuovo e di un nuovo mondo sociale, di una Cultura d’Alleanza. All’AKIE importa esattamente questo: l’impresario individuale, l’esecutivo individuale negli affari e nel settore dei servizi. Gli importa la sua motivazione, la sua organizzazione, la sua disposizione. Sviluppare il mondo non come un atto isolato (con proteste e lamentele), bensì come un desiderio del cuore, da cui sorgono in forma facile e quasi come un gioco, nuovi progetti dalla forza creatrice dell’Alleanza d’Amore. Se questo pensiero si diffonde in maniera simile tra varie persone, allora si parla della nascita di una corrente…e chi pensa ora nella Corrente Missionaria nella preparazione al 2014, pensa bene. Per questo motivo giustamente alla fine della Giornata dell’AKIE si è accesa la “fiaccola – AKIE”, una delle fiaccole dell’apertura del triennio il 17 ottobre 2010, che è stata messa nelle mani di P. Kentenich nello stesso modo che qualche giorno prima, durante l’apertura dell’Anno della Corrente Missionaria a Memhölz si era accesa la fiaccola della Corrente Missionaria, “casualmente” arrivata a Memhölz. E come ha detto Padre Leonhard Erhard il giorno anteriore, riferendosi a Padre Kentenich, “per il brillare degli occhi poter leggere come comincia una corrente”. Si può, perciò, dire che al concludere la Giornata dell’AKIE ha cominciato improvvisamente in quel caldo e soleggiato giorno d’ottobre una corrente…

Una pedagogia di vita

Davanti alla pressione di cifre di successo, i cosiddetti obblighi per le circostanze e la domanda di come condurre gli impiegati a rendere di più, Padre Kentenich propone il concetto della pedagogia di vita. Una pedagogia, in cui la condotta personale non si basa sulla pedagogia del comportamento (l’impiegato deve comportarsi in questa forma, deve rispondere in questa forma), bensì nella pedagogia dell’atteggiamento (l’impiegato lavora a partire da un atteggiamento fondamentale). “La pedagogia di vita deve superare la pedagogia del potere e delle cifre”, così ha affermato Padre Erhardt. Il che vale per tutti gli ambiti della società e della Chiesa, e perché non cominciare nel mondo dell’industria e dell’economia? Padre Erhard ha nominato tre passi, come un cammino concreto per imparare a lavorare con una pedagogia di vita: guardare, scorgere ed interpretare. Anzi tutto si deve guardare tutto senza paura e senza interpretare anche ciò che è nuovo e sconosciuto, cioè acquistare una percezione aperta. Dall’osservazione piena di sorpresa come atteggiamento fondamentale, si può giungere a scorgere decifrando quello che Dio ha scritto. O come diceva Padre Kentenich, “scoprire lo spirito del tempo nello spirito dell’epoca”.

Chi ha un “naso psicologico” o chi ha un’intuizione della vita e dei processi della vita, trova più facilmente l’interpretazione. Per tutti, ciononostante, è un aiuto fare i passi che ha fatto e raccomandato Padre Kentenich: percepire concetti che toccano l’anima (come oggigiorno il tema della sicurezza), “scambiare prima un paio di parole almeno con alcuni partecipanti” (la ragione per cui poi tutti pensano: Dio mi ha parlato), lasciare parlare il fondo dell’anima, scoprire nel brillare degli occhi, quando comincia un desiderio del cuore o comincia una corrente. Al leggere nelle voci dell’anima come espressione viva del tempo, si può aggiungere un’interpretazione d’arte e di letteratura contemporanea propria in questo senso.

Affinché la vita oltrepassi la riva

Si è trascorso un lungo tempo di lettura kentenichiana. I primi testi degli anni 1947/48 del “Kentenich-Reader”, poi per concretizzare alcuni brani della collezione dei testi di Padre King. Questo è Kentenich: è stato realmente nell’anno 1947, quando lui ha parlato di un mondo, in cui non ci sono più distanze, e le persone tra loro sono più vicine e al contempo più lontane che mai, quando lui ha parlato alla coscienza della Chiesa (e di Schoenstatt), perché “essa si trova impotente davanti ai problemi dell’epoca, quasi con lo sguardo rivolto indietro, evitando guardare verso il futuro o rispondendo con un pessimismo tremendo” e al contempo segnalando che la visione di Schoenstatt abbraccia le necessità economiche, sociali, politiche, morali e religiose di tutte le persone, includendo i meno privilegiati e la massa di milioni?

Le tensioni sono segni di vita reale, afferma il Padre, le ondate vanno sempre più salendo di nuovo, per l’amore di Dio, che non le calme prematuramente; la vita sempre oltrepasserà la riva, e la pedagogia di fiducia significa, secondo P. Kentenich, lasciare le redini sciolte…E incluso: la pedagogia di movimento significa affrettare le decisioni attraverso le crisi create intenzionalmente!

Questo Giuseppe Kentenich pare preferire i tempi di tormenta, e cerca alleati, che anche li preferiscano… e non coloro che “per comodità restino immobili”, come ha commentato uno dei presenti.

A partire dalle esperienze, acquistare esperienze

Già fin dalla prima sera, com’è abituale nelle Giornate dell’AKIE, si sono scritte su biglietti le esperienze, gli esempi di successo e le domande. Il che ha aiutato insieme alla lettura kentenichiana a dare impulso al tema della giornata. Ogni volta è un certo rischio basare il tema di una fine della settimana sulle esperienze concrete dei partecipanti; ogni volta la conclusione: nessun “materiale di lavoro” previamente preparato sarebbe stato tanto affascinante, concreto e variato, quanto potendo dare risposte. L’esperienza dice, che “il minuto di vacanze” davanti al semaforo in rosso è migliore dell’aspettare la distensione perfetta o i metodi di qualità di preparazione propri delle persone: gli interrogativi degli uni trovano una risposta nelle esperienze degli altri e la vita reale insegna…

La fiaccola è accesa. Per un mondo nuovo.


Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

 

 

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